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Parma, il nuovo proprietario Krause: “Mi sento italiano, nel sangue ho radici palermitane. Tutto sul mio progetto”

Le dichiarazioni rilasciate dal nuovo proprietario del Parma

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E' il nuovo proprietario del Parma.

Il magnate americano Kyle Krause, che ha acquisito per 65 milioni il 90% delle quote del club gialloblù (il 10 per cento è rimasto ai soci parmigiani), nella giornata di domani sarà al Tardini per l'esordio in campionato degli uomini di Fabio Liverani. "Dobbiamo rimanere a tutti i costi in Serie A. Se poi verrà qualcosa di più, lo accetteremo volentieri. Anche lo scudetto... Ma la salvezza, credetemi, deve essere il nostro primo pensiero. Abbiamo un nuovo allenatore, un nuovo presidente e un nuovo direttore sportivo. Dobbiamo imparare e chiedo a tutti i tifosi di darmi una mano: mi insegnino loro come si deve gestire il Parma. Sarebbe meraviglioso poter riportare giocatori di grandi livello a Parma, ma è presto per parlarne. L’importante è la sostenibilità del progetto", ha dichiarato Krause ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport'.

LA SCELTA E PALERMO -"Il mio interesse per il calcio italiano deriva dal fatto che mia madre è italiana. Sono italoamericano e ho una grande passione per il soccer. Ho visto l’opportunità di entrare nel calcio, speravo e sognavo un giorno di essere proprietario di una squadra in Italia. Quando si è presentata l’opportunità del Parma, con una città fantastica e una grande storia costruita negli anni Novanta, con tifosi incredibili e con uno stadio stupendo, l’ho colta al volo. È fantastico essere parte di questa esperienza. Sono italiano e sono cresciuto guardando le partite di Serie A. Il calcio ce l’ho sangue, come nel sangue ho le mie radici palermitane. Per chi tifavo? Juventus e, naturalmente, come seconda squadra per il Palermo. So che a Parma c’è una grande rivalità con la Juve e allora ho già staccato l’adesivo bianconero che avevo sul computer portatile e ho messo quello gialloblù".

PARMA - "E’ una città che in tutto il mondo è riconosciuta come capitale del cibo: prosciutto, pasta, formaggio. Negli States dici Parma e subito il nome viene associato alla tavola. E poi è un posto vivibile, a misura d’uomo: ho fatto una passeggiata per le vie del centro e sono rimasto incantato. Ma quanto è bello il Duomo? Che presidente sarò? Non deciderò la formazione, potete stare tranquilli. E nemmeno come si deve fare allenamento. Io vengo dagli States, il mio compito è quello di supportare la squadra di lavoro che tutti i giorni s’impegna a livello dirigenziale e sportivo. Mi piacerebbe essere una risorsa, dare idee".

OBIETTIVI -"Se è vero che il 10 per cento dei miei profitti viene destinato ad attività benefiche? Assolutamente sì. Cerco di fare in modo che le persone che mi circondano, quelle della mia città, stiano un po’ meglio. E anche il Parma contribuirà. Verrò a Parma tutte le volte che potrò. Bisogna puntare sui giovani, vorrei potenziare il vivaio. L’Academy, noi la chiamiamo così, è fondamentale. Vorrei rivedere la rosa tra dieci anni e vedere la sua crescita. Spero di presentare i Cannavaro del futuro, cresciuti con i nostri colori. Con il Des Moines Menace, la squadra che ho in America, ho seguito questa strada: produrre talenti è la missione principale. Servono regole industriali e serve la passione che solo una famiglia può trasmettere. Sennò i successi non arrivano. A Parma vorrei creare questa famiglia allargata. La gente mi aiuterà, ne sono convinto, e assieme ci toglieremo tante soddisfazioni. Qui c’è l’ambiente giusto per fare calcio e per divertirsi", ha concluso.

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