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l'intervista

Palermo, Eugeni svela il primo Brunori: “Rinato a Petrignano. Futuro? Lui da Serie A”

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L'ex presidente del Petrignano, Massimiliano Eugeni, racconta l'esperienza in Umbria di Matteo Brunori

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Bomber di razza, attaccante rapido e letale sotto porta. Matteo Brunori è arrivato in sordina a Palermo tra lo scetticismo generale visto l'enorme vuoto da colmare lasciato dalla partenza di Lorenzo Lucca direzione Pisa. A suon di prestazioni magistrali e di reti pesantissime, l'ex centravanti della Juventus Under 23 è riuscito a guadagnarsi la fiducia di tifosi e addetti ai lavori. Oggi, Brunori non si ferma più: la doppietta al Taranto, infatti, ha portato l’italo-brasiliano in vetta tra i bomber del Girone C e di tutta la Lega Pro, agganciando il giovane Moro del Catania.

Intervenuto ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, l'ex presidente del Petrignano Massimiliano Eugeni ha ripercorso i passi di Brunori in Umbria, quando - nella stagione 2015-2016 - decise di ripartire dall'Eccellenza. 

"Ho conosciuto Matteo in uno dei miei primi anni presidenza, grazie al nostro uomo mercato, Enrico Gambelunghe, che lo voleva, lo considerava un affare. La stagione a Messina non era stata positiva per lui, io però non lo conoscevo, non è un ragazzo che ama mettersi in mostra, ma quando tornò a casa dalla famiglia ci trovammo ad Assisi, tramite appunto il mio direttore: in due secondi fu trovato l'accordo, e passati i primi mesi di ambientamento a gennaio iniziò per lui un nuovo campionato. C'era anche un bel gruppo, questo va detto, nello spogliatoio c'era serenità, la sera uscivamo spesso tutti insieme, e riuscimmo a trattenerlo anche l'anno successivo. Poi arrivò la Serie D, il Villabiagio, e non potevamo negargli l'opportunità di crescere. E' stata però una bella esperienza quella vissuta con lui. Da noi fece benissimo partendo da esterno, per poi accentrarsi e fare gol, ma sa giocare in più ruoli. Di sicuro quando punta l'uomo in dribbling secco, per poi saltarlo, è devastante, servono difensori molto forti per arginarlo"

Su Brunori fuori dal campo: "E' un ragazzo serio, cresciuto in un'ottima famiglia, e questo per me ha fatto la differenza. Si è sempre mostrato maturo, e quando ha capito che poteva fare un'escalation ha cambiato anche la sua vita, ha saputo fare il professionista, anche nelle piccole cose come l'alimentazione o le uscite serali. Indubbiamente, come ho detto, il contorno lo ha aiutato, la tranquillità è fondamentale, ma lui ha la testa, e sa usarla. Io lo porto sempre nel cuore, come fosse un figlio, perché mi ha fatto vivere davvero grandi emozioni".

Sullo straordinario percorso a Palermo: "Non mi meraviglia il suo attuale rendimento. Fece bene anche ad Arezzo, solo con l'Entella in B ha un po' faticato, ma perché probabilmente doveva ancora prendere confidenza con la categoria e maturare ancora un po': due anni di C, però, gli hanno fatto bene, e lo vedo pronto anche per il salto in B. E se questo avvenisse con il Palermo, però lui la prossima stagione sarebbe una vera consacrazione, perché son certo che renderebbe al top: conoscendo il contesto sarebbe anche agevolato, non cambiare squadra sarebbe importante. L'ambiente conta".

Sulle chance di raggiungere anche la Serie A: "Se approda in B, e li riesce a toccare quota 10/11 reti, qualche club di A, magari inizialmente anche di bassa classifica, può sicuramente consentirgli il salto. Di potenzialità per arrivare in massima serie ne ha, e se sta dove può essere anche un leader, dove ha la squadra che gira intorno a lui, riesce molto bene, crescendo anche di gara in gara. Però c'è prima da concentrarsi sul presente. Ripeto, comunque: se centra la promozione in B, la A è a un passo".

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