"L’astinenza non fa mai bene, non è questione di categoria. Se un attaccante non segna, non starà bene, questo è poco ma sicuro". Lo ha detto Lorenzo Scarafoni. L'ex attaccante del Palermo, che ha vestito la maglia rosanero dal 1995 al 1999, ha detto la sua sull'errore dal dischetto di Matteo Brunori, che non ha ancora messo a segno il suo primo gol col Palermo. "Credo che bisogna trovare la maniera per rompere questo digiuno nel miglior modo possibile. Credo che la soluzione giusta sia la semplicità, cercare di ragionare e magari avere una mano dagli altri compagni, che possano pure sostituirsi agli attaccanti che finora hanno qualche problema a livello realizzativo. L‘importante è non innervosirsi troppo, né tantomeno cullarsi sugli allori", ha dichiarato ai microfoni del "Giornale di Sicilia".
le dichiarazioni
Palermo, Scarafoni su Brunori: “Si segna restando tranquilli. Ho un consiglio”
Le dichiarazioni rilasciate dall'ex attaccante del Palermo, che ha vestito la maglia rosanero dal 1995 al 1999
IL RIGORE -"Brunori avendo 'scavalcato' il rigorista designato ha fatto trasparire un po’ di nervosismo? Eh, è probabile... Ci vuole un aiuto anche da parte dei compagni e del resto della squadra, da questo punto di vista. Dovrebbero dare un po’ di serenità agli attaccanti che non riescono a segnare, anche se non posso certo dire la mia sulla situazione attuale del Palermo, non conoscendo le dinamiche interne alla squadra. La ricetta, però, di solito è sempre quella".
LE COLPE -"Se le colpe possono essere solo dell’attacco? È un discorso solitamente retorico, quello per cui l’attaccante segna se tutta la squadra, incluse centrocampo e difesa, lavorano bene. In realtà le chiacchiere stanno sempre a zero, agli attaccanti gli si chiede di fare gol e devono farlo, almeno qualcuno. Se poi ci sono certi momenti in cui la rete non arriva, devono quantomeno fare delle prestazioni produttive per la squadra, senza risultare apatici. Ho attraversato anche io queste situazioni, capitano più o meno a tutti gli attaccanti, ma quando mi succedeva cercavo sempre di aiutare i compagni in un altro modo. Senza farmi additare per essere il responsabile per i gol non segnati, cercando anche di sacrificarmi senza palla. Se l’atteggiamento è questo, allora se ne può venire fuori", ha concluso.
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