mediagol calciomercato Palermo: CFG, sbagliando si impara. Binomio Osti-Inzaghi per vincere anche sul campo
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Palermo: CFG, sbagliando si impara. Binomio Osti-Inzaghi per vincere anche sul campo

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Quarto anno del CFG a Palermo che nasce su basi di linearità e coerenza nel progetto tecnico e dirigenziale. Binomio Osti-Inzaghi viatico ideale per legittimare sul campo ambizioni ed investimenti, facendo tesoro degli errori compiuti in passato.

di Leandro Ficarra

CFG, ATTO QUARTO -Work in progress, direzione Serie A.  Quarto atto dell'era CFG a Palermo.  Genesi nitida, intenti perentori, obiettivi delineati ed inequivocabili. Club di viale del Fante che mira ad allestire un organico realisticamente competitivo per la promozione diretta. Provando a fare tesoro delle topiche programmatiche, gestionali e di valutazione in seno all'area tecnica che hanno zavorrato il recente passato. Oltre cento milioni investiti, una pletora di profili dal rendimento non conforme ad ambizioni ed aspettative. Ora è auspicabile un coscienzioso e lungimirante cambio di rotta in termini di metodo e filosofia strategica ed operativa nella conduzione dell'area sportiva. Ricalcando la scia d'eccellenza, avanguardia ed efficienza che ha caratterizzato i comparti di marketing e branding, l'area commerciale ed infrastrutturale, interazione ed engangement con la fanbase. Trasponendola fedelmente anche nelle mere questioni di campo. Emancipando professionalità con ruoli e competenze e manageriali acclarate e cognizione specifica del contesto calcistico in cui si compete. Lavorando ad una maggiore sinergia tra anima business ed area tecnica. Debellando la stridente dicotomia che ha caratterizzato il primo triennio della holding nel capoluogo siciliano. Solido e performante sul piano imprenditoriale e finanziario, desolatamente mediocre in ambito squisitamente tecnico.

OSTI POWER - Primi vagiti del nuovo corso confortanti in tal senso. Il biennale sottoscritto da Carlo Osti rappresenta un viatico fondamentale. Background, esperienza e caratura manageriale del dirigente veneto assurgono a garanzia assoluta. Autorevolezza, competenza, capacità diplomatiche, relazionali e negoziali.  I tre big giunti in Sicilia all'alba del suo primo semestre di gestione, Audero, Magnani ed il totem Pohjanpalo, hanno scongiurato un finale di stagione potenzialmente intriso di insospettabili insidie. Personalità e valore assoluto dei nuovi arrivati non sono bastati a scalare le zone nobili della graduatoria. Né hanno colmato gli evidenti limiti strutturali di una rosa lacunosa ed incompleta. Pensata male ed allestita peggio in estate dalle ds, Morgan De Sanctis, con supervisione e sovrintendenza tecnica e finanziaria del global football director del CFG, Riccardo Bigon e dell'Ad, Giovanni Gardini. Tuttavia, classifica alla mano, senza quegli innesti un Palermo privo di forma mentis, spirito ed identità avrebbe corso il rischio di rasentare la zona playout. In ragione di un conclamato deficit di personalità e qualità, acuito da una palese disconnessione, empatica e tecnica, con credo calcistico e modalità di gestione del gruppo targati Dionisi.

Carlo Osti riparte forte dell'attestazione di stima e fiducia incondizionata da parte degli stati generali del club. Giocandosi la meritata chance di impiantare da zero un progetto tecnico conforme ad i suoi principi ed all'obiettivo prefissato. Senza toppe o tamponi da apporre su vizi o lacerazioni ascrivibili a gestioni pregresse. Con un credito riconosciuto di autonomia e facoltà, strategica ed operativa, nella sua area di pertinenza. Mettendoci la facciaed assumendosi la responsabilità di scelte focali. Ovviamente, di concerto e con il placet di vertici del management e proprietà.  Con spalle larghe, ben lieto di mettersi in gioco al fine di contribuire a centrare un traguardo agognato da una città intera.

La scelta di affidare la panchina Pippo Inzaghi, trasversalmente condivisa ed avallata dai vertici apicali del club, porta in calce la sua firma. Osti stregato dalla spasmodica voglia del coach piacentino di tuffarsi in questa stimolante e coinvolgente sfida professionale. SuperPippo da sempre ammaliato da blasone, tradizione calcistica, storia di un piazza passionale e trascinante come poche.

L'INZAGHI PENSIERO - L'ex bomber di Milan, Juventus e nazionale azzurra ha fortemente voluto imboccare la porta del Barbera nell'ennesimo e personalissimo sliding door con Palermo ed il Palermo. Referenze e risultati in categoria legittimano la scelta. Ferocia, entusiasmo viscerale, l'ardente desiderio di Inzaghi di perorare la causa rosanero. Plus che hanno fatto la differenza. SuperPippo, originariamente il prescelto in casa CFG, ha sbaragliato una qualificata concorrenza. Giovanni Stroppa e Fabio Pecchia, in primis, due profili di notevole spessore e debitamente vagliati. Gilardinooutsider intrigante. Al netto delle fisiologiche beghe, negoziali e burocratiche, per risolvere consensualmente il suo contratto con il Pisa, Inzaghi non ha mai sostanzialmente avuto effettivi rivali nella corsa alla panchina rosa.

