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EX PALERMO

Pastore: “Io, Rossi e la Coppa Italia. A Palermo giocavo in spiaggia con i tifosi”

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Le dichiarazioni rilasciate da Javier Pastore: l'ex fantasista del Palermo ha ripercorso le tappe della sua carriera

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"E’ sempre un piacere parlare di Palermo, parlare della città, della squadra. Tutto quanto mi ha lasciato un ricordo molto bello e non posso che ringraziare per sempre i palermitani". Lo ha detto Javier Pastore, ospite della trasmissione "Notte Rosa", in onda su TeleOne. L'ex fantasista del Palermo è tornato a parlare della sua prima esperienza in Italia, al Palermo, compiendo un autentico viaggio nel tempo. "L'esperienza di Palermo per me è stata molto felice, il clima il sole, la spiaggia. Quando c'era la mia famiglia, ed io finivo gli allenamenti, tutti erano al mare, allora io li raggiungevo lì. Immagina la gente, che mi vedeva lì a Mondello, ho passato ore ed ore a giocare sulla spiaggia con tanta gente, per me era un sogno. Ero arrivato in Europa e stavo in una città dove ero trattato benissimo. Dovunque andavo c'era un rispetto, un amore verso me che non dimenticherò mai, uscire per strada a Palermo era la cosa più bella che potessi vivere con la mia famiglia", ha raccontato.

Trasferitosi nel capoluogo siciliano nell'estate del 2009, El Flaco si è presto consacrato in maglia rosanero come uno dei maggiori talenti di prospettiva del panorama calcistico internazionale. Un biennio di magie e numeri. Un Palermo capace di dare scacco alle big del calcio italiano, in grado di conciliare gioco, risultati e spettacolo, magistralmente guidato da Delio Rossi.

"L'allenatore che ha più contribuito alla mia crescita umana e professionale? Senza dubbio Delio Rossi, con lui ho avuto un rapporto ottimo fin dal primo giorno. Ho parlato con lui fino a pochi giorni fa, in occasione del suo compleanno - ha proseguito Pastore -. Non ho avuto purtroppo la fortuna di rivederlo a Roma, quando io ero lì, e non siamo riusciti ad incontrarci a causa della pandemia da Covid-19. Lui mi ha insegnato tantissimo. E' arrivato il primo giorno e mi ha detto: 'Questo mese con me non giochi, però ci alleneremo ed impareremo tanto, così dopo potrai giocare con tranquillità', ed è stato così. Mi ha fatto allenare ogni giorno singolarmente, oltre alle sedute con la squadra, due ore di tattica, spiegandomi come mi dovevo muovere, dove e come dare la palla, se in mezzo o sull'esterno. Tutto ciò mi è servito per completare il mio bagaglio tecnico-tattico nel prosieguo della mia carriera. Io dopo quel mese sono entrato in campo e sembravo completamente un altro giocatore, sapevo dov'erano i miei compagni, i movimenti che facevano, e quello me lo ha insegnato solo Delio Rossi. Tutti i giorni, il mister si dedicava nello specifico a me, Abel Hernandez e altri giovani prospetti. Lui ci ha insegnato delle cose che mi porto ancora dentro. Grazie a Rossi il mio secondo anno al Palermo è stato incredibile. Io venivo dall'Argentina, da un campionato che è durato solo sei mesi dove, per altro, avevo giocato solo diciotto partite. Non ero assolutamente un giocatore esperto e sono arrivato in Serie A, in un campionato completamente diverso, una città nuova, una lingua da imparare. Dovevo crescere e formarmi sul piano tattico e Delio questo lo ha capito subito".

FINALE COPPA ITALIA - "La finale di Coppa Italia contro l'Inter? Come potrei dimenticarla. Ho fatto venire tre giorni prima della partita la mia famiglia a Roma e mi mandavano dei video e mi dicevano 'Roma è tutta rosanero', ovunque andassero c'erano palermitani con le maglie rosanero. Vedere l'Olimpico metà rosanero e metà nerazzurro, è stato qualcosa di veramente speciale. Me la ricordo bene, è stata una bella partita, abbiamo avuto la sfortuna di non vincerla, però io credo che ancora i palermitani la ricordino come un trionfo più che una sconfitta. E' stata la ciliegina sulla torta, giocare quella finale, in quell'anno dove avevamo fatto così bene. Sarei rimasto al Palermo se avessimo vinto la Coppa? Non c'era nulla che riguardasse il mio futuro collegato a quella partita. Io quell'anno ero esploso tanto calcisticamente e c'erano tanti club importanti che mi cercavano. Io ambivo a compiere un salto di qualità in carriera. A Palermo stavo facendo molto bene, con questa maglia ho conquistato la convocazione in Nazionale partecipando anche al Mondiale. Mi serviva qualcosa per trovare un ulteriore slancio e penso che Zamparini questo la abbia capito bene", le sue parole.

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