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Palermo, dicotomia CFG: i paradossi e la lezione di una stagione clamorosa…
di Leandro Ficarra
CREPE E RIFLESSIONI - Abulica, vuota, desolante. Strategicamente e calcisticamente incomprensibile. L'imbarazzante cameo del Palermo di Dionisi nel trailer dei playoff di Serie B 2024-2025nitida ed emblematica istantanea della stagione. Amaro sollievo. Fine di un logorante supplizio. Prevale sul barlume di irrazionale speranza nel miracolo sportivo. Insofferenza e saturazione asfissiano e mortificano la passione, incondizionata ed incrollabile, di un popolo che ha mostrato la sua viscerale fede calcistica in ogni dove. Sentimento puro e dirompente. Inficiato da un profondo senso di amarezza, delusione, malcelato smarrimento. Patrimonio inestimabile, progressivamente eroso nel primo triennio targato CFG.Da rinverdire e salvaguardare con urgenza. Target prioritario. Tassello basico attorno al quale comporre il mosaico del futuro. I tifosi adempiono al loro ruolo. Portatori sani di passione, sostegno, slancio, straripante compartecipazione emotiva. Una società qualificata e credibile, nel calcio-business 2.0, incarna progettualità, visione, organizzazione, competenza e lungimiranza. Non può incentrare pianificazione e scelte focali su linee di condotta impulsive e schizofreniche. Cadenzando l'impeto dell'onda, emotiva ed umorale, di chi brama sugli spalti. Non fa una piega.
Al contempo, il legittimo dissenso del cuore del tifo è elemento indicativo e non trascurabile. Prezioso criterio di riflessione ed autoanalisi nella stanza dei bottoni. Commutare il beneficio del dubbio in nuove e più funzionali consapevolezze. Scendendo dall'ideale piedistallo di una presunta infallibilità. Al fine di rimodulare e ottimizzare il modello di gestione dell'area sportiva. Levigandolo in termini operativi e di comunicazione. Con maggiore aderenza a questioni di campo, feedback del territorio, storia del club che rappresenti. Rendendo l'apparato più snello e fluido. Sposando procedure più idonee a tempi e dinamiche dell'Italia del pallone. Conferendo autonomia e centralità a profili professionali con acclarata cognizione di causa. Specie in merito a statura tecnica e peculiarità del campionato in cui competi. Più che dai risultati, il tifoso medio è disorientato al cospetto del modus operandi che li ha determinati. Pachidermico, caotico, talvolta criptico. Concettualmente controverso, improvvido nel rapporto causa-effetto. Palermo e CFG, fondamentale capire e capirsi. Coesione e sinergia tra tutte le componenti. Presupposto imprescindibile per raggiungere ogni traguardo. Chi trepida e patisce per i colori sociali permane essenza e linfavitale del pianeta calcio. Non un semplice utente finale.
DUE FACCE DELLA MEDAGLIA - Rischiamo di ripeterci. Meglio essere chiari. Lignaggio imprenditoriale e manageriale, know-how aziendale ed organizzativo, visione e progettualità, ingenti capitali, lauti investimenti conformi alle ambizioni. Solidità, competenza, levatura della galassiaCity Football Group non sono in discussione.
Triennio alla guida del Palermo FC caratterizzato da ingenti esborsi ed una dicotomia stridente. Crismi di eccellenza assoluta per quanto concerne marketing, branding, merchandising, infrastrutture, hospitality, sport-entertaiment. Modello virtuoso. Stile, produttività, efficienza. I conti tornano. L'immagine brilla nei salotti buoni.Palermo parte integrante di una delle holding più prestigiose del globo calcistico.
In ragione di ciò, fa specie il desolante risvolto dellamedaglia. Imperizia, supponenza, omissioni, paradossali incongruenze alla base di un' inconfutabile mediocrità dell'area tecnico-sportiva. In termini di scelte, gestione, risultati. Ok la stagione di insediamento e consolidamento, un gradino sotto la griglia playoff. Superfluo rivangare errori di valutazione, falle di mercato, tempistiche toppate del secondo torneo cadetto. Tardivo esonero di Coriniin zona Torretta, sesto posto e semifinale playoff. Aderenti al target minimo prefissato. Pur tra mille rimpianti. Pomo della discordia il terzo atto. Quello del must e del Palermo teoricamente competitivo per il salto di categoria. Desideroso, per bocca del suo AD, Giovanni Gardini, di migliorare il piazzamento del campionato precedente. Annata corollario di topiche programmatiche, strategiche e gestionali. A tutti i livelli.