L'aurea di leadership e carisma insiti in una figura iconica del nostro calcio. Provvidenziale psicotonico per un ambiente sfiduciato e calcisticamente depresso. Il bagaglio professionale, in corso di affinamento ed evoluzione, dell'Inzaghi versione allenatore, autorizza moderato e ragionevole ottimismo. Formativa esperienza al Milan agli albori, doppio salto dalla D alla B alla guida del Venezia, annessa semifinale playoff per la A  persa contro il Palermo di Zamparini. Due promozioni in massima Serie con Benevento e Pisa, il prodigio playoff con una Reggina in profonda crisi societaria. Dedizione maniacale al lavoro, cura minuziosa del dettaglio. Indole innata del fighter di razza, straordinaria capacità motivazionale. Alchimista e psicologo nel coniare il dispositivo tattico ideale e settare i suoi calciatori. Agonista indomito e fine psicologo. Applicazione ed abnegazione feroci, spirito di sacrificio alla base del successo. Mantra anche nella sua pluridecorata carriera da calciatore. Ferocia, rapacità, opportunismo, risolutezza. Furbizia e rapidità in the box per uno dei bomber più implacabili e prolifici su scala mondiale. Pur al cospetto di una tecnica individuale di base, levigata nel tempo, non di nobilissimo lignaggio. Furore e sacro fuoco per valicare i propri limiti. Medesimo concetto che SuperPippo inocula alle sue compagini, plasmandole a sua immagine e somiglianza. Coesione tra i reparti, densità, compartecipazione corale allo svolgimento delle due fasi. Intensità, ritmo e fisicità. Gambe, corsa e muscoli prerogative preponderanti delle squadre di Inzaghi.Primi sulle seconde palle. Verticalità, fluidità e ampiezza in transizione, senza mai esasperare il palleggio. Cattiveria nella fase di aggressione e riconquista, modulando linea ed intensità del pressing  in relazione a contingenze del match e tipologia dell'avversario. Equilibrio, acume,  marcata prestanza sul piano atletico. Tenuta mentale e fisica non devono mai far difetto nell'Inzaghi pensiero. Calcio granitico, essenziale, pragmatico. Non particolarmente ammaliante ed esteticamente ricercato nella tessitura delle trame. Lineare, efficace, tendenzialmente redditizio e vincente in categoria. Niente integralismi tattici, dal 4-2-3-1 al 4-3-3, fino al 3-5-2 e 3-4-2-1.  Versatilità ed assetti elastici ed intercambiabili. Moduli cuciti su misura in relazione a peculiarità e complementarità degli interpreti. Dalle giovanili del Milan fino al capolavoro Pisa. Uno staff fidato e qualificato, tra vice, match analyst, collaboratori tecnici, preparatori atletici e dei portieri. Team con cui Inzaghi lavora da anni in sinergia, con  la voracità ed il piglio gladiatorio che l'hanno sempre contraddistinto, da finalizzatore implacabile nei sedici metri.

 

IL PALERMO DI SUPERPIPPO - Vestito tattico del suo nuovo Palermo sarà inizialmente il 3-4-2-1 declinabile in 3-5-2, all'occorrenza in 3-4-3 in funzione di fasi della partita ed esigenze del momento. Calciomercato estivo tarato in totale aderenza con idee e principi di gioco del nuovo tecnico. Due braccetti ed un difensore centrale di livello per consolidare il pacchetto arretrato, uno o due portieri, due esterni a tutta fascia per alzare il livello tecnico e di personalità sulle corsie, un trequartista, un quarto attaccante. Da settimane Inzaghi scruta la rosa vivisezionando video e situazioni di gioco relative alla scorsa stagione. Insigne, Di Mariano, in bilico Verre, non dovrebbero far parte del progetto tecnico. Desplanches e Vasic dovrebbero andare a forgiare le rispettive potenzialità in prestito altrove. Gomis valutato in ritiro, la speranza di riavere Audero.

Di Francesco dovrebbe restare al pari dei due inamovibili, Brunori e Pohjanpalo, e di Le Douaron nel reparto offensivo. SuperPippo apprezza molto i centrocampisti in organico, specie Gomes e Ranocchia pilastri del roster in mediana completato da Segre e Blin.  In zona nevralgica potrebbe non cambiare moltissimo, ma almeno un nuovo innesto è auspicabile se dovessero maturare nuove convinzioni durante il ritiro di Chatillon e movimenti in uscita in chiave mercato. Presumibilmente tra mercoledì e giovedì della prossima settimana, Inzaghi sarà in città per la canonica conferenza stampa di presentazione. Primo step ufficiale della nuova era rosanero di SuperPippo. Carico e trepidante. Portatore sano di entusiasmo, adrenalina ed ambizione. Bramoso di emozioni, palpiti, vittorie. Proprio come quel popolo rosanero che si appresta ad abbracciarlo.