SETTORE GIOVANILE

Primavera Palermo, Di Benedetto: “Mourinho e Guardiola il top, De Zerbi? Siamo amici”

Palermo Primavera

Le dichiarazioni rilasciate dal tecnico della formazione Primavera del Palermo FC, Stefano Di Benedetto: da Tanino cerro a Mourinho, passsando per Guardiola e l'ex rosanero De Zerbi

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Prima in classifica a +4 dal Monopoli  secondo nel girone C del campionato Primavera 3, a quota ventitré punti, frutto di sette vittorie e due soli pareggi, la formazione rosanero allenata da Stefano Di Benedetto ha inanellato una seerie di successi che stanno premiando il lavoro lungimirante ed oculato del club di viale del Fante, che vede al timone Leandro Rinaudo in qualità di Responsabile dell'intero Settore Giovanile rosa. Coach Di Benedetto, ex tecnico delle giovanili del Parma, oggi alla guida della Primavera del Palermo FC, nel corso di un'interessante intervista rilasciata ai microfoni del format di approfondimento calcistico #siamoaquile, in onda su TRM13, si è espresso su progetti ed ambizioni che riguardano i baby rosa, tracciando anche un affresco della sua esperienza da allenatore. Dagli esordi con Tonino Cerro - ex tecnico palermitano e presidente dell'AIAC di Palermo, prematuramente scomparso nel 2014 -, fino agli allenatori seguiti come esempio di espressione del gioco spumeggiante sul campo, quali José Mourinho, Pep Guardiola e l'ex tecnico rosanero Roberto De Zerbi

"Tonino Cerro? Ci sono tanti articoli che leggeva e portava nello spogliatoio per spronare i ragazzi. Me ne ricordo uno in particolare. C'era Inzaghi che all'Atalanta stava facendo benissimo nonostante il fisico minuto. Anche a noi oggi capita di leggere qualche articolo che possa servire per motivare i ragazzi. Modelli? Avere dei riferimenti aiuta molto per crescere, 17 anni fa mi affascinava il Mourinho del Porto sia per come gestiva le proprie squadre sia per il coinvolgimento che aveva all'interno del gruppo. Trasmetteva motivazione ai propri calciatori, c'erano tutti i giocatori che avrebbero dato la vita per il proprio allenatore. Un qualcosa che trascinava il gruppo verso obiettivi importanti. Poi mi sono avvicinato a quegli allenatori che proponevano il calcio che mi piaceva, parliamo di Guardiola o De Zerbi con quest'ultimo sono diventato molto amico. Ho molta ammirazione anche per alcuni allenatori che non hanno i miei principi di gioco ma hanno segnato molto le loro squadre con la leadership quale Simeone o Klopp. È importante comunque distaccarsi per non rischiare di copiare, devi essere bravo a modellare i principi di gioco con i calciatori che hai a disposizione".