Mediagol
I migliori video scelti dal nostro canale

L'EDITORIALE

Palermo, alba Mignani: raziocinio, coesione e concretezza. Primo step del Normal One

Palermo calcio
Lucidità, raziocinio e pragmatismo per fronteggiare tempi brevi e contingenze avverse. Mignani ha gestito con saggezza ed umiltà l'esordio sulla panchina del Palermo contro la Sampdoria. Segnali confortanti e buone indicazioni in vista di Cosenza
⚽️

di Leandro Ficarra

Punto di partenza, in tutti sensi. Riscontro numerico quanto concettuale.  In un paio di giorni di lavoro, Michele Mignani non poteva, ragionevolmente, ribaltare il mondo né infondere, da subito, chissà quale imprinting ad un Palermo dilaniato e smarrito, in balia di una rovinosa crisi d'identità, prestazioni e risultati culminata nell'esonero di Eugenio Corini.

Low profile, lucidità e raziocinio per l'ex tecnico del Bari, chiamato a fronteggiare una contingenza impellente che si chiamava Sampdoria. Compagine in ascesa in classifica e reduce da un poker di successi consecutivi, pronta a scendere sul manto erboso del Barbera con il chiaro intento di accorciare ulteriormente il gap in classifica dai rivali nella corsa playoff.

Restituire ordine, compattezza, serenità e fiducia, instillando pochi e semplici concetti cardine.  Coniare un vestito tattico efficace e funzionale a tipologia di match e peculiarità dell'avversario. Gettare le basi per una prestazione solida e lineare, che portasse in dote punti ed un embrione di fiducia, al fine di ritrovarsi e ripartire in questo scorcio finale di regular season con vista playoff. Obiettivi tutti centrati da Michele Mignani, che ha fatto incetta di saggezza e pragmatismo, capitalizzando al meglio il brevissimo lasso di tempo a sua disposizione, presentando al cospetto dei blucerchiati un Palermo competitivo e credibile. Nonostante le numerose assenze, le evidenti scorie psicologiche ed una condizione generale non certo brillante, in linea con quanto visto nelle ultime uscite.

Non una prestazione trascendentale, per certi versi conservativa e scolastica, ma certamente intensa ed applicata quella fornita dalla formazione rosanero sabato scorso.  Il 3-4-1-2 varato dal nuovo allenatore del Palermo per la circostanza ha ripristinato compattezza, densità ed una buona copertura del campo in fase di non possesso. Bisognava ritrovare disciplina, ordine e coesione nell'applicazione della fase difensiva, il Palermo visto contro la Sampdoria, da questo punto di vista ha dato risposte confortanti. La genesi dei due gol blucerchiati è infatti stata piuttosto estemporanea. Nel vantaggio firmato Leoni c'è un evidente difetto di comunicazione ed intesa tra Pigliacelli ed il binomio Brunori-Stulac. I due giocatori di movimento coprono con il corpo la sfera, di fatto innocua dopo una conclusione svirgolata, invitando con la postura il portiere rosanero ad un'uscita che giunge tardiva ed appena abbozzata, concedendo quella frazione di secondo utile all'avversario per piazzare la zampata ferale. La perla balistica di Darboe, valsa il definitivo pari agli ospiti quando il Palermo appariva in controllo, è frutto di una lodevole conclusione dalla distanza. Stilettata dai venticinque metri violenta e liftata, Pigliacelli parzialmente coperto, a cui probabilmente mancano un pizzico di spinta e qualche centimetro di statura per arrivare sulla sfera, che si insacca a tre quarti dispecchio alla sua destra. Poteva certamente fare meglio, ma il pari doriano non è annoverabile come insindacabile errore dell'estremo difensore rosa.  Due episodi ascrivibili comunque ad incomprensioni e livello di performance dei singoli.

Su azione manovrata, rispetto all'ultimo Palermo versione Corini, la squadra di Mignani ha obiettivamente rischiato poco o nulla. Restando sempre corta e densa, chiudendo centralmente le direttrici di passaggio, avvalendosi di esperienza, leadership e capacità di lettura del rientrante Lucioni, dominante nel cuore della retroguardia con il valente ausilio di Diakitè e Ceccaroni, Segre in mediana, ha limitato inserimenti offensivi e scorribande palla al piede, mostrandosi particolarmente dedito al sacrificio in sede di interdizione.

Esterni alti più bloccati rispetto al solito, con un immarcescibile Di Mariano sul versante destro, autore di una prestazione maiuscola per abnegazione, dinamismo ed intelligenza tattica. Non si contano i chilometri percorsi e le diagonali difensive chiuse alla perfezione dal numero dieci rosanero. Capace, nonostante in fisiologico debito d'ossigeno, di risultare frizzante ed incisivo anche in fase offensiva, sfornando percussioni ed assist sul proprio binario, disegnando una magica parabola col mancino che ha timbrato il palo a Stankovic battuto. Poteva essere il gol del nuovo sorpasso rosa sui doriani. Un premio, probabilmente meritato, alla caparbietà ed alla dedizione di Di Mariano e del primo Palermo targato Mignani. Baricentro più basso, coesione tra i reparti, intensità ed attenzione nell'esecuzione di scalate, diagonali e movimenti senza palla. Reattività, cooperazione e ponderato presidio globale del rettangolo verde, sia in ampiezza sia in profondità. Palermo disciplinato, concentrato e molto solido.

