IL COMMENTO

Palermo, prima gioia Dionisi: pragmatismo, sofferenza e alert da cogliere allo Zini

Palermo Calcio
Dionisi legge il momento delicato della squadra e imposta una gara conservativa ed accorta, complice il valore della Cremonese, per trovare risultato e fiducia dopo la falsa partenza. Tre punti, ma tanti segnali da cogliere al netto del risultato
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di Leandro Ficarra

Boccata d'ossigeno. Il Palermosbanca lo Zini con una folata ferale in ripartenza. Acuto vincente nell'ultimo spicchio di match, sull'asse Brunori-Di Francesco-Insigne. Una delle rarissime giocate limpide e ficcanti dalle parti di Fulignati della compagine di Dionisi, che ha disputato una gara estremamente remissiva e rinunciataria, subendo per due terzi di match cifra tecnica, palleggio e supremazia territoriale di una Cremonese dominante. I grigiorossi, per volume e qualità di gioco prodotti, non meritavano di uscire dal rettangolo verde con un pugno di mosche in mano. Alla formazione rosanero serviva una scintilla, un risultato di prestigio per scrollarsi di dosso le scorie psicologiche e nervose della falsa partenza. Una dote salvifica di ottimismo fiducia, che cancellasse lo zero periodico, in termini di gol realizzati, punti e sorrisi, che ha caratterizzato i primi centottanta minuti di campionato. Indipendentemente da modalità, cifra tecnica e stilistica della prestazione. Missione compiuta, grazie ad abnegazione, animus pugnandi ed una cospicua dose di buona sorte. Partita rosa conservativa e prudente, per usare un eufemismo. Ranghi serrati e perenne affanno da trincea per Ranocchia e compagni. La Cremoneseha fatto la gara per settanta minuti abbondanti, sciorinando geometrie, coralità, un calcio intenso ed avvolgente, pregno di pregevoli fraseggi sullo stretto, ariose trame in ampiezza, improvvise accelerazioni in verticale per scardinare la strenua densità rosanero. Dionisi, letto il frangente di oggettiva difficoltà, sul piano mentale e della condizione complessiva della sua squadra, ha preparato una partita in antitesi alla sua filosofia calcistica notoriamente propositiva.

Baricentro decisamente più basso rispetto a quanto visto fin qui, Palermo più raccolto ed accorto nella copertura del campo in fase di non possesso. Visibilmente meno audace e baldanzoso nell'applicazione del pressing, dedito a mantenere posizioni e densità senza mai allungarsi o prestare il fianco al quotato avversario. Un 4-3-3 tale solo in distinta, più spesso leggibile come 4-2-3-1 o 4-4-1-1 quando a menare le danze era la bandaStroppa. Già la scelta degli interpreti suggeriva maggiore pragmatismo, Pierozzi e Lund, più bloccati del solito, esterni bassi sulle corsie, con Nikolaou e Ceccaroni centrali in retroguardia. Di Mariano preferito ad Insigne per la  maggiore tigna e disciplina tattica, in ragione di un' acclarata e lodevole propensione al ripiegamento. Idem Di Francesco sul fronte opposto. Gomes e Blin a fare schermo e legna in mediana, Ranocchia a dirigere il traffico. La boaHenry per appoggiarsi sul lungo, valorizzandone stazza e fisicità, virtù imprescindibili per far respirare e salire la squadra. Il Palermo si è difeso basso per larghi tratti, lo ha fatto strenuamente, talvolta arrancando, ma con attenzione, reattività ed ordine. A differenza delle prime due uscite in campionato. Concedendo il giusto ai padroni di casa, pericolosi su palla inattiva con l'incornata di Antov, dalla distanza con Zanimacchia e Bianchetti, con una bella frustata aerea, in sospensione, di Tsadjout.