ALBA DI UNA STAGIONE CLAMOROSA - Paradossale ed inconcepibile sul piano manageriale. Fallimentare sul manto erboso. Ottavo posto con oltre una ventina milioni, tra cartellini ed ingaggi, spesi nelle due sessioni di mercato. Stagioneclamorosa sì, mutuando l'aggettivo usato dall'avvocato Galassi, membro del board del CFG e del CdA del club. Nell'accezione più stucchevole e negativa del termine. Conferma quasi in blocco di una rosa che aveva palesato limiti evidenti. Di matrice tecnica, carismatica, mentale. Prima nota stonata. Sedotto ed abbandonatoPaolo Zanetti, si insedia di fatto Alessio Dionisi. Profilo egregiamente referenziato. Scelto da Riccardo Bigon prima della nomina del nuovo direttore sportivo. Vizio temporale e di forma, danno di sostanza. Il giovane Morgan De Sanctis eredita il ruolo di Rinaudo. Figura reduce da un'esperienza non felice a Salerno. Ingranaggio operativo di un sistema piramidale che trova risoluzione e compimento nel placet delle sue figure apicali. Coautore di un mercato estivo lacunoso e dispendioso. Incongruo ed incompleto. Poco conforme alle esigenze prioritarie della rosa suggerite dal rettangolo verde. Esplicativi gli oltre sei milioni per i cartellini di Le Douaron ed Appuah, ma non solo.Ruvido e spigoloso nella gestione del gruppo. Stecca sul piano empatico e relazionale. Pessima ed emblematica la gestione del caso Brunori. Parafulmine ideale e designato. Ds abruzzese esonerato dopo un semestre deludente e tumultuoso.
FLOP DIONISI - Asfittico e amorfo sul terreno di gioco, turbolento nel chiuso dello spogliatoio. Palermo di Dionisi che arranca. Pausa invernale e coach sulla graticola. Sperimentalismi esasperati, Palermo privo di identità ed equilibri. Carente in termini di gioco, tenuta mentale, personalità. Andamento ondivago, risultati deludenti. Gerarchie tecniche discutibili, letture ed interazioni in corso d'opera infruttuose. Big compressi in ruoli impropri. Frustrati da un impiego esiguo e frammentario. Troppe spine nello spogliatoio. Forzature tattiche antidoto ai limiti strutturali. Scarso feeling con squadra e ambiente. Ego pronunciato e pressione lo sfiancano. Togliendogli serenità e lucidità di analisi. Refrain stucchevoli e disarmanti. Pillole di maldestra ironia al limite della provocazione. Palermo mai dominante e padrone sul piano del gioco. Deficit di coralità, intensità, qualità. Sprazzi forieri di vana speranza. Porzioni di match, sporadici acuiti. Diluiti in un oceano di pochezza e mediocrità. Flop fragorosi al cospetto di compagini marcatamente alla portata. Senatori involuti, prospetti mai sbocciati. L'approdo di Carlo Ostilenisce la bufera. Totem dirigenziale esperto e competente. Uomo di calcio e nel calcio. Trascorsi manageriali di livello, capacità diplomatiche e negoziali. Relazioni solide e radicate nella filiera del pallone. Stucco del dialogo per suturare ferite e mitigare frustrazioni. Titolarità, leadership, chiavi restituite a capitan Brunori. Ritorno Blin. centralità Gomes, rispolvero Segre. Big Pohjanpalooppio del popolo. Audero e Magnani puntelli di una retroguardia traballante. Reparto numericamente risicato. Tempi stretti e fiato corto. Niente playmaker, mezzala offensiva, esterno mancino polivalente. Tris di innesti che alza il livello ma non colma le lacune originarie. Non basterà per puntare al vertice, scongiurerà un finale thriller.Riposti nel cassetto 4-3-3 e declinazioni affini. 3-4-2-1 assetto ergonomico e pragmatico. Punti e barlume di continuità. Poi cocente remuntadaCremonese al Barbera. L'esonero virtuale di Dionisi. Revocato per mancanza di un'alternativa ritenuta spendibile. Forbici di matrice contrattuale con i potenziali eredi.Dietrofront con tanto di pubblica ammissione del club. Rasenta il paradosso. Delegittima ulteriormente un tecnico in balia di sé stesso e degli eventi. Eutanasia professionale trasversalmente deleteria. L'acuto di Catanzaro. Sesto posto, quinto nel mirino. Finale di regular season sconcertante. Palermospento, sgonfio, logoro. Privo di anima,gambe e testa. Ultimo vagone del treno playoff. Rosa a bordo quasi per caso. Al Menti si scende, inermi, alla prima fermata. Giusto e mesto epilogo di un viaggio mai cominciato.
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