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IL PALERMO DEL FUTURO

Palermo, CFG delinea il futuro: competenza e raziocinio, Osti vicino alla conferma

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Cambio di guida tecnica in panchina e profonda rivisitazione dell'organico, per colmare le lacune e puntare alla promozione in A. Il futuro del Palermo targato CFG dovrebbe ripartire da esperienza e spessore manageriale di Carlo Osti

di Leandro Ficarra

Trovare lucidità strategica e slancio operativo per ripartire, rilanciando le ambizioni mortificate da una stagione calcisticamente disastrosa. Il Palermo targato CFG si lecca le ferite, dopo il deludente ottavo posto conquistato nella regular season e la cocente eliminazione nel turno preliminare dei playoff ad opera della Juve Stabia. Annata costellata da topiche di valutazione in sede di calciomercato estivo ed individuazione dei profili in seno all'area tecnica, la cui gestione da parte del management è stata a dir poco deficitaria. Dal binomio dirigenziale composto da Bigon e Gardini, passando dall'infausta parentesiDe Sanctis, fino al tecnico Dionisi e buona parte della squadra. Nessuno può definirsi esente da responsabilità, oggettive e circostanziabili, alla base di quello che si può annoverare come un vero e proprio fallimento sul piano sportivo.

Dopo un semestre intriso da prestazioni e risultati deludenti, caratterizzato da palesi controversie in termini di gerarchie tecniche e gestione del gruppo, il primo a pagare dazio è stato Morgan De Sanctis. Coautore, ma non certo deus ex machina, di una sessione di mercato estiva lacunosa ed incongruente, dispendiosa e poco funzionale a quelle che erano le esigenze prioritarie mostrate dalla rosa nel campionato precedente. Il giovane dirigente abruzzese ha steccato principalmente sul piano empatico e relazionale nella gestione del gruppo, al netto di letture e mosse non proprio ispirate su un mercato in cui non ha mai avuto l'ultima parola.

L'approdo di Carlo Ostiall'alba della sessione invernale di gennaio ha certamente rappresentato una svolta significativa nell'ambito di una stagione a dir poco travagliata. Totem dirigenziale profondamente stimato ed apprezzato, sul piano umano e professionale, nel panorama calcistico nazionale, l'ex manager di Lazio, Sampdoria e Atalanta ha portato in dote competenza, esperienza, lungimiranza e raziocinio. Un paio di giorni per scovare la genesi di un palese cortocircuito nervoso e motivazionale nel chiuso dello spogliatoio. Altrettanti per ripristinare connessione, compattezza ed armonia con la panacea del dialogo e dell'ascolto. Ha maneggiato e raffreddato con cura la patata bollenteBrunori, con cui il suo predecessore si era maldestramente bruciato.

Osti si è fatto progressivamente garante e riferimento autorevole, in ambito psicologico e dirigenziale, di una squadra smarrita, confusa ed infelice. Creando i presupposti per rilanciare e responsabilizzare molti dei cosiddetti senatori della rosa finiti inopinatamente ai margini al giro di boa. Interfaccia preziosa che si è speso per rimodulare una connessione spesso problematica, per usare un eufemismo, tra Dionisi e parte della squadra, provando a rimodularla su basi diverse e più costruttive. Pohjanpalo, Magnani e Audero. Un alieno assoluto e due big di spessore per la categoria portati in rosa nel mercato di gennaio. Ostinazione, pazienza, acume, capacità diplomatica e negoziale sciorinate dal dirigente veneto nell'estenuante trattativa per il cartellino del performante bomber finlandese. Osti avrebbe voluto incastonare almeno altri due tasselli, forse tre. Un centrocampista di qualità, un esterno basso di sinistra, un difensore centrale. Tempi, contingenze, l'assenza di slot over figlia del dietrofront di Henry non hanno giocato a suo favore. Non ha avuto modo di portare a compimento tutti gli obiettivi prefissati in entrata ed in uscita. Tuttavia, in frangente convulso, ha fatto tutto ciò che circostanze e raggio d'azione gli hanno consentito. A conti fatti e rendimento alla mano, le mosse del ds rosanero, centralità restituita a Brunori e Gomes nel progetto tecnico, contributo fattivo del tris d'assi arrivato a gennaio, sono risultate opportune e decisive. Non certo sufficienti a colmare le lacune strutturali originarie e dare slancio in ottica promozione, ma salvifiche per cristallizzare un finale di stagione che poteva profilarsi realisticamente molto complesso.

Prodigi di equilibrismo per fungere da collettore tra tecnico e squadra, figura mastice e ponte di mediazione di una relazione molto complicata. Ha sostenuto ed indottrinato Dionisi finché ha ritenuto che vi fosse ancora un minimo margine per invertire il trend. Si è attivamente adoperato per sondare e vagliare le opzioni alternative quando ha fiutato il punto di non ritorno. Mettendoci lafaccia quando il club ha deciso di chiudere la stagione con l'ex Sassuolo in panchina. Dirigente vecchio stampo, nell'accezione più virtuosa del termine, Osti si è calato con elasticità, professionalità e profitto nel modus operandi del CFG. Facendosi apprezzare in maniera trasversale, per conoscenze calcistiche, capacità di analisi sotto il profilo tecnico, lucidità e visione nella gestione delle criticità. Dispensando autorevolezza e credibilità, marcando il suo imprinting, ritagliandosi peso specifico e giusta dose di autonomia nell'ambito di pertinenza. Conciliando aziendalismo, trasparenza e sobrietà, confini ed equilibri in una logica di condivisione, supervisione e avallo con i vertici apicali del management.

Tanti i volti nuovi che dovranno provare a scrivere una storia diversa nel Palermo edizione 2025-2026. Dal condottiero in panchina a numerosi calciatori chiamati ad integrare e potenziare una rosa ad oggi ricca di lacune e profili non funzionali ad ambizioni ed obiettivi del club. Carlo Osti dovrebbe costituire l'unico elemento di continuità con la stagione conclusa in seno all'area tecnica. Il Palermo CFG sembra pronto a rinnovare il contratto in scadenza il prossimo giugno, ribadendo stima e fiducia in chiave presente e futura all'esperto manager ex Treviso. Sollecitato e coinvolto dagli stati generali del club , già in tempi non sospetti ed a pieno titolo, nella pianificazione del progetto tecnico 2025-2026. La fumata bianca non c'è ancora, ma traspare una reciproca convergenza tra le parti di proseguire il rapporto professionale. Osti avrà quindi modo, salvo improbabili colpi di scena, di contribuire alla scelta del nuovo tecnico, concertando in piena sinergia con lui identità tattica e relativa composizione della squadra che dovrà puntare dritta al salto di categoria nella prossima stagione.