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Palermo, Schillaci su Di Mariano: “Pezzo di questa città. Può vincere ancora la B”

Schillaci
L'intervista a Totò Schillaci, zio del nuovo acquisto rosanero

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E' ufficiale: Francesco Di Mariano è un nuovo calciatore del Palermo. L'attaccante, reduce dalla promozione in Serie A conquistata proprio con la maglia del Lecce e dalla vittoria dei playoff di Serie B di due annate fa con il Venezia, arriva in rosanero a titolo definitivo. L'edizione odierna de "La Repubblica" si sofferma sull'approdo del classe '96 in Sicilia, riportando una lunga intervista a Totò Schillaci: zio di Francesco Di Mariano.

"Gli auguro tanta fortuna, il talento non gli manca e ha già vinto due campionati di B. Qui potrebbe fare tris e in più entrare nella leggenda. Palermo è il mio desiderio irrealizzato, Kekko rappresenta il futuro, un altro pezzo della città che vuole farsi avanti. Quando era a Roma, dove lo aveva voluto Sabatini – ricorda Totò — gli diedi un consiglio: Non basta chiamarsi Francesco e avere il 10 sulle spalle per essere Totti. A Novara, Boscaglia lo utilizzava poco, non lo vedeva. Poi, ho parlato con Corini e mi ha confidato che questo giocatore creativo dalla tecnica straordinaria gli piaceva. Eugenio lo impiegava in diversi ruoli e lui rispondeva: così ha trovato posto e fiducia. L’allenatore lo conosce bene ed è l’uomo giusto, il ragazzo un professionista serio".

“Kekko”, che ha mosso i primi passi al Ribolla, nella scuola calcio di zio Totò, a 5 anni, era più bravo di quelli che ne avevano il doppio: "Non l’ho mai allenato, a 13 anni ha fatto le valigie, chiunque avrebbe capito che fiore stava nascendo. Non mi sono mai intromesso negli affari di famiglia. Ma il fatto che lo zio sia stato un grande campione non gli regala la gloria. Doveva dimostrare di valere e piuttosto bisognerebbe chiedere a Zanetti (esordio, assieme a Fiordilino, in A contro il Napoli nello stadio Maradona, poi la cessione, ndr) e Baroni perché non l’hanno confermato dopo la promozione, visto che è un elemento giovane e promettente. Francesco mi ha spiegato che a Lecce la porta si era chiusa. Ed io: “Perché non vieni a Palermo?”. La risposta: “Se mi danno un buon ingaggio nessun problema”». Detto, fatto. «Quest’anno la B è ancora più forte e uno come lui ci voleva. Qualcuno dice che l’ho portato io: non è vero, gli ho dato solo un consiglio. Non faccio il manager o il procuratore".

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