"Fantasmi del passato piombati sul derby, spettri di un Palermo che fu e che è stato pericolosamente rievocato nel secondo tempo da paura con il Messina che, in meno di 20 minuti, prima è riemerso dal 2-0 e poi ha rischiato pure di portare a casa l'intera posta". Così l'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, che rimanda alla mente vecchi fantasmi che il Palermo di Silvio Baldini ha inevitabilmente rievocato nell'ultimo pareggio interno contro l'ACR Messina.
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Palermo, riecco i fantasmi del passato: vantaggi sprecati e i numeri con Boscaglia…
Con la rimonta subita nel derby interno pareggiato per 2-2 contro il Messina, il Palermo ha rivisto vecchi fantasmi legati alla scorsa stagione
Nel derby, infatti, i rosa sono stati protagonisti di una debacle che, per loro fortuna, non si è poi concretizzata del tutto, con il pareggio che è risultato essere il parziale definitivo. Una prova a due facce, comunque, della formazione di Baldini, che nel se nel primo tempo ha surclassato sotto ogni piano gli avversari, nella seconda frazione è stata protagonista di un calo vistoso dal punto di vista dell'attenzione e dell’atteggiamento.
Storie già sentite, in particolare nella scorsa stagione, quando lo stesso sistema di gioco di Baldini veniva adottato da Roberto Boscaglia, e con il quale la squadra si faceva spesso imbucare come successo contro il Messina. Degli spettri che rievocano diverse situazioni di vantaggio che, nella scorsa stagione, sono state gettate al vento per via di disattenzioni e atteggiamenti sbagliati assunti in campo.
"L'altro dato che balza agli occhi è che nelle ultime due gare sono stati schierati, almeno 8/11 del Palermo utilizzato spesso da Boscaglia, quindi gli stessi giocatori che non hanno reso con il 4-2-3-1, tanto da rendere necessario l'avvicendamento con Filippi che, pur essendo stato il vice del tecnico gelese, dalla sua promozione è passato subito alla difesa tre", prosegue la rosea.
Vietato sbagliare, dunque, già nella sfida contro il Campobasso, nella quale i rosa avranno il compito di scacciare paure e vecchi fantasmi, per evitare ripercussioni non su quello che è stato, ma su quello che sarà.
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