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Sabatini: “Zamparini mi esaltava, con lui come al Milan. Io e Delio Rossi via…”

Palermo
Curiosità e aneddoti su Maurizio Zamparini, nel libro scritto da Alessio Alaimo

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"Maurizio Zamparini. Ambizione, passione, visione" è il titolo del libro scritto dal giornalista Alessio Alaimo ed edito da Amazon, che verrà presentato pubblico il 17 luglio alle ore 11:30 presso il Mida Sirenetta Beach Lounge Bar (Mida 2) di Mondello (Palermo) alla presenza di tanti addetti ai lavori tra i quali Rino Foschi, Giovanni Giammarva e Guglielmo Micciché.

L'opera raccoglie curiosità ed aneddoti legati all'ex patron rosanero, scomparso lo scorso 1 febbraio 2022 all'età di ottant'anni. All'interno del libro, varie storie legate all'imprenditore friulano, raccontate da chi con il presidente della storica promozione in Serie A con il Palermo, ha lavorato a stretto contatto nel lungo corso al timone del club di viale del Fante. Tra questi l'ex direttore sportivo della società rosanero, Walter Sabatini, polo manageriale di assoluto spessore ex tra le altre di Lazio, Inter e Roma. Di seguito uno stralcio del suo personale racconto su Zamparini.

LE LITI CON ZAMPARINI - “Era un presidente straordinario, alternava attacchi di ira ad analisi accurate. Ho sempre attinto molto da lui, sono diventato quello che sono perché ho lavorato tre anni alle sue dipendenze. Ti prendeva in contropiede, quando arrivava a Palermo c’era grande fibrillazione. Ne aveva per tutti, se era incazzato però c’era poco da fare. E si incazzava per i motivi più disparati. Ma lo adoravo. Abbiamo avuto dei litigi furiosi, uno in particolare: voleva fare a pezzi Colantuono, urlavamo in maniera preistorica. Gli dissi una cosa che mi venne da dentro: ‘Presidente, ho sempre pensato che i guai del Palermo fossero tutti attribuibili a Rino Foschi. Invece sono tutti colpa sua’. Passò dall’eccitazione al collasso, come se si fosse trovato davanti ad una realtà che non aveva mai valutato. Ma tra noi c’era grande complicità. Mi esortava a fare trattative come se fossi il direttore sportivo del Milan, questo mi esaltava”.

LA QUESTIONE "DELIO ROSSI" - “Stava andando via Ballardini e gli dissi ‘Prendiamo Delio Rossi, lavora otto ore al giorno e andiamo sul sicuro’. Mi disse di andarlo a prendere. Così mi accordai con Delio e diedi la notizia a Zamparini. ‘Presidente, tutto a posto. Rossi è contento di venire’. Delio era in un momento di autostima molto alta perché veniva da anni esaltanti alla Lazio. Ma ad un certo punto ci arrivò una doccia fredda, perché Zamparini mi disse “Ci ho ripensato, siete troppo amici e mi fregate”. Delio si arrabbiò, poi l’ho preso in un secondo momento quando il Presidente ha cacciato Walter Zenga. ‘Lei ha sempre voluto Rossi, lo vada a prendere’. Detto-fatto. E abbiamo vissuto grandi momenti, sfiorando la Champions League e disputando la finale di Coppa Italia anche se li non c’ero più perché un giorno accadde un episodio: Zamparini non mi chiamava mai ad una certa ora, invece mi telefonò alle 20. Cominciò a fare una serie di considerazioni negative e all’improvviso gli chiesi cosa gli mancasse per essere felice sul piano sportivo. Mi rispose: ‘Che lei e Delio Rossi vi togliete dai coglioni’ Gli dissi che sarei andato via dimettendomi, mentre per Delio Rossi la vedevo complicata. Gli presentai le dimissioni ma seguendo da lontano la squadra con totale abnegazione e sentivo sempre i calciatori e il mister. Dopo mesi mi richiamò e mi disse di farmi pagare gli stipendi non dovuti perché mi ero dimesso ma a suo dire avevo lavorato bene ed onestamente. Zamparini era anche questo”.

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