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Palermo, il riscatto di Pigliacelli: lavoro e personalità per parare le critiche

Palermo
A Modena il secondo clean sheet consecutivo per Pigliacelli

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a cura di Nicolò Cilluffo

Mirko Pigliacelli alza la saracinesca e il Palermo porta a casa un successo dall'elevato peso specifico. La squadra di Eugenio Corini è uscita vittoriosa dal Braglia grazie, anche, ad una prestazione maiuscola sfoderata dal portiere classe 1993. Doppio clean sheet consecutivo, dunque, contro Cittadella e Modena e prima volta in campionato in cui il pacchetto più arretrato rosanero non ha subito gol in trasferta. Un duello vinto con Diego Falcinelli - esperto attaccante a disposizione di Tesser - e sicurezza trasmessa al reparto difensivo.

Il ruolo del portiere è estremamente delicato. Concentrazione, coraggio e un pizzico di sana follia come prerogative imprescindibili per chi si erge a ultimo difendente di un gruppo che lotta e rema verso un'unica direzione. Bisogna essere predisposti a prendersi carico di certe responsabilità, è necessario avere l'attitudine a mandare giù bocconi amari stringendo pugni e denti, scacciando le nubi che incombono spesso incessanti sopra la traversa di propria competenza.

L'inizio di stagione complicato del Palermo di Corini non è stato, di certo, un plus in termini di sicurezza per Pigliacelli che ha risentito fisiologicamente di un certo tipo di pressione. Per quella che è stata originariamente la proposta di gioco del Genio, il numero 22 rosanero rappresenta un tassello fondamentale alla sorgente della manovra rosanero. L'impostazione dal basso prende vita dai piedi da playmaker dell'ex Frosinone che ha qualità tecniche e balistiche importanti in relazione al ruolo ed alla categoria d'appartenenza.

L'errore tecnico, più che di concetto, commesso da Pigliacelli nella sconfitta casalinga contro il Sudtirol sulla pressione di Odogwu avrebbe potuto condizionare tangibilmente in maniera negativa gli sviluppi della stagione dello stesso portiere romano. Bravo Corini a continuare a trasmettere fiducia a Mirko che non ha fatto sgretolare i propri capisaldi nonostante le critiche mosse da ogni sorta di pulpito. La persona, prima del calciatore. L'uomo, prima del portiere. Umiltà, spirito di sacrificio e la forza di continuare a lavorare sodo. Spalle larghe e petto in fuori per restare in piedi anche nel cuore della tempesta. La ricetta ideale per una prestazione di spessore che ha regalato i tre punti alla compagine di Corini e gli è valsa il soprannome di "Piglia...tutto".

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