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FOCUS PALERMO

Palermo, sei punti e orizzonte playoff: modulo, plus dei big e l’effetto Pohjanpalo

Palermo Calcio
Due vittorie consecutive e otto punti nelle ultime quattro gare. Seppur con difetti di fabbrica e cronici limiti strutturali, la squadra di Dionisi si rilancia in chiave playoff trascinata da personalità e caratura tecnica dei big arrivati a gennaio
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di Leandro Ficarra

ORIZZONTE PLAYOFF - Successo di misura. Comunque meritato. Intriso di significato, foriero di molteplici indicazioni. Il Palermo regola il barcollante Brescia al Barbera. Griffe dal dischetto, prestigiosa e decisiva, di Joel Pohjanpalo. Rosa che compiono la loro missione possibile. Rispettando pronostico e valori assoluti. Disputando un primo tempo tra i più intensi, fluidi e autorevoli dell'intera stagione. Per coralità, armonia e linearità di manovra. Vittoria preziosissima sul piano numerico e psicologico. Dà seguito virtuoso al tris da minimo sindacale, con annesso ed inopinato patimento iniziale, rifilato a domicilio al boccheggiante Cosenza. Consente altresì di planare nuovamente sull'otto volante dei playoff. Seppur a fari spenti e rannicchiati in ultima fila. Domati in serie lupi e rondinelle. Dopo i due pari, dall'accezione profondamente diversa ma entrambi al fiele, contro Spezia e Mantova.Tiepido surrogato di continuità.

Otto punti nelle ultime quattro sfide, sei con zero gol al passivo nei clean sheet di Audero contro calabresi e compagine di Maran. Ruolino di marcia che ha parzialmente raddrizzato la rotta. Scongiurando il calcistico naufragio nel cuore della bufera. Vortice rovinoso di mediocrità e anonimato. Figlio di topiche, omissioni, lacune ed incongruenze che hanno segnato fin qui l'annata. Responsabilità manageriali e tecniche già focalizzate, analizzate e circostanziate a più riprese. Poi la virata a gennaio. L'avvento di un totem dirigenziale di acclarato lignaggio come Carlo Osti. Investimenti monstre e tris d'assi calato in sede di mercato invernale. Mosse perentorie per cambiare marcia e aggredire la griglia playoff. Gettando, comunque vada, basi d'oro e granito per il Palermo che verrà.

BIG DECISIVI - Pohjanpalo la pietra miliare. Audero e Magnani due big assoluti per la categoria con lodevoli e performanti trascorsi in massima serie. Valori aggiunti dirimenti. Portatori sani di carisma, leadership, personalità. Dote inestimabile che va oltre l'inconfutabile spessore tecnico. Letture, giocate, movimenti, linguaggio del corpo, interazione sul terreno di gioco con compagni e avversari. Tre profili che c'entrano poco o nulla con la serie cadetta. Hanno alzato palesemente livello di competitività e diapason motivazionale in seno al gruppo squadra. Generando un riverbero collettivo virtuoso già tangibile. Seppur ancora in embrione. Permangono scompensi, limiti cronici e strutturali, perplessità su vertiginose oscillazioni di matrice mentale e tecnico-tattica. Al pari di interrogativi al cospetto di alcune discutibili scelte di Dionisi. Il double di vittorie solleva definitivamente il tecnico dalla graticola. Regala prospettive ed orizzonti da esplorare in chiave playoff. Con dieci gare ancora da giocare e distacchi ragionevolmente colmabili. Due punti dal sesto posto, quattro dal quinto, cinque dal quarto. Cesena, Cremonese, Juve Stabia e Catanzaro, rivali ostiche ma certo irresistibili. In relazione a stato di forma attuale e cifra tecnica complessiva.

MODULO E DIONISI - Dionisi pare ormai aver optato per una strada. Definita e definitiva. Il 3-4-2-1 è il vestito tattico che il Palermo indosserà per giocarsi le proprie chances nella rincorsa playoff. Con imperfezioni, pieghe, difetti di fabbrica leniti solo in parte nell'ultima finestra di mercato. Dopo sperimentalismi esasperati, gestione nefasta dei giocatori più rappresentativi, mosse improvvide e poco ispirate in corso d'opera che hanno zavorrato l'intero girone d'andata ed oltre. L'ex coach del Sassuolo ritiene questo sistema di gioco la migliore sintesi tra equilibrio e indole propositiva in funzione di morfologia e peculiarità dell'organico attuale. Valutazione opinabile. Comunque base di stabilità e presupposto di continuità. Alla ricerca di automatismi e riferimenti, tattici e di manovra, che possano conferire identità ed anima ad oggi mai consolidate durante il percorso. La carenza di qualità sugli esterni permane un deterrente in entrambe le fasi. Mitigato dalla guida autorevole e dominante di Magnani nel cuore di un terzetto difensivo completato da esplosività di Baniya e solidità di Ceccaroni nel ruolo di braccetti. Il tandem di interni Blin-Gomes, proposto contro il Brescia, ha garantito ulteriore schermatura e protezione al pacchetto arretrato. Fisicità, sagacia tattica, linearità in transizione conferiti dall'ex Lecce. Poco appariscente, ma essenziale e sostanziale il suo apporto in zona nevralgica. Dinamismo, moto perpetuo e cambio di passo per Claudio. Centrocampista intenso e laborioso: tackles, ritmo, strappi e chiusure solidali a turare falle schiuse dalle negligenze dei compagni. Binomio in mediana emblema di equilibrio e quantità, che non ha certo visione di gioco, fosforo e verticalità nelle sue corde. Plus che Dionisi ha cercato e trovato nella vena creativa di Verre e Di Francesco. Ispirato, volitivo e ben più intenso del consueto tra le linee il primo. Frizzante e brillante nell'uno contro uno il numero diciassette, schierato a tutta fascia sul binario mancino. Le Douaron è stato encomiabile per ardore e dedizione, generosa ma evanescente la sua prova. A disagio nel ruolo di secondo elastico, ha più l'accelerazione e la ricerca della profondità nel suo bagaglio. Per indole si muove più da seconda punta  o attaccante esterno. L'ex Brest non denota pensiero, tempi di gioco e tratti caratterizzanti del rifinitore.

