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Segre: “Un treno così passa di rado. Playoff? Non poniamoci limiti”. E su Corini…

Palermo
Le dichiarazioni rilasciate dal centrocampista del Palermo: "Mi ispiro a Kakà"

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"La cessione? Una scelta del Torino, ma quando mi ha cercato il Palermo ho detto subito sì perché la società e la città sono ambiziose, pensano in grande. Sono treni che non capitano tutta la vita, specie questo, è stata un’emozione". Lo ha detto Jacopo Segre, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport". Diversi i temi trattati dal nuovo centrocampista del Palermo, approdato in Sicilia nel corso della sessione estiva di calciomercato: dal suo rapporto con il tecnico Eugenio Corini, agli obiettivi della compagine rosanero. Ma non solo...

DA LONGO A CORINI - "Dei tecnici con cui ho lavorato chi mi ha insegnato di più? Longo alla Primavera del Toro - cui faccio un in bocca al lupo ora a Como -, poi sono molto affezionato a Zenga con me a Venezia nel 2018, a Giampaolo e a Vecchi sempre a Venezia. Corini? Una persona bella e brava, cui piace parlare, spiegarsi. Cerco d’imparare visto il suo passato nel ruolo, cerco di seguirlo il più possibile. Un gran feeling", ha proseguito Segre.

RUOLO -"La mia posizione preferita? In un centrocampo a 3, da mezzala. A Perugia giocavamo a 2 in mediana l’anno scorso, però preferisco la mezzala destra. I miei eroi da ragazzino? A Milanello ho avuto la fortuna di vedere Kakà da vicino, ho fatto il raccattapalle a San Siro, era un bel vedere. Poi ho conosciuto Beckham per la presentazione di uno spot, all’epoca giocavo a Piacenza ma David non sapeva

neanche dove fosse... Sì, Kakà era un 10, però mi piaceva la sua falcata elegante, la sua classe, mi ispiravo a lui, la sua sportività. Oggi mi piace Barella. All’estero... De Bruyne e Gundogan. Ma io vedo di tutto dalla C all’estero, anche se devo studiare, mi mancano 6 esami alla Laurea".

OBIETTIVI -"Palermo neopromossa ambiziosa, come si concilia il tutto? Con umiltà e voglia di lavorare. La B è un torneo difficile, con tanti club che vogliono salire. Ed equilibrato: puoi vincere col Genoa e perdere ovunque. Dobbiamo lavorare per migliorarci. L’ambizione ci spinge a dare tanto. I playoff? Perché no. Se dobbiamo sognare, meglio non porsi limiti...", le sue parole.

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