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Palermo, ripartire anche dai giovani: da Peda a Vasic, troppe occasioni sprecate
Di Nicholas Barone
Il Palermo ha da poco concluso la sua - deludente - terza stagione in Serie B, perdendo il match contro la Juve Stabia. Proprio in questa gara la freschezza fisica e mentale delle vespe sembra essere stata l'arma vincente per dominare totalmente la sfida, senza lasciare nessuna speranza ai rosa. Tra i calciatori più importanti nello scacchiere di Pagliuca spiccano tanti giovani, che hanno avuto un ruolo fondamentale per il raggiungimento del quinto posto di quest'anno: lo stesso Peda, arrivato proprio dai rosa a gennaio in prestito secco, ha dimostrato di essere uno dei talenti più promettenti della categoria, con una seconda parte di stagione di altissimo livello. Fermare quasi in solitaria il duo Brunori-Pohjanpalo è solo l'ultimo dei tasselli di una grande annata vissuta in Campania dal 2002. In Sicilia, nelle diciannove partite in cui è stato convocato ha disputato solo 130 minuti, quintultimo in rosa per tempo di gioco quest'anno, davanti solamente a Lucioni, che ha lasciato i rosa a novembre, e Gomis, che ha terminato la stagione al primo match di Serie B per infortunio. Oltre a loro, il polacco ha un minutaggio più elevato di altri due giovani: Buttaro, che in 40 convocazioni con la prima squadra ha giocato 121 minuti, e Appuah, che è entrato in campo per soli 56 minuti. Numeri che raccontano la disastrosa gestione dei prospetti di quest'anno e - con franchezza - di tutte le annate dal ritorno in Serie B.
Patryk Peda è solo l'ultimo grande esempio di come un diamante grezzo possa essere lasciato in disparte nonostante le oggettive qualità: Aljosa Vasic, passato troppe volte come il capro espiatorio, ha dimostrato in alcuni tratti della sua avventura in Sicilia di potersi esprimere ad un buon livello. Il suo impatto ad inizio dello scorso anno è stato più che positivo, regalando anche prestazioni molto incoraggianti. In quel periodo ha giocato quattro partite da titolare nelle prime sei, cinque considerando la Coppa Italia. Le gare contro Cagliari - in coppa nazionale - e Bari facevano presagire ad un inizio di una grande storia con i colori rosanero, ma dopo un infortunio rimediato contro il Lecco che lo ha tenuto fuori per circa un mese, il serbo ha poi visto la titolarità solo un'altra volta in stagione. Troppo poco per pensare che un ragazzo, alla prima esperienza in B, possa esprimersi al meglio. Anche in questo campionato le occasioni sono state poche per l'ex Padova, solo due da titolare, e in quei brevi spezzoni in campo è stato relegato molte volte a ruoli non suoi che ne hanno compromesso l'efficacia.
I rosanero, se la volontà è quella di costruire un futuro solido, dovranno affidarsi ai giovani, senza paura di scommettere su di loro: in una piazza in cui Dybala, Pastore e Ilicic si sono formati calcisticamente appare inspiegabile il timore di dare fiducia ai ragazzi che vogliono emergere. Il coraggio e la sfrontatezza dovranno diventare le parole d'ordine della prossima stagione, o il rischio di bruciare altre occasioni è altissimo.
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