BUON CALCIO PER UN TEMPO - Corto, alto, lineare. Coeso e propositivo. Intenso e fluido, a tratti arrembante. Il Palermo visto nella prima frazione contro il Brescia ha decisamente convinto. Pressing ultraoffensivo sulla trequarti lombarda, linee pronte ad accorciare sequenzialmente in avanti per togliere tempo, interspazi e concetto di profondità agli avversari. Feroce in sede di riconquista, razionale in gestione e transizione, limpido ed incisivo in rifinitura. Rosa che hanno sviluppato con ordine e sincronia in ampiezza e tra le linee, creando almeno tre palle gol nitide, chiamando a più riprese in causa l'ottimo Lezzerini. Pierozzi, due volte, Baniya, Verre, Pohjanpalo con una splendida incornata. L'esterno ex Reggina ha spinto con buona intraprendenza ed intensità sulla corsia di destra, calando vistosamente dopo l'intervallo. Vantaggio sfiorato ma non trovato, al culmine di gradevole trame corali. Rosa appannati e marcatamente meno performanti in avvio di ripresa. Venti minuti opachi ed involuti, in cui vengono meno lucidità, precisione, tempi e tracce di manovra. Il Brescia non fa nulla di trascendentale, ma incrementa il palleggio e pare prendere le misure. Quando Verreimbuca per il taglio in verticale di Di Francesco, il figlio d'arte si fa ipnotizzare da Lezzerini. Segre rileva Blin, esausto ed ammonito. Quindi le mosse di Dionisi che generano oggettive perplessità. Fuori Verre e Di Francesco per Vasic e Lund. Out le due fonti di maggiore estro e qualità in una fase in cui devi sbrogliare la matassa. Sempre più aggrovigliata con l'incedere del cronometro. Poi Diakitè per Pierozzi. Tuttavia, fato e perseveranza premiano gli sforzi dei rosa. Proprio una galoppata di Lund, con annesso cross dalla corsia mancina, fa da preludio al blitz di Ceccaroni sulla seconda palla, frustrato dal fallo ingenuo di Juric. Esecuzione perfetta di Pohjanpalo dagli undici metri. Destro secco, potente ed angolatissimo, che rende vano il tuffo dell'estremo difensore di Maran. Nel finale si rivede Insigne per Le Douaron.

DOMINUS JOEL - Bomber finlandese vero e proprio alieno per la categoria. Atterrato provvidenzialmente sul manto erboso del Barbera. Fisicamente straripante e dominante in the box, interpreta il ruolo di terminale offensivo con crismi di eccellenza assoluta. Movimenti, sponde, tempi e scelte di un altro pianeta per gli standard medi del torneo cadetto. Giocate sempre concettualmente irreprensibili, perfettamente funzionali alle esigenze della squadra. Eseguite con disarmante naturalezza e cristallina pulizia tecnica. Joel accende i compagni ed irretisce gli avversari. Tre gol in quattro match. Flemma, personalità e compostezza. Leadership tecnica e carismatica. Silenziosa, stilisticamente sobria e mai urlata. Acclarata fattivamente dal suo peso specifico sul rettangolo verde. Per questo ancor più legittima e devastante.

RUSH FINALE - Sfida con la Sampdoria insidiosa e sempre suggestiva. L'assenza di Ceccaroni per squalifica costringerà Dionisi a rivedere obbligatoriamente la composizione della retroguardia. Ranocchiamorde il freno dopo la panchina contro il Brescia. Difficile rinunciare ad uno tra Gomes e Blin in mediana. Di Francesco cerca continuità di impiego dopo la buona prova contro le rondinelle. Davanti tornerà titolare capitan Brunori dopo la squalifica. Prezioso, performante ed impeccabile fin qui l'italobrasiliano in coppia con Pohjanpalo. Bravo ad interpretare con intelligenza calcistica e cifra tecnica il ruolo di elastico tra le linee, fungendo da volano nella tessitura delle trame offensive, muovendosi in piena sinergia con il goleador finlandese    Scelte non facili da compiere per il tecnico toscano. Espugnare Marassi darebbe un'ulteriore e forse decisiva dose di autostima alla squadra in questo convulso rush finale. Creando i presupposti per un Barberaelettrico e traboccante di passione nel successivo big match casalingo contro la Cremonese.