Un tratto caratterizzante non solo tattico ma anche mentale. A dispetto di crolli nervosi, metamorfosi drastiche, trend ondivago e calcisticamente schizofrenico alla base dei recenti flop, il Palermo è rimasto lucido e sul pezzo anche nei frangenti più complessi della sfida contro la Sampdoria. Apprezzabile la reazione dopo lo svantaggio in avvio di prima frazione, culminata nel pari lampo di Brunori e nel sorpasso repentino firmato Mancuso.

Medesima tenuta mentale a cavallo tra i due tempi, barra dritta e nervi saldi anche  dopo il pari di Darboe. Al cospetto dell'evento avverso, mai il Palermo è andato in tilt, smarrendo distanze, riferimenti, oculatezza e convinzione nel calcio che stava proponendo. Rosa di Mignani che hanno proseguito con linearità e sagacia ad interpretare la gara come l'avevano preparata. Ovvero in modo accorto ed essenziale ma non rinunciatario. Chiudendo ogni spiffero e limitando al minimo i rischi dalle parti di Pigliacelli, tessendo la propria tela ed imbastendo un forcing avvolgente e ragionato. Edificando un finale di gara solido ma al contempo propositivo e creando due nitide chances per conquistare l'intera posta in palio.

 

Palermo, alba Mignani: raziocinio, coesione e concretezza. Primo step del Normal One- immagine 2

L'iniziale ricorso a Di Francesco tra le linee, con l'ex Lecce che poi ha obiettivamente finito per giocare da intermedio in un 5-3-2 è certamente una soluzione da rivedere in altre circostanze per valutarne l'effettiva produttività. L'utilizzo delle due punte, in relazione alla condizione attuale della squadra, è parso un accorgimento azzeccato. Contro la Sampdoria, la proposta offensiva ha trovato maggiore profondità, con Brunori sgravato parzialmente dalla morsa dei centrali difensivi di Pirlo,  in modalità terminale di manovra con l'ex Como ad attaccare lo spazio alle spalle della retroguardia doriana. Meno fraseggio  e sviluppo organico in ampiezza, maggiore ricerca della verticalità, con Lucioni e Pigliacelli a cercare sfogo sul lungo, la squadra pronta ad accorciare sequenzialmente con le linee in avanti, attaccando e divorando le seconde palle. Due attaccanti di ruolo consentono anche di riempire meglio l'area, ogni qualvolta Di Mariano da una parte, Lund o Di Francesco sul fronte opposto, riescono a sfondare sulla corsia e mettere interessanti palle in the box.

Centrocampo da rivedere, le assenze di due big come Gomes e Ranocchia, oltre a quelle di Coulibaly e Vasic, hanno costretto Mignani a scelte praticamente obbligate nel reparto. Stulac ha certamente fosforo, senso geometrico, piede di velluto e visione di gioco, ma appare attualmente troppo sotto ritmo per riuscire a dare quell'impulso alla manovra che un playmaker del suo talento ha potenzialmente nelle corde. Lo sloveno ha bisogno di godere di fiducia, continuità di impiego, adeguata protezione di compagni di reparto a lui complementari per attitudini, per sopperire ai limiti evidenti in termini di intensità e dinamismo,  rendendosi di fatto utile alla causa. Henderson versione regista nel finale non è dispiaciuto, lo scozzese nasce intermedio ma è chiaro che il cambio in panchina ha generato un plus motivazionale in tutti gli effettivi. Vogliosi di spingere al massimo ed a mostrare massima versatilità, per porsi all'attenzione del nuovo tecnico e magari sovvertire le precedenti gerarchie che apparivano piuttosto cristallizzate.

Nel match contro i blucerchiati è toccato a Lucioni, Stulac e Mancuso rivedere il campo dal primo minuto. Soleri, Henderson e Traorè, per una manciata di minuti, sono stati chiamati in causa da subentranti. Mignani ha ancora a disposizione una gamma di opzioni variegata e di qualità da provare a testare e rivitalizzare in questo rush finale di regular season. Insigne, Buttaro, Graves, Aurelio, Desplanches, Nedelcearu, Vasic e Ranocchia quando torneranno disponibili dai rispettivi infortuni. Toccherà al tecnico comprendere come e quanto possano essere funzionali ed utili alla sua idea di calcio in un Palermo che deve in fretta plasmare volto definito, principi saldi ed identità tangibile per scalare la grigliaplayoff e poi giocarseli al meglio.

Intanto, sabato prossimo primo test esterno dell'era Mignani contro l'ostico e temibile Cosenza. Lucioni e Di Mariano, migliori in campo nell'esordio del nuovo coach i contro la Sampdoria, saranno out per squalifica. Mignani ritroverà certamente Gomes e valutare le condizioni di Coulibaly, uscito a Pisa per un problema fisico e reduce da un turno di squalifica. Per Ranocchia e Vasic la sensazione è che il nuovo coach rosanero dovrà ancora pazientare almeno un paio di settimane.  Intanto, la settimana tipo di lavoro, che condurrà Brunori e compagni fino al match contro i calabresi, consentirà a Mignani di implementare il processo di conoscenza in relazione a doti e peculiarità degli effettivi a sua disposizione. Il rombo è da sempre lo schema prediletto dal tecnico nativo di Genova, che ha già dato prova di elasticità ed indole versatile ma professa di base un'idea di calcio precisa e riconoscibile.    Già a Cosenza vedremo un Palermo disposto con il 4-3-1-2? O Mignani deciderà di fare ancora di necessità virtù, sulla falsa riga di quanto proposto contro la Sampdoria di Pirlo?

 

Palermo, alba Mignani: raziocinio, coesione e concretezza. Primo step del Normal One- immagine 3

 

tutte le notizie di

Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Palermo senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Mediagol per scoprire tutte le news di giornata sui rosanero in campionato.