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mediagol palermo Pippo Inzaghi al Palermo: l’identikit del maestro della categoria
L'Analisi

Pippo Inzaghi al Palermo: l’identikit del maestro della categoria

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Il nuovo tecnico dei rosanero si è dimostrato una sicurezza in Serie B, con due promozioni e tanti ottimi campionati

Di Nicholas Barone

Filippo Inzaghi, dopo settimane di trattative, è il nuovo allenatore del Palermo. Il tecnico ha firmato un contratto pluriennale con opzione.  Scelta che rispecchia in pieno le ambizioni della società per il quarto anno di cadetteria. La carriera dell'ex Pisa, infatti, parla di un profilo che in B rappresenta la figura migliore per affidare un progetto che punta alla massima serie.

LA CARRIERA DI SUPERPIPPO

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Inzaghi muove i primi passi come allenatore subito dopo il suo ritiro da calciatore, scalando in un anno dal Milan U17 alla primavera, con cui vince anche, nel 2014, il torneo di Viareggio. L'anno dopo, per la stagione 2014/15 viene promosso a tecnico della prima squadra rossonera, con cui arriverà al decimo posto, in una delle peggiori stagioni della storia recente dei milanesi. Non viene confermato per il secondo anno, nonostante il contratto in scadenza la stagione successiva.

Da questo momento, il tecnico inizia ad ottenere i suoi primi successi: riparte dal Venezia, neopromosso in Serie C, vincendo subito il campionato con dieci punti di distacco dalla seconda. La stagione successiva porta i lagunari ai playoff di Serie B, grazie ai 67 punti conquistati nella regular season. Vince il primo turno con il Perugia per 3-o, ma esce proprio con il Palermo in semifinale in virtù del risultato complessivo di 2-1 per i rosanero.

Torna in massima serie il campionato successivo, accettando la corte del Bologna. Anche la seconda esperienza in A non va come previsto, e arriva l'esonero alla ventunesima giornata figlio di soli quattordici punti conquistati in ventuno gare. Archiviato il fallimento in Emilia, Superpippo decide di scendere nuovamente di categoria, andando al Benevento, scottato dalla sconfitta alle semifinali playoff nonostante il terzo posto. Qui l'allenatore vive la sua miglior stagione: seconda promozione in carriera, la prima in Serie B, record di punti in categoria (86), miglior difesa, miglior attacco e Serie A conquistata con sette giornate di anticipo. Un successo che lo consacra come uno dei migliori mister della categoria. Affronta, quindi, il terzo campionato di Serie A, questa volta con i campani. Dopo un ottimo girone di andata chiuso all'undicesimo posto con ventidue punti, la seconda frazione è disastrosa, con solo undici punti conquistati che portano la squadra al diciottesimo posto, con conseguente retrocessione, la prima in carriera per l'allenatore.

Dopo la delusione in massima serie, il Brescia lo convince a ritornare in cadetteria e, dopo una stagione passata tra i primi due posti, dopo un crollo di risultati e il rapporto con il presidente Cellino ai minimi storici, viene esonerato alla trentunesima giornata. Successivamente, inizia una delle esperienze più controverse della sua carriera: accetta la chiamata della Reggina, alla ricerca di un mister che permetta di fare il salto di qualità dopo il quattordicesimo posto dell'anno precedente. La prima parte della stagione è più che positiva, con i calabresi in piena zona promozione diretta nonostante i problemi societari, che toccano il loro massimo nel girone di ritorno, con la squadra che crolla, complice anche la penalizzazione di cinque punti. Arriva settimo disputando comunque i playoff, ma esce al primo turno contro il Sudtirol. Viene confermato anche per un altro anno, ma il fallimento dei granata lo porta a rimanere senza squadra.

L'ultima parentesi, fino ad adesso, in Serie A dura solo 16 partite: chiamato ad ottobre 2023 per sostituire Paulo Sousa alla Salernitana, viene esonerato a febbraio con la squadra all'ultimo posto.

Messa alle spalle la delusione in terra campana, riparte dall'ambizioso Pisa, che cerca il salto di categoria. In toscana vive una stagione da sogno, conquistando la promozione diretta con 76 punti e riportando in massima serie i nerazzurri dopo 34 anni di assenza. Interrompe il rapporto per abbracciare il progetto rosanero.

L'ANALISI TATTICA DI INZAGHI

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Inzaghi ha dimostrato, per tutta la carriera, una caratteristica fondamentale: l'elasticità di pensiero. Ha cambiato tantissimi moduli in tutto il suo percorso da allenatore, passando dal 4-3-3 con il Venezia al 3-4-2-1 di Pisa, non insistendo mai per una soluzione non conforme alle possibilità della propria rosa e riuscendo, in questo modo, a valorizzare tanti elementi. La sua non è una tattica che si basa su dettami tattici riconducibili al cosiddetto "bel gioco", caratteristica ricercata dai suoi predecessori in rosanero, ma punta tutto sull'efficacia, sfruttando le fasce e i lanci precisi dalla difesa. Trasformare un'azione in offensiva in pochi secondi, sfruttare il pressing e cercare la giocata veloce sono tra le caratteristiche messe in risalto nel suo ultimo periodo da tecnico del Pisa. La poca ricerca del controllo dell'azione viene evidenziata anche dal possesso medio della squadra nerazzurra, pari al 46%.

Partendo dalla difesa, l'elemento cardine è un centrale abile con i piedi e che sappia cercare la giocata lunga, come lo è stato Canestrelli quest'anno. D'altra parte gli esterni sono fondamentali per la manovra: uno dei due laterali, come fatto da Tourè a Pisa, deve garantire fisicità e atletismo, così da sfruttare al meglio gli spazi creati. Il trio d'attacco comprende un fantasista, alla Tramoni, che possa inventare la giocata per scardinare le difese avversarie, un trequartista più fisico e di sacrificio, come Moreo, e una punta che non ha il solo compito di segnare, ma di lavorare a tutto tondo per i compagni, e in tal senso Lind ne è stato l'esempio lampante lo scorso anno. Le squadre di Inzaghi si contraddistinguono costantemente per una difesa granitica, in grado di subire pochissime reti (36 quest'anno). Nonostante ciò, la fase offensiva non è trascurata e, al contrario, porta a un buon numero di azioni pericolose, come sottolineato dai 13 tiri medi per match di quest'anno e i 64 gol fatti.

Il tecnico ha dimostrato di saper valorizzare tanto il valore umano con cui lavora, tra giocatori riscoperti e giovani sfruttati al meglio, dandone dimostrazione in ogni esperienza in cadetteria, visti i risultati prima e dopo il suo arrivo. E in una situazione come quella del Palermo, in cui tanti giocatori hanno bisogno di ritrovarsi dopo prestazioni non all'altezza del loro potenziale, l'arrivo di un tecnico in grado di mettere in risalto la rosa potrebbe essere la svolta per tanti calciatori che in Sicilia non hanno ancora dato quanto ci si aspettava.

La scelta di puntare su un tecnico molto diverso dai precedenti manifesta la volontà della società rosanero di cambiare passo dopo tre stagioni non entusiasmanti, e il profilo di Inzaghi ha dimostrato di essere, negli anni, una sicurezza per la categoria.