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Le Parole

Palermo, Pastore: “Prima di giugno 2025 annuncerò il mio ritiro”

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Le parole di Pastore al "Torretta Cafè" sul suo ritiro dal calcio, ormai prossimo
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Javier Pastore, ex leggenda rosanero, è intervenuto nel nuovo talk show "Torretta Cafè". Tanti temi dibattuti, tra cui il futuro e cosa gli ha dato il calcio.

IL FUTURO

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L'ex 27 rosanero ha parlato del suo futuro: "Non gioco più a calcio da un anno e sette mesi. Mi sono operato 8 mesi fa, adesso sto benissimo non ho più dolori però ho perso tanto tempo. Non ho continuato ad allenarmi in un modo professionale. Ogni anno il calcio cambia tantissimo. Oggi è più importante il fisico, i giocatorisono atleti. Non ho in testa di tornare in campo, penso che prima di giugno 2025 annuncerò ufficialmente il mio ritiro dal calcio giocato, ma sto studiando perrestare in questo mondo che amo"

IL CALCIO PER EL FLACO

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L'argentino ha affrontato il tema del calcio, tra vantaggi e svantaggi: "Il calcio mi ha dato una vita che senza il calcio non avrei mai potuto vivere. Ho conosciuto culture diverse, ho viaggiato tanto e conosciuto posti. Il calcio mi ha regalato tanta gioia perché alla fine è un lavoro ma è anche uno sport che si fa con passione, con gioia e con divertimento. Mi ha dato tantissime cose, la possibilità di aiutare la mia famiglia e di aiutare tanti amici e tante persone che mi sono state a fianco. Per me i soldi non sono la cosa più importante però alla gente servono per vivere meglio. Il calcio mi ha dato questa possibilità di poter aiutare gli altri, la mia famiglia e di potergli fare conoscere un mondo che senza di me avrebbero potuto conoscerci. Il calcio ti toglie tante cose, ti toglie tanto tempo. Con la mia famiglia argentina e con i miei amici avrò vissuto circa 3-4 mesi in questi 15 anni. Oggi ci penso, quando torno in Argentina vedo amici che hanno tre figli e io non ho vissuto neanche un loro compleanno. Ho cugini che hanno figli e non li conosco ancora. Ti toglie quello, mi ha tolto momenti con mia moglie e momenti importanti dei miei figli. La mia prima figlia Martina è nata un giorno prima di partire in Nazionale, poi per un mese non sarei tornato a casa. Sono cose importanti della vita, quando giochi a calcio è come se tutto è secondario e tutto viene dopo. L’ego di un calciatore ti fa pensare che il resto è meno importante ma non è così anzi è dieci volte più importante un figlio che una partita di calcio. Il mondo ti porta a pensare diversamente, il calcio ti porta a pensare che la partita è tutto. Negli ultimi mesi in cui ho giocato a calcio in Qatar ci allenavamo la sera per il caldo. Ogni mattina portavo Martina a scuola e la riprendevo per poi portarla a fare equitazione. Dopo un paio di settimane mi chiese perché per i primi anni della sua vita non l’avevo accompagnata mai a scuola e perché adesso la volessi bene mentre prima no. Le dissi che quando prima lei entrava a scuola io ero già al campo ad allenarmi. Quando fai questo mestiere hai uno stipendio, devi rispettare l’impegno e per esempio non puoi dire che non vai a una partita perché tua figlia ha la febbre. Quando fai il calciatore hai una responsabilità ed è difficile dire di no. Nell’ultimo periodo sentivo dolore,sentivo che mi sarei potuto infortunare. L’allenatore mi diceva di riposare, io volevo giocare però. Io la partita non me la volevo perdere. La dinamica del calcio ti porta a essere così, però tante volte sarebbe statomegliogestire alcuni aspetti in maniera differente. Rimpianti? No, ho giocato a calcio e mi sono divertito. Penso che ho raccolto di più di quello che potevo immaginare da piccolo. Non ho rimpianti perché alla fine ho sempre saputo che la vita del calciatore è corta. Ho sempre saputo che avrei potuto giocare da 10 a 15 anni. Dopo torni a essere una persona normale. Quando fai il calciatore tisembra di essere un supereroe indossando una maglia. Io ho vissuto in maniera normale, facendo amicizia con le persone della scuola o quelle del panificio e ancora oggi questepersone sono al mio fianco. Se non fai questo tipo di amicizie mente giochi a calcio quando tu smetti alcuni potrebbero dimenticarsi di te. La vita continua, quelli che stanno al fianco di un calciatore perché è famoso e guadagna quando il calciatore non gioca più cercano altri con cui fare amicizia".

COSA FARE IN FUTURO

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Infine, Pastore ha discusso del suo futuro, sempre legato al calcio: "Ancora non lo so,sono nel momento in cui mi piacerebbe restare nel calcio perché lo amo e mi piacerebbe tanto aiutare i bambini a crescere e a formarsi. E’ qualcosa che mi interessa fare, mi sto preparando. Sto facendo un corso di management con la FIFA, è molto interessante perché mi dà la possibilità di conoscere le persone che lavorano in diversi ambiti dei Club. Mi sto riempiendo di informazioni per capire veramente in che momento mi senta pronto per fare qualcosa nel calcio. Farò anche il corso di direttore sportivo, però per il momento non ho deciso bene che strada prendere nel mondo del calcio. Misto preparando per decidere nei prossimi anni".

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