Una conferenza stampa nella pancia dello stadio “Renzo Barbera” per illustrare la sua posizione in merito alla spinosa querelle con il socio di minoranza, Tony Di Piazza.
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Palermo, Mirri rilancia: “Non vendo le mie quote. Gli avvocati di Di Piazza e Paparesta…”
Le dichiarazioni del presidente rosanero, Dario Mirri
Il presidente del Palermo, Dario Mirri, racconta agli operatori dell’informazione presenti la sua verità, il giorno dopo lo svolgimento di un’assemblea dei soci molto movimentata che ha messo ulteriormente in evidenza le divergenze di vedute tra l’azionista di maggioranza di Hera Hora e l’ex vicepresidente del club rosanero. Le parti cercheranno di concertare una convivenza imprenditoriale quanto più serena possibile, al fine di tutelare l’investimento compiuto e creare le premesse ideali affinché la squadra possa trovare stabilità ed equilibrio, centrando la seconda promozione consecutiva.
Nella giornata odierna il numero uno del club rosanero, accompagnato dal sindaco Leoluca Orlando e dall’amministratore delegato Rinaldo Sagramola, è intervenuto in conferenza stampa analizzando così la questione legata alla posizione di Di Piazza:
"Mio 60%? Non valuterò alcuna offerta, aspetto che Tony Di Piazza faccia le sua considerazioni e quindi direi che è esattamente l'opposto. Paparesta? Gianluca è una persona amabile dal punto di vista umano e ci ha messo lui in contatto con Di Piazza, ricordo che lo chiamai e da lì nacque la società. Paparesta disse di non avere alcuna ambizione ulteriore se non quella di assistere Tony Di Piazza, l'ex arbitro conosceva le competenze di Sagramola e quindi non si propose per nulla. Poi si occupò dei diritti televisivi fino a che non tutelò l'investimento di Di Piazza, la competenza è quella legata ai numeri o non tecniche (Felici). Insulti a Mediagol? Posso aggiungere solo che il questore mi disse che quella rosanero è la tifoseria più civile, ci possono essere all'interno di una comunità persone che non hanno la stessa educazione e cultura e non c'è dubbio che vadano emarginati. Di Piazza? Tony era assistito da uno studio importantissimo come quello Cantamessa, quindi vi erano persone che tutelano i suoi interessi. Sapeva che il budget era il tema centrale, questo è stato l'elemento di condivisione che abbiamo approvato insieme. È difficile stargli dietro perché ha un'incontinenza di comunicazione e informazioni imprevedibile. C'erano i nostri e i loro avvocati, hanno firmato e quindi non può dire che era diverso rispetto a quello che pensava. Se io ho il 60% e tu il 40% è normale che decida io. Di Piazza è una persona per bene che rispetterà i suoi impegni, non credo che lui voglia disattendere al suo impegno".
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