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Palermo, Marino: “Tutto su Stulac e Segre. Ko di Cosenza? Se giochi così…”

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Pasquale Marino racconta Stulac e Segre, centrocampisti del Palermo di Corini

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La vittoria del campionato cadetto alla guida del Catania, la salvezza in Serie A conquistata sulla panchina etnea, l'esperienza brillante in qualità di tecnico dell'Udinese. Pasquale Marino si è sempre contraddistinto nel corso della sua parabola professionale per la capacità di conferire identità tattica, impianto di gioco tangibile ed indole propositiva a tutte le squadre allenate in carriera. Mentalità vincente, trame codificate, coralità e audacia come ingredienti basilari del suo ormai noto 4-3-3.

Parma, Genoa, Spezia, Frosinone, Pescara, Empoli, Brescia, Spal sono soltanto alcuni dei club che, tra Serie A e Serie B, hanno scelto di puntare sul credo calcistico del coach originario di Marsala. Luci ed ombre ad alternarsi nel suo percorso professionale, costellato da frangenti apicali e momenti decisamente più critici. Come quando, nell'estate del 2019, Marino coltivò l'illusione di sedere per qualche giorno sulla panchina di un Palermo che sarà inghiottito da lì a poco dal dissesto finanziario con annesso fallimento.

Intervenuto nel corso del format di intrattenimento sportivo "#SiamoAquile" in onda su "TRM13",  l'ex tecnico di Foggia e Vicenza traccia un ritratto tecnico-tattico del centrocampista del Palermo di Corini, Leo Stulac, da lui allenato all'Empoli nella stagione 2019-2020 e dell'ex Torino Jacopo Segre.

"Stulac e Segre sono due ragazzi che ho allenato. Stulac a Empoli l’ho fatto giocare meno, l’ho penalizzato un po’ quell’anno, ma in B ha sempre fatto cose egregie. Ha tempi di inserimento importanti, è molto dinamico e collaborativo. Al Palermo potrà solo migliorare, non credo ci siano problemi. Ho visto che ha fatto prestazioni positive al di là delle disattenzioni, ma la squadra ha dimostrato di avere identità. È normale che i tifosi vogliono sempre vincere, magari la gara di Cosenza era scontato vincerla, ma quando la squadra gioca in una certa maniera c’è poco da allarmarsi".

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