"L'Italia mi ha chiamato per giocare nelle nelle nazionali giovanili, ma io mi sento serbo". Lo ha detto Aljosa Vasic, intervistato ai microfoni del giornale sportivo serbo "Nogomania". Diversi i temi trattati dal centrocampista del Palermo, approdato alla corte di Eugenio Corini nel corso della sessione estiva di calciomercato dal Padova: dagli obiettivi personali e non in vista del proseguo della stagione, al sogno nazionale. Ma non solo...
L'INTERVISTA
Vasic: “Voglio la Serie A con il Palermo, ecco perché ho scelto i rosanero”
PADOVA -"Sono nato in Italia, a Padova. Dopo la guerra, nel 1997, mio padre è venuto in Italia per lavorare. È qui che ho iniziato a giocare a calcio insieme a mio fratello. Ho avuto l'opportunità di giocare nel Padova. Un grande club, è stata una buona scuola per me. Sono stato lì per 12 anni. Mi sono trasferito al Palermo quest'estate. Il Padova è stato in Serie B e negli ultimi anni in Serie C. Ho giocato lì lo scorso anno e ora sono in Serie B con il Palermo. Naturalmente, essendo cresciuto in Italia, parlo l'italiano meglio del serbo. Quando ero bambino, ho imparato la lingua strada facendo con mio fratello, mia madre e mio padre. I miei genitori sono in Italia, non vivono in Serbia. Torno a casa in Bosnia almeno due volte l'anno. Ho lì i miei nonni, il resto della mia famiglia. Mi piace. Quest'anno non sono andato a causa del trasferimento, perché non conoscevo ancora il mio futuro, quindi ho aspettato".
PALERMO -"E' stato giusto il passaggio in Serie B per iniziare. Il Palermo mi ha voluto fortemente in squadra. Per me è stata la scelta migliore. Lì ho più possibilità di giocare e di mettermi in mostra, la Serie B è un torneo abbastanza forte. Il Palermo è del City Football Group ed è un grande onore. C'è tutto: gli allenatori, il centro sportivo, tutto è al massimo livello. Questa è stata una mia decisione, ho firmato un contratto per cinque anni. Loro credono in me ed è quello a cui ho guardato di più. Il Palermo è stato il club più concreto. Sono qui per lasciare un segno. Poi il calcio è imprevedibile, non si sa cosa succederà tra un anno, figuriamoci tra cinque. Il mio sogno è la Serie A. Ovviamente seguo l'Inghilterra e la Premier League. Vorrei riuscire prima a lasciare il segno in Italia, e poi se posso anche in Premier. Non so cosa succederà, mi piacerebbe andare in Serie A con il Palermo. Il club ha grandi ambizioni. Lotteremo per questo, abbiamo tutto per disputare una buona stagione".
IDOLI -"Mi paragonano a Robin Van Persie e a Jorginho? Sono felice di sentire queste cose. Conosco Jorginho grazie all'allenatore del Padova che lo ha allenato, Andrea Mandorlini. In Italia è molto più difficile giocare per i giovani, perché è un campionato forte. C'è molta concorrenza. Ho chiesto la maglia a Milinkovic-Savic quando abbiamo giocato un'amichevole in Italia contro la Lazio. È il mio idolo in questo momento, lo seguo tanto perché cresce tecnicamente e fisicamente. Giochiamo nello stesso ruolo, ma ovviamente siamo diversi come giocatori. Anche Dušan Vlahović, loro sono dei top player. Si vede il carattere e come lavorano su se stessi mentalmente. Per me chi è forte mentalmente può andare oltre. Ronaldinho? Per me è un vero idolo. Non l'ho mai visto, ovviamente, ma conosco tutti i video. Gioco a calcio grazie a lui. Per me non c'è nessun altro giocatore come lui, forse Neymar è qualcosa di simile. Questo per me è il calcio. Il mio desiderio è giocare per la Serbia, un giorno per la prima squadra", ha concluso.
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