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Palermo, Bordon avvisa: “Stop di 21 giorni problema per fisico e testa. Allenarsi sul sintetico è un grosso handicap per i rosanero”

foto mondoudinese.it

Claudio Bordon illustra i rischi legati ad un lungo periodo di stop per i calciatori

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Claudio Bordon è certamente uno dei preparatori atletici più competenti e qualificati dell'intero panorama nazionale.

Profilo di rilievo e punto di forza del Palermo che incantava in Serie A nei fasti dell'era Zamparini, Bordon  ha prestato la sua preziosa opera professionale anche in club come Inter e Udinese, tra gli altri.

L'edizione siciliana de "La Gazzetta dello Sport"  propone un'interessante intervista all'ex preparatore della società di viale del Fante che illustra rischi, di8namiche ed incognite legati ai ventuno giorni di stop forzato per il Palermo di Giacomo Filippi a causa dei rinvii delle gare contro Monopoli e Foggia legati ai numerosi casi di contagio da Covid 19 in seno alle due compagini pugliesi.

"Influisce molto e vanno fatte delle considerazioni. In serie C generalmente gli organici degli staff non sono numerosi, ma il

Palermo mi risulta sia messo bene. Perché più il personale che segue i giocatori è qualificato, maggiore è l’intervento a livello individuale.

In questa situazione si possono fare due cose: la prima è mantenere il trend di lavoro con le cadenze normali, introducendo amichevoli di buon livello,la seconda è testare i giocatori che sono più indietro o che giocano di meno, perché  sono quelli che quasi sempre nel rush finale possono fare la differenza in termini numerici, tra stress, squalifiche e infortuni. Questa strategia di fare lavori individuali e di gruppo più specifici si può adottare se si ha una situazione di classifica agevole, per migliorare il livello di tenuta aerobica, di resistenza specificae  di forza in ottica playoff, ma non mi sembra che sia il caso del Palermo che deve ancora consolidare la propria posizione per gli spareggi promozione. In questo caso, allora, è importante mantenere il trendnormale di lavoro".

TENUTA MENTALE -  "Altro aspetto fondamentale  è quello psicologico nel convivere con questo periodo che ci ha cambiato i ritmi normali di vita.

Nel caso del Palermo che lo ha anche vissuto sulla propria pelle - prosegue - bisogna pure valutare se l’andamento metabolico dei giocatori che hanno contratto il Covid nei mesi scorsi ne risente ancora, oppure è stato tutto superato. Le esperienze dell’ultimo anno dicono che il Covid lascia qualcosa a livello mentale. Giocare avrebbe alleggerito anche la testa. Insomma fermarsi in questo momento non è stato un bene".

CASERTA E SINTETICO -  "Quindi che Palermo bisogna aspettarsi a Caserta? Tra l’altro in uno scontro diretto. «Difficile dirlo, in generale sotto pandemia il lavoro del preparatore atletico è diventato più complicato, perché c’è un numero maggiore di infortuni proprio per le scorie del Covid e perché bisogna lavorare molto di più sul piano dei singoli. Mi risulta, poi, che la squadra si allena sul sintetico, altra situazione che non gioca a favore. Io sono contrario ai terreni sintetici, è un grande handicap, perché le sollecitazioni muscolo-tendinee sono molto alte con un rischio più alto di infortuni".

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