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Palermo-Catania, Sonetti: “Che dispiacere il derby in Serie C. I miei ricordi in rosanero…”

Le dichiarazioni rilasciate dall'ex tecnico di Palermo e Catania

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Parola a Nedo Sonetti.

Diversi sono stati i temi trattati dall'esperto tecnico originario di Piombino, intervistato ai microfoni di 'TuttoCalcioCatania': dal derby di Sicilia Palermo-Catania, in programma lunedì sera fra le mura dello Stadio "Renzo Barbera", alla sua esperienza sulla panchina rossazzurra. Sonetti, infatti, ha allenato la compagine etnea nella stagione 2004-2005, nel 2003 - invece - ha guidato proprio i rosanero.

"A parte le vicende calcistiche, sono stato bene in entrambe le città. Conservo ricordi molto belli e mi dispiace tanto vedere queste due squadre gloriose a livello nazionale giocare in Serie C. Mi auguro che le nuove proprietà e i rispettivi management siano all’altezza della situazione, soprattutto capiscano cosa vuol dire essere a capo di due società come Catania e Palermo", sono state le sue parole.

CATANIA E NON SOLO -"Instaurai un ottimo rapporto con la gente di Catania e l’ambiente tutto. Ci furono dei confronti con i dirigenti ma la vita di noi allenatori spesso e volentieri è fatta di incontri con dirigenti autorevoli. Pellè? Notai che era un ragazzo che aveva delle ottime qualità. Quando era con me a Catania era giovanissimo, le priorità erano altre in quel momento. Sarei rimasto volentieri anche dopo. A Palermo invece facemmo una rimonta nel girone di ritorno. Perdemmo malamente l’ultima partita a Lecce ma fu una scalata eccezionale. Ricordo che c’erano le basi per poter fare qualcosa di importante l’anno successivo".

COVID -"Una situazione del genere costituisce una novità per tutti. Non si erano mai verificate vicende nelle quali le squadre di calcio dovessero affrontare una pandemia così brutta e pericolosa. A parte le grandi pandemie di inizio secolo scorso, una situazione di questo tipo non era mai accaduta. È un problema veramente grosso. Si riesce ancora ad andare avanti con i campionati ma la situazione resta comunque anomala. Si deve combattere il virus e tutto ciò che scaturisce da esso, anche da un punto di vista di relazioni umane. Stadi vuoti? È triste, anche se le squadre si stanno battendo lo stesso con grande ardore. Senza il pubblico non c’è gusto e quell’adrenalina particolare che ti permette di fare le cose migliori, anche sotto l’aspetto tecnico", ha concluso Sonetti.