serie b

Palermo, Mirri: “Ho messo soldi e reputazione, ora torno tifoso. Cultura da cambiare”

Palermo
Il punto del presidente rosanero su passato, presente e futuro del Palermo

Mediagol ⚽️

Parola a Dario Mirri. Il presidente del Palermo a tutto tondo sul passato e sull'immediato futuro del club rosanero, vicinissimo alla facoltosa holding araba dello sceicco Mansur, proprietario di numerose squadre sparse in tutto il globo tra le quali il Manchester City. Nel corso della festa degli 'Amici Rosanero' al Mercato San Lorenzo, Mirri ha speso parole importanti sul suo percorso come investitore nel club di viale del Fante e sull'imminente arrivo del City Football Group alla guida economica della società. Ecco, di seguito, le sue dichiarazioni: "Ricordo quando i tifosi come noi dicevano 'squadra e società senza dignità'. Io credo che l’unica cosa che non abbiamo perso sia proprio la dignità. Poi si può anche perdere una partita, ma non la dignità. A volte ripenso al percorso come dice Baldini o alla prestazione come dice Zeman. La prestazione non può essere casuale, mentre il risultato si. Anche senza la promozione io ho fatto quello che avevo sognato. Ho messo i soldi e a Palermo mettere soldi, faccia e reputazione non è comune, perché purtroppo, in questa città, non è comune dire una cosa e poi farla. Santa Rosalia, il destino, la fortuna ci hanno aiutato, questo è chiaro, ma noi abbiamo messo tutto. Anche senza la promozione, questo percorso per me avrebbe comunque rappresentato una vittoria".

CITY FOOTBALL GROUP

"Noi tifosi dobbiamo fare i tifosi. Quando parlavo con queste persone a marzo ero mortificato, mi vergognavo, perché raccontavo della scarsa partecipazione dei tifosi allo stadio e anche loro si chiedevano il perché. Non è facile raccontargli che la quinta città d’Italia aveva solo 4mila tifosi allo stadio. Per questo ribadisco che i tifosi devono fare i tifosi. I soldi non saranno più i miei, non ho interessi economici. All’interno di una società il prezzo del biglietto non sposta l'economia, ciò che conta è la partecipazione. Abbiamo messo i biglietti a 5€ ai playoff, ma anche prima, quando li avevamo messi a 1€, dov’erano i tifosi? Eravamo in 9mila. È un problema di cultura, se non aumentiamo la cultura del tifo e della passione della nostra città, il City Group per come è arrivato può tranquillamente andarsene.  C’è un problema strutturale, le istituzioni devono fare bene il proprio lavoro. Ognuno di noi deve dare il suo contributo, io ho fatto il mio e sono soddisfatto, tornerò a fare solo il tifoso. Se ognuno di noi farà il proprio, gli investitori saranno felici di stare qui. Questo è il mio augurio". 

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