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Palermo, Muzzi: “Soleri merita i rosanero, ha le potenzialità per diventare grande”

Palermo, Muzzi: “Soleri merita i rosanero, ha le potenzialità per diventare grande”

Le parole dell'ex allenatore del centravanti ex Padova ai tempi della Primavera della Roma

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Soleri come Toni, io ci credo.

Parola di Roberto Muzzi. Bomber di razza e attaccante d'altri tempi, l'ex allenatore della Roma Primavera è stato molto bravo nella gestione di Edoardo Soleri. Partito dal ruolo di esterno di centrocampo, Muzzi - ai tempi in cui l'attaccante militava tra le fila giallorosse - decise che il classe '97 doveva fare il centravanti. Scelta azzeccata, e il Palermo ringrazia. L'inizio di stagione entusiasmante con due gol all'attivo in altrettante gare di Serie C non è di certo passato inosservato, nemmeno agli occhi dei tifosi più scettici. Soleri - nonostante Giacomo Filippi non l'abbia schierato nell'undici titolare nelle prime due di Lega Pro - ha fatto valere sacrificio, impegno e abnegazione nei confronti di una maglia che sente già sua.

Palermo.Calcio Campionato Serie C Palermo Latina..Nella foto gol ed esultanza di Soleri  Ph.Alessandro Fucarini

Intervistato ai microfoni del Giornale di Sicilia, Muzzi ha spiegato l'ascesa dell'attaccante 23enne e chiarito come Palermo e il Palermo possano essere d'aiuto al ragazzo per portarsi a casa grandi soddisfazioni future. Ecco le sue dichiarazioni: "Edo merita una società che punti su di lui. Spero che il Palermo lo faccia, perché gli darà tante soddisfazioni. Se c’è qualcosa in cui deve migliorare, forse, è sul lato caratteriale, perché è un ragazzo molto sensibile. Se sente la fiducia di chi gli sta attorno, però, riesce ad esprimere appieno tutto il suo valore. Sono convinto che diventerà un attaccante importante. Il paragone con Toni lo faccio ancora. Gli somiglia tanto, le caratteristiche sono simili. Anzi, mi sbilancio, può far bene proprio come Toni. È ancora giovane". 

"Il ruolo? Faceva l’interno di centrocampo a tre. Ha corsa, ha progressione e ha velocità, è qualcosa di inusuale per il suo fisico, ma non aveva i tempi per fare il centrocampista. Per questo mi sono impuntato per farlo giocare da attaccante, poi il resto si è visto sul campo: da che non doveva giocare mai è diventato un punto fermo del- la mia squadra, poi è arrivato in Primavera e ha pure giocato in Champions League con la Roma. Può fare pure la punta unica, ma con uno vicino può dare ancora di più. Può segnare lui e può fare segnare gli altri". 

"L’avevo nel gruppo degli Allievi e voleva giocare per forza a centrocampo. Un giorno l’ho letteralmente minacciato, nello spogliatoio. Gli ho detto che se non avesse giocato da attaccante, non avrebbe più messo piede nella mia squadra. S’è messo a piangere, gli ho chiesto un mese per lavorare sui movimenti da punta per poi decidere il da farsi. È stato bravissimo, ma poi è sempre stato un ragazzo umile, con voglia di imparare. Mi ha ascoltato e da lì ha preso fiducia, ha iniziato a segnare e non l’ho tolto più dal campo".

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