Javier Pastore, ex leggenda rosanero, è intervenuto nel nuovo talk show "Torretta Cafè". Tanti temi dibattuti, tra cui la finale di Coppa Italia.
serie b
Palermo, Pastore: “La finale di Coppa Italia mi porta tanti ricordi. Mai rivisto la finale”
LA FINALE DI COPPA ITALIA
—L'ex 27 rosanero ha parlato della finale di Coppa Italia"Tanti ricordi, abbiamo giocato contro squadre come Roma e Milan. Abbiamo eliminato squadre forti. Non ho mai rivisto la finale contro l’Inter però resta il ricordo, tutta la mia famiglia è venuta a vedere questa partita. Quei tre giorni a Roma tutte le piazze erano rosanero. Non lo so quante persone sono rimaste fuori dallo stadio, forse 10- 20milapersone. Il risultato conta sempre, ma il percorso che abbiamo fatto in Coppa Italia è stato bellissimo. Le emozioni delle persone non le leva nessuno, quell’anno è sato magico. Potevamo vincere o meno, ma il percorso è stato pazzesco"
INTERESSE DI ALTRE SQUADRE OLTRE IL PSG
—L'argentino ha anche affrontato il tema delle altre squadre interessate a lui nel 2011: "Il Chelsea era una, è sempre stata una possibilità. In Italia c’erano il Milan e l’Inter, io volevo più andare al Milan. Avevamo parlato con il Milan, il mio idolo era Kakà, mi piaceva un sacco il suo modo di giocare e il suo modo di essere. Mi ispiravo tanto a lui. Per me era un sogno andare lì e giocare con lui ma lui andò al Real Madrid. Il Paris Saint Germain in quel momento poteva spendere di più, allora per il Palermo era anche più simbolico cedermi a loro piuttosto che ad un’altra squadra. Alla fine decido di andare al PSG per un sogno che ho fatto mentre ero in vacanza con Chiara. Eravamo a Punta Cana, abbiamo trascorso due settimane lì tra chiamate di direttori sportivi e presidenti. Una sera ho sognato che camminavo con Chiara sotto la Torre Eiffel. Appena svegliato ho chiamato subito il mio agente per comunicargli la mia decisione. Lui mi propose di aspettare il Chelsea ma io sentivo di dover andare al PSG".
"Ho sempre scelto io dove andare, il mio percorso professionale fino al 2° anno di Roma è stato molto bello con più cose positive che negative. Ultimi due anni a Roma non sono stati quelli che avrei voluto a livello professionale, ma non perché non ho voluto ma perché il fisico non mi ha accompagnato. Mi faceva tanto male arrivare a Trigoria e non poter dare quello che potevo dare. Quella è stata la frustrazione più grande provata nel mondo del calcio, mi sentivo proprio male. Se torno indietro rifarei le stesse scelte. A Roma professionalmente non è andata bene, però come ho vissuto a Roma non ho vissuto in altri posti. Ho fatto amicizie, ho vissuto tre anni magnifici fuori dal calcio, nel calcio ho avuto un problema all’anca che è stato durissimo da affrontare. Alla fine quello mi ha fatto smettere di giocare a calcio. Sono cose che succedono ma avrei voluto fare molti di più perché mi sentivo veramente che potevo fare tante cose belle a Roma. C’era una
squadra importante, però il corpo quando dice basta dice basta. Non l’ho voluto sentir in quel momento perché la passione e la voglia di giocare a calcio era così grande ch eci ho provato in tutti i modi a continuare a giocare", ha concluso.
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