"Puntiamo alla B senza nessuna alternativa. Se l’anno scorso eravamo una matricola, quest’anno non lo siamo. Lo sconto dell’anno scorso adesso è finito. O serie B o nulla. Non ci sono alternative rispetto ai programmi e agli investimenti futuri. La serie C non è economicamente sostenibile. Le faccio un esempio: dai diritti televisivi collettivi incassiamo come la Paganese o il Picerno. Non importa che rappresentiamo la quinta città d’Italia". Lo ha detto Dario Mirri, intervistato ai microfoni de "La Repubblica-Palermo". A poche ore dall'inizio del nuovo campionato di Serie C, il presidente del Palermo ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.
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Palermo, Mirri: “Punto alla Serie B, no alternative. In città nessuno si fa avanti”
Le dichiarazioni rilasciate dal presidente del Palermo, Dario Mirri, a poche ore dall'inizio del nuovo campionato
DALLA A ALLA C -"Palermo, Catania e Messina dalla serie A alla C? Significa che la Sicilia non è andata avanti. Le squadre rappresentano la parte produttiva delle città e le città siciliane non offrono opportunità di investimenti. Il tema è quello dell’appetibilità della Sicilia e la nostra è una regione nella quale è difficile fare. Gli investitori preferiscono puntare sullo Spezia o sul Modena piuttosto che sul Palermo o il Catania. Questa regione non dà opportunità. È il campionato delle nobili decadute? Sì, è così. Al Nord ci sono città medio piccole al Sud grandi città che hanno fatto la storia del calcio. Quelle mancanze di opportunità che dicevamo per la Sicilia si possono allargare a tutto il Sud. In Italia il Sud resta lontano dal Nord e anzi il divario si va accentuando".
DERBY E TIFOSI - "I derby? Innanzitutto a Messina ci sono ancora problemi e poi bisogna vedere con quale presenza. Sembra che dovremo rassegnarci al limite dei 2.500 posti e in uno stadio come il “Barbera” sono meno del 10 per cento. Un derby senza curve e senza gli stadi pieni non è un vero derby. Che risposte ho avuto dopo l'appello lanciato alla città? C’è stata una condivisione commerciale da parte degli sponsor che ringrazio, ma per quanto riguarda il capitale di rischio non ho raccolto alcuna risposta. Il lato imprenditoriale è diverso da quello commerciale. Nessuno è disposto a rischiare. È molto più facile parlare e criticare ma senza poi fare. I tifosi, come è giusto che sia, fanno i tifosi, ma gli imprenditori fanno gli imprenditori e l’aiuto da parte dell’impresa locale viene a mancare. A Catania 20 soci locali hanno dato vita alla Sigi, a Palermo questo non accade. Da noi non ci si unisce, ma piuttosto ci si divide", ha proseguito.
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