Parola ad Aleksandar Trajkovski. Poco meno di tre anni il tempo trascorso dall'ultima volta di Trajkovski al 'Renzo Barbera'. Il fantasista macedone avrà l'occasione di tornare in quella che per quattro stagioni è stata la sua Palermo. Lo farà con la Nazionale macedone, nell'importante gara valida per i playoff mondiali che vedrà protagonista l'Italia di Roberto Mancini. Intervistato alle colonne odierne de La Repubblica-Palermo, Trajkovski ha raccontato i suoi ultimi anni in giro per il mondo, fino a ricordare con piacere i tempi passati in rosanero. Dalla Serie A a Zamparini, fino al fallimento della società.
l'intervista
Trajkovski: “Torno nella mia Palermo per il Mondiale. La Serie A indimenticabile”
Il giocatore macedone tornerà al 'Renzo Barbera' a marzo, quando con la sua Nazionale affronterà l'Italia di Roberto Mancini per un posto al Mondiale del Qatar
Diverse le emozioni del classe '92 in merito a tali temi, raccontati con queste parole: "Serie A? Indimenticabile ma anche il campionato più stressante di sempre. Un anno di tormenti e ben nove cambi di allenatore. Ci salvammo all’ultima giornata contro il Verona. Che tensione. Uno scivolone e saremmo retrocessi. Fallimento? Ero convinto che ci sarebbe stato un passaggio di consegne e che avremmo giocato i play-off non che la società sarebbe addirittura scomparsa. Non mi aspettavo questa fine. Poi, siamo andati tutti via. Mi sento ancora con Accardi. E gli auguro la B. Probabilmente da palermitano aveva voglia ripartire dalle sue origini. Scelta che comprendo. Contro il Francavilla, lo seguirò in tv e potrebbe essere il momento della svolta".
Trajkovski ha poi proseguito sulla scia del match di qualificazione mondiale contro gli azzurri, dall'esito secondo lui non scontato: "Se sono tornato a Palermo? No, lo farò fra un mese (ride, ndr). Quando ho saputo che si giocava al “Barbera”, ero contento, finalmente avrei rivisto i luoghi dove ho vissuto quattro anni bellissimi: campo, spogliatoi, persone conosciute. In molti mi aspettano. C’è chi mi vuol bene e chi no. Normale. Fai due buone prestazioni e ti portano alle stelle, sbagli e non sei più buono. Lo stadio sarà stracolmo e il tifo accompagnerà l’Italia. Uno stimolo per noi. Io mi sentirò a casa. Mancini vuole il Mondiale? Prima deve arrivarci. E batterci non sarà semplice, ve lo posso assicurare. Anche noi mostriamo qualità e abbiamo già scritto una pagina di storia piazzandoci per i play-off".
Chiosa finale rispetto al suo personale ricordo di Maurizio Zamparini: "Ho letto, non volevo crederci, una notizia terribile. Che tristezza! Mi ha aperto le porte di uno dei campionati più importanti e di un club ricco di tradizioni. Gliene sono grato. Quando ero bambino, la fantasia mi portava in Italia, senza di lui non sarebbe stato possibile. Mi trattava come un figlio, mi dava buoni consigli. Avevo ventidue anni, ha fatto tanto per me".
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