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Sirigu e il Palermo, l’esperienza e il carisma del portiere amato da compagni e tifosi

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Dal Palermo in Serie A alla Champions League e ritorno. L’obiettivo è la promozione con la maglia rosanero.

Cosa manca al Palermo quest’anno?

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Tutto il mondo è paese e in ogni competizione c'è sempre il calcio con le sue insidie e partite mai scontate. Vale in terza categoria così come in una finale del Mondiale. Vale, ovviamente, anche nel mezzo, perché ogni torneo è diverso ma alla fine uguale. E certe parole hanno un peso e un significato specifico. Le difficoltà del Palermo sono evidenti. Le ambizioni di inizio stagione si sono scontrate con il responso parziale del campo e dunque della classifica: nono posto, fuori dalla zona play-off, ovviamente distanti dall'obiettivo promozione. Chiaramente c'è ancora tutto il tempo per recuperare, ma già dalla prossima partita bisognerà non collezionare più rimpianti. Lo sa bene Salvatore Sirigu, l'uomo più esperto della rosa. "Risultati Champions League? Non sono mai scontati. In questa competizione non ci si può rilassare. Ogni partita va giocata con serietà e determinazione". Sirigu parlava così nel 2014 dopo la qualificazione del Psg ai quarti di finale battendo nel doppio confronto il Bayer Leverkusen. Parole, quelle, sempre attuali e, soprattutto, attuabili in ogni contesto o categoria. Anche in Serie B. Soprattutto, dichiarazioni da completare. Lo stesso Sirigu, undici anni dopo, ha aggiunto a quel pensiero universale un particolare non banale.

Sirigu e il 'segreto' per superare le difficoltà

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Sirigu, infatti, ha ricordato che tutti i risultati di calcio, dalla Champions alla D, sono veicolati anche da un fattore, un altro. Forse uno dei più importanti: la dea bendata. "Un po' di fortuna per il Palermo? Ovviamente sì". L'ex portiere di Torino e Napoli ha risposto così dal Franchi, a margine del Pepito Day, in zona mista. Gli hanno chiesto della stagione dei rosanero e lui non ha potuto non sottolineare un aspetto: le difficoltà sono figlie di errori collettivi, dunque propri, ma anche di circostanze ed episodi che hanno costretto il Palermo a vivere un'annata complessa, distante dalle ambizioni promozione.

Sirigu, anni 38, quattro Ligue 1 vinte, 30 presenze in Champions a Parigi, conosce bene gli ostacoli di certe stagioni e anche alcuni segnali che possono arrivare. Vanno intercettati senza farsi demoralizzare. Come a dire: ne prendiamo atto, ma c'è ancora tutto il tempo per risalire. Per rialzarsi. La squadra lo segue, lo sa, d'altronde il club in estate ha puntato su di lui anche per questo motivo. Serviva al gruppo un altro uomo di spessore da inserire all'interno di uno spogliatoio che coltivava sogni di prestigio. Sirigu sta provando a dare il suo contributo soprattutto fuori dal campo.

Fotografia della stagione: cosa manca al Palermo?

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Come si traduce il concetto di fortuna all'interno di una stagione simile, con 39 punti conquistati dopo 30 giornate, con un nono posto che stona con le aspettative iniziali, con una squadra forte, almeno su carta, con valori importanti, ma spesso fragile? C'è un dato recentemente rimarcato che può in parte sintetizzare gli spigoli stagionali: il Palermo ha perso 11 punti dopo il minuto 80. Nel finale ha smarrito posizioni in classifica, ha dilapidato chance ghiotte subendo rimonte inattese. Poteva essere molto più in alto in classifica se avesse retto fino al triplice fischio. Di sicuro in zona play-off. È una squadra, quella rosanero, che stacca la spina troppo presto. Che dimentica quanto un istante possa essere fatale, spesso in negativo. Non è solo una questione di tattica o di valori individuali, ma di carattere, di testa, di atteggiamento. E la fortuna, in tal senso, conta poco o nulla. Piuttosto, può contare nei singoli episodi, perché si possono vincere partite anche senza dare il massimo oppure immeritatamente. Il Palermo, invece, ha spesso pagato oltre i propri errori e i propri limiti. Per questo tornano alla memoria le parole di Sirigu, alcune tra tante, del 2014: "Mai dare nulla per scontato". Vale per la Champions League così come per la lotta play-off in Serie B. Anche perché al tramonto della stagione, quando i punti cominceranno a pesare, il Palermo sarà chiamato ad affrontare avversari che venderanno cara la pelle e che non regaleranno nulla. Saranno partite complicate, ricche di difficoltà. Oltre quelle previste. Servirà massima concentrazione e, ovviamente, anche un pizzico di fortuna. E servirà anche l'esperienza di chi ogni giorno, nello spogliatoio, ricorderà alla squadra che nel calcio non bisogna mai sottovalutare nessun avversario e nessun minuto di gioco. Può succedere sempre di tutto in ogni momento.