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Pres. Pisa: “Lucca? Il Palermo voleva di più, vi racconto”. E fissa il prezzo
Quale futuro per Lorenzo Lucca? La parabola ascendente del bomber originario di Moncalieri non sta certamente passando inosservata. Protagonista in Serie B con il Pisa, attuale capolista del torneo cadetto, il classe 2000 ha metabolizzato nel migliore dei modi il salto di categoria dopo una stagione brillante in Serie C con la maglia del Palermo. E già nel giro dell'Italia Under 21, con cui ha messo a segno una rete contro la Svezia, l'ex numero 17 rosanero è tra i profili maggiormente monitorati sia dalle big del nostro calcio, sia dal commissario tecnico della Nazionale maggiore, Roberto Mancini.
Intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport", il presidente del Pisa Giuseppe Corrado è tornato a parlare della trattativa relativa al trasferimento di Lucca alla corte di Luca D'Angelo. Il calciatore è approdato in Toscana nel corso della sessione estiva di calciomercato a titolo definitivo dal Palermo: il club toscano ha rilevato il cartellino per una cifra che si aggira attorno ai 2,3 milioni di euro, implementata da una serie di bonus legati al numero di reti che il giovane centravanti riuscirà a realizzare nel corso della stagione. Bonus scaglionati in vari step: 10, 12, 15, 18 gol; obiettivi che se raggiunti in toto dal giocatore porterebbero nelle casse del club di viale del Fante una cifra complessiva di poco superiore ai 3 milioni di euro.
"Lo voleva anche il Sassuolo. La richiesta del Palermo era di 3 milioni, noi ne offrivamo 2. Knaster ha detto: 'Se il giocatore è forte, 2 o 3 non cambia. Cosa ha il Sassuolo più di noi? La Serie A: facciamo capire a Lucca che con lui ci possiamo arrivare'. E abbiamo chiuso: il Sassuolo si è ritirato e con i bonus abbiamo soddisfatto il Palermo - ha spiegato -. Quanto vale ora? Non lo so, ma se facciamo 20 milioni Knaster si è già ripagato l’investimento. Non abbiamo ancora un progetto su di lui, di sicuro genera valore all’impresa e le opportunità si creano attraverso le prestazioni. L’importante è mantenere equilibrio. Ma i tifosi capiscono? Purtroppo no, soprattutto quelli del calcio di una volta. Ma un imprenditore è come il tifoso, le aspettative sono alte. Non possiamo stare 10 anni in B così. A chi non piacerebbe andare in A? Però con le basi giuste, come il Sassuolo che è l’esempio che seguiamo. Sapendo che Pisa è una piazza molto più grande", le sue parole.
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