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l'intervista

Palermo, Elia: “Ricorderò a vita il ritiro di Manchester. Etihad Campus? Vi racconto”

Palermo
Le dichiarazioni dell'esterno offensivo del Palermo FC, Salvatore Elia

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di Simone Ciappa

Volge al termine l'esperienza a Manchester del Palermo FC guidato da Eugenio Corini. Cinque giorni intensi per squadra e staff rosanero che hanno vissuto a pieno la magnificenza dell'astronave dell'Etihad Campus, la casa dei Citizens di Pep Guardiola. Nel corso di una lunga intervista rilasciata al quotidiano "La Repubblica - edizione Palermo", l'esterno offensivo rosanero Salvatore Elia, racconta la sua esperienza all'interno della mega struttura del City, dove campioni del calibro di Haaland e compagni vivono quotidianamente la loro vita calcistica. Di seguito le dichiarazioni del numero 77 del Palermo FC targato City Football Group.

L'IMPONENZA DELL'ETIHAD CAMPUS - "Penso che allenarsi in campi del genere sia un’esperienza indimenticabile. Quando corri in questi campi hai la pelle d’oca: abbiamo visto macchinari, palestre che mai nella vita avevano solo immaginato. Siamo tutti felici, ognuno di noi racconta all’altro la sua sensazione quando vede qualcosa di nuovo. Cosa mi ha colpito in particolare? Un dettaglio come la palestra. Ho trovato degli strumenti che non avevo mai visto e poi prima di ogni allenamento è stata una grande emozione vedere i pacchi e gli armadietti con dei grandi campioni, come Haaland e Fooden, che si vivono in questa struttura 24 ore su 24. Questi campi sono così curati che il calcio viene fuori naturalmente".

GOMES, GUIDA PREZIOSA - "Si vede che è cresciuto qui e conosce ogni aspetto. Spesso ci ha guidato nei dormitori, nei campi, negli spogliatoi e ci ha raccontato cosa rappresenta questo posto. Chi parla meglio inglese nel gruppo? Penso i giocatori stranieri come Mateju, ma in qualche modo ce la caviamo tutti e stiamo creando un gran bel gruppo, io ho rapporti ottimi davvero con tutti i miei compagni".

IL LAVORO - "Cosa stiamo imparando a livello tattico? Sono state giornate intense, di grande lavoro tattico che è servito per conoscerci meglio e capire le idee di gioco".

A MANCHESTER NON PER GITA - "Siamo arrivati qui con l’amaro in bocca dopo la sconfitta di Frosinone e con la consapevolezza di avere perso dei punti per strada in trasferta, ma anche di potercela giocare con tutti. Questi giorni sono serviti per unire ancora di più un gruppo e crescere".

L'IMPORTANZA DEL SETTORE GIOVANILE - "Mai visto così tanti ragazzi in un centro sportivo ed è molto importante che questi giovani sin da bambini crescano sportivamente a stretto contatto con i grandi campioni. Non è una possibilità concessa a tutti. Uscendo dal terreno di gioco, dopo l'allenamento ho detto a Davide (Bettella, ndr) 'Ma hai visto quanto sono grandi questi bambini? Sono già più alti di me [...]. Io e miei compagni questa esperienza ce la porteremo dietro per tutta la vita".

PAPA' FIRMINO - "Era venuto a vedermi a Frosinone, in questi giorni ci siamo sentiti per telefono e gli ho detto tutto quello che abbiamo fatto e che qui si fa davvero sul serio. È rimasto molto colpito".

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