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Terlizzi: “Io, il Palermo e Baldini. Zamparini non sapeva i nomi dei giocatori”

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Le dichiarazioni rilasciate dall'ex difensore di Palermo, Catania e Trapani: "La Sicilia è diventata la mia seconda casa"

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"Giorni fa mi è stato chiesto di commentare Palermo-Bari di Serie C: è stata la mia prima esperienza come commentatore. L'anno scorso ho allenato l’Under 16 della Lazio. Per mia scelta l’impegno non è andato avanti quest’anno. Dopo il calcio non è facile ricominciare. Devi iniziare una nuova vita. Hai le idee un po’ confuse perché potresti fare tutto e niente. Mi sono preso un po’ di tempo e mi sono dedicato alla New Team, la mia scuola calcio. È venuto fuori anche qualche ragazzo di prospettiva. Sono contento. Ho investito in Sicilia e nel Lazio. Non devo vivere per forza di calcio, lo devo fare come dico io. E mi deve fare stare bene". Lo ha raccontato Christian Terlizzi, intervistato ai microfoni de "Il Posticipo".

Diversi i temi trattati dall'ex difensore tra le altre di PalermoCatania e Trapani: dalla sua esperienza nel capoluogo siciliano con Silvio Baldini in panchina, in procinto di tornare ad allenare il Palermo, ai diversi calciatori che hanno vestito la maglia rosanero. Ma non solo... "La Sicilia è diventata la mia seconda casa. Ho passato belle stagioni tra Palermo, Catania e Trapani. Ho ritrovato un po’ la mia Roma, quel senso di borgata, la confusione, il sole, le persone belle e socievoli. Mi ha fatto sentire a mio agio. Ho conosciuto Maurizio Zamparini nel ritiro estivo. Io e Simone Pepe facevamo parte del gruppo di giovani della squadra. Il presidente non sapeva nemmeno il nome di alcuni giocatori che aveva comprato, a tavola chiedeva informazioni a Foschi, l’uomo mercato del club", le sue parole.

PALERMO E BALDINI -"Silvio Baldini ha creduto in me anche se ero un giovane che veniva dalla C. Purtroppo poi mi sono fatto male, ho avuto un problema al ginocchio e sono rimasto fuori per cinque-sei mesi. Ricordo la bellissima festa per la promozione allo stadio Renzo Barbera e il concerto dei gemelli Filippini che suonavano Vasco Rossi e Ligabue. C’era anche Andrea Gasbarroni: nessuno sapeva imitare Vasco come lui".

DA CORINI A TONI -"In quel Palermo ho trovato anche altri due grandi giocatori che non hanno il Mondiale, Eugenio Corini e Lamberto Zauli: il primo mi dava sempre consigli, il secondo era un talento mostruoso. Anche io dovevo andare in Nazionale per disputare un’amichevole prima del Mondiale, qualche giorno prima però mi sono stirato e non sono stato più convocato. Toni e Grosso? Fantastici e silenziosi. Luca scherzava sempre, ma lo faceva in maniera graziosa. Era un uomo genuino e leale. C’erano anche Andrea Barzagli, Cristian Zaccardo e Simone Barone: altri campioni del mondo. Quel Palermo era davvero una grande squadra".

CATANIA -"Ci sono andato perché c’erano Baldini e Atzori con cui avevo condiviso momenti importanti a Palermo. Nessuno mi ha fatto pesare il mio passato. Battere l’Inter di Mourinho per 3-1 è stato speciale, non dimentico le vittorie con Milan e Juve. Il direttore Pietro Lo Monaco ha costruito belle squadre. Il mio ultimo Catania aveva un'anima argentina. Al mio arrivo c’era solo Mariano Izco, quando sono andato via erano in 15 considerando lo staff tecnico formato da Diego Simeone, German Burgos e Oscar Ortega", ha concluso.

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