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Palermo, Foschi: “Avevo venduto Dybala al Napoli per Jorginho”. Il retroscena

Palermo, Foschi: “Avevo venduto Dybala al Napoli per Jorginho”. Il retroscena

Le dichiarazioni rilasciate dell'ex dirigente del Palermo Rino Foschi

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A tutto Rino Foschi.

Nella prima semifinale degli Europei l'Italia batte la Spagna dopo i calci di rigore e vola in finale dove affronterà la vincente di Inghilterra-Danimarca. Gli uomini di Mancini passano in vantaggio con un gran gol di Chiesa, nel finale dei tempi regolamentari Morata segna la rete dell'1-1 portando il match ai supplementari e poi ai rigori. Successo, quello degli azzurri, analizzato dall'ex direttore sportivo del Palermo, Rino Foschi, ai microfoni de 'Il Sogno Nel Cuore' su 1 Station Radio. 

L’Italia, ieri sera, ha dato un segnale importante. Non abbiamo disputato un buon primo tempo, ma siamo passati facendo tutto bene nel secondo, con dei recuperi importanti,  grazie alla nostra freddezza nei rigori, al miglior portiere in circolazione e ad un Jorginho che fa parte di un’altra categoria".

Foschi racconta poi un retroscena relativo al numero 10 bianconero: "Vi racconto un retroscena su Dybala. Prima di andare alla Juventus, avevo venduto l’argentino al Napoli per Jorginho più 20 milioni di euro, ma Zamparini bloccò la cessione perché tutti, tranne il sottoscritto, gli parlavano male dell’italo-brasiliano. Lo reputavo già allora il più forte centrocampista in Italia. La nostra Nazionale non aveva un calciatore così in quel ruolo da tempo. Il rigore finale l’ha calciato come se giocasse fra amici. È stata la ciliegina sulla torta di una stagione straordinaria”.

Il direttore sportivo si sofferma poi Donnarumma: "Sta disputando un torneo importante, non è che il giocatore sia senza squadra, ma in questo momento le chiacchiere non devono disturbare. Di lui si parla tanto perché è il più forte, ma ci sono delle regole. Il Milan, giustamente, non si è sentito di dargli più di quanto aveva offerto per evitare complicazioni finanziarie, e dall’altra parte c’è un procuratore che dirige le note. Un tifoso è amareggiato, ma non esiste più l’attaccamento alla maglia. Il ragazzo è giovane, è bravo, giusto che abbia la possibilità di guadagnare di più, il calcio è questo, non è che il Milan l’ha cresciuto e allora tutto è dovuto ai rossoneri".

Infine, due battute su Insigne: "Vale lo stesso discorso del portiere. Il calcio è in deficit, non si possono fare spese folli. Se un giocatore ha la possibilità di guadagnare una cifra importante, è giusto che ci pensi. Nel 2006 avevo cinque campioni del mondo al Palermo. Prima di partire per la competizione già mi chiedevano l’aumento. Toni guadagnava 900mila euro, quando arriva una Fiorentina che gli offre 2.5 milioni di euro all’anno, non puoi farci niente. Questa è la legge del mercato. Non è il calcio romantico di 20-25 anni fa, è solo business. Esistono società, come Juventus, Milan e Inter, che sono sommerse da passività e continuano ad andare avanti, poi c’è chi è bravo ad ottenere risultati e non andare con i conti in rosso come l’Atalanta. Anche il Napoli ha lavorato bene, ADL ha costruito un’ottima squadra e non è affogato da debiti". 

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