Collocolo e Zanimacchia sul fronte destro, Vandeputte e Sernicola sulla catena mancina, hanno più volte combinato con profitto, mettendo una quantità infinita di cross tesi ed insidiosi. Bravi Nikolaou, ma soprattutto Ceccaroni, autore di una gara monumentale per tempismo e solidità nel cuore dell'area di rigore ospite.  Essenziale e molto attento in copertura Lund, che ha patito fisiologicamente la spinta grigiorossa sul suo binario ma è parso applicato ed esente da particolari sbavature. Vazquez ha ricamato i soliti orpelli pregiati a tutto campo. Cenni di poesia calcistica, saggi di tecnica pura sullo stretto, versi declamatisoavemente in verticale. Gomes e Blin hanno faticato non poco ad arginare il talento del Mudo, ma il Palermo è stato bravo a stringersi in modo corale, limitando al minimo sindacale direttrici di passaggio e profondità agli uomini di Stroppa. Una spinta un po' troppo energica su Ceccaroni, vista dal direttore di gara, ha vanificato il gran destro dai venti metri di Majer che aveva rotto l'equilibrio nel finale della prima frazione. A fare da contraltare in casa rosanero, una proposta offensiva praticamente nulla. L'assoluta incapacità di uscire col palleggio in modo lineare e fluido dal forcing grigiorosso, imbastendo anche una bozza di manovra offensiva nella metà campo lombarda. Approssimazione ed errori di misura negli appoggi, unico tema il lancio lungo per il gigante Henry, bravo in protezione a coprire la sfera, guadagnando una marea di punizioni per rompere l'assedio lombardo.

Nei primi venti minuti della ripresa il canovaccio non è mutato. Cremonese a spingere forte, Palermoalle corde con guardia alta e spirito tosto di chi, stavolta, vuole restare in piedi. Desplanches è strepitoso sul destro a giro di Sernicola, dopo una poderosa progressione sul binario mancino dell'esterno di Stroppa. La Cremonese insiste e chiude il Palermo negli ultimi venti metri, Ceccaroni e soci issano un muro e concedono solo una serie di corner agli avversari. Tdsajout, imbucata perfetta di Vazquez, sceglie la potenza ed alza la mira a pochi metri da Desplanches.

Bravo Dionisi nella gestione dei cambi e delle energie. Prima Diakitè e Verre per Pierozzi e Ranocchia, quindi Insigne e Brunori per Di Mariano ed Henry. La Cremonese si allunga un po', dopo aver speso tantissimo, il Palermoinizia ad uscire la testa dal guscio. Trovando interspazi e campo per ripartire. Di Mariano, prima di lasciare il campo, fa in tempo a servire a rimorchioGomes, il destro del francese chiama ad una parata non semplice Fulignati. Diakitè prova a prendersi la corsia di destra con la sua proverbiale gamba. Verre entra col piglio giusto, dando freschezza ed alzando notevolmente la cifra tecnica in zona nevralgica. L'ex Udinese spizza un rinvio e pesca Brunori, il capitano verticalizza in drop per la sgroppata di Di Francesco a campo aperto, il diciassette resiste al body-check con Antov e trova Insigne che infilza Fulignati sul palo opposto. Cremoneselunga, sfilacciata e protesa esasperatamente in avanti, bucata dal più classico dei contropiedi. Johnsen, Nasti, Barbieri, De Luca, Stroppa si gioca un poker dalla panchina per riacciuffarla. L'ex Venezia sfiora la prodezza, stop uncinato e palleggio delizioso dal rinvio di Fulignati, shoot col destro che sfiora la traversa. Dionisi fa esordire Baniya e si mette a cinque dietro. Desplanches chiude con coraggio su Barbieri. Verre e Brunori prima confezionano la chance del bis, bravo Fulignati, poi gestiscono con malizia e personalità l'extra time, giocando con sfera e cronometro. Tre punti che restituiscono un pizzico di serenità, ma non risolvono certamente criticità e lacune evidenti ribadite, per gran parte del match, anche sul manto erboso dello Zini. Urgono, oggi più che mai, lavoro, acume e concretezza per raggiungere un livello di rendimento consono alle ambizioni palesate alla vigilia della stagione. L'asticella va ancora alzata e di molto, sul campo ed in sede di calciomercato, se si vuole realisticamente competere per il salto di categoria.

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