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mediagol palermo Palermo, alba rosa specchio di Inzaghi: spirito, gamba e intensità, bussola di SuperPippo…

IL PALERMO DI INZAGHI

Palermo, alba rosa specchio di Inzaghi: spirito, gamba e intensità, bussola di SuperPippo…

Palermo Calcio Inzaghi
Esordio convincente ben oltre il successo di misura contro la Reggiana. Palermo di Inzaghi che mostra identità, ritmo, compattezza e potenziale offensivo. Margini di miglioramento in sede di rifinitura e finalizzazione, ma la strada è quella...
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di Leandro Ficarra

ESORDIO OK -  Coeso, intenso, adrenalinico. Autorevole e volitivo, a tratti arrembante. Il primo Palermo di Inzaghistacca bene ai blocchi di partenza della Serie B 2025-2026. PraticaReggiana brillantemente archiviata. Personalità, ritmo, equilibrio. Corposa mole di gioco trasposta in una produzione offensiva fervida ed eterogenea. Percentuale di realizzazione non pari all'indice di pericolosità. Scorcio di penombra nella fulgida serata del Barbera. Chiave di un risultato striminzito al cospetto di una performance di livello. Peccato non veniale che ha rischiato di eclissare una gioia più che meritata. Le beffarda deviazione di Bani e del fato, sul destro di Tavsan, ha smorzato l'euforia generale giusto un paio di minuti. Giri d'orologio utili a Pierozzi e Segre per coniare la giocata decisiva. Trailer esaustivo dell'anima in embrione, caparbia e vincente, del nuovo Palermo di SuperPippo. Esaltarsi oltremodo per il successo, tecnicamente d'ordinanza, contro un avversario ampiamente alla portata, sarebbe un errore madornale. Aspetti perfettibili e margini di crescita sono numerosi ed inesplorati.

SPECCHIO DI PIPPO - Tuttavia, la prima uscita in campionato sul manto erboso del Barbera ha fornito indicazioni di massima confortanti. Alba rosaspecchio fedele dell'Inzaghi pensieroPalermo compatto ed elettrico. Tonico, feroce, reattivo. Esplosivo e tracimante sul piano atletico. Maniacalmente applicato sotto il profilo mentale. Dedito e corale nello svolgimento delle due fasi, agonisticamente gladiatorio e vorace. Al netto dell'acclarata cifra tecnica complessiva, affiorano nitidamente i paradigmi tattici e concettuali alla base di un'identità delineata. Fisiologicamente in via di definizione, ma le cui basi fondanti sono già tangibili. Automatismi, sinergia e spirito che ispirano da sempre il credo di Inzaghi. Fautore di un calcio pragmatico, fisico, essenziale. Densità ed abnegazione in fase di non possesso, intensità massimale in pressione e riconquista, attacco veemente della seconda palla. Ritmi vertiginosi e verticalità in sede di transizione e sviluppo delle trame offensive. Zero orpelli estetici di matrice narcisa tra le pieghe della manovra. Bandita l'esasperazione del concetto di possesso e giropalla in orizzontale, al pari dei rischi gratuiti figli della rinomata costruzione dal basso. 

Contro la Reggiana, l'imprinting, fortemente caratterizzante, del tecnico piacentino è emerso in modo nitido ed inequivocabile. Squadra corta, alta, aggressiva. Schierata con un 3-4-2-1 molto elastico, pronto a diventare un 5-3-2 in fase di non possesso. Apprezzabile la compartecipazione totale nel ricomporre la densità sulle ripartenze emiliane. Palermo pronto a pressare, alto e forte. accorciando in avanti. Al contempo dedito a correre indietro per ripristinare densità e schermare la retroguardia.

Da Brunori in giù, nessuno ha lesinato energie e solidarietà al compagno in sede di ripiegamento. Chiudendo diagonali, affondando tackles, raddoppiando e triplicando le marcature. Giocatori di Dionigi spesso inghiottiti in un imbuto al culmine di promettenti percussioni. Soffocati da vere e proprie gabbie in zona palla edificate da Segre e compagni. Nel cuore del pacchetto difensivo, Bani ha ribadito di essere un lusso per la categoria. Carismatico e dominante. Lettura, tempismo, leadership nella guida del reparto. Catalizzatore nel gioco aereo. In entrambe le aree di rigore, come ribadito da un paio di incornate degne di miglior sorte. Ceccaroni lo ha affiancato con agio, piglio e personalità ormai cristallizzate nell'interpretazione del ruolo. Diakitè si è salvato con il fisico, pagando scarsa lucidità ed attitudine approssimativa palla al piede. Rimediando un giallo ingenuo e lasciando spazio all'ottimo Peda nella ripresa. Il moto perpetuo di Segre, gamba piena ed animus pugnandi, è stato un fattore in una mediana orfana di Gomes. Chilometri infiniti come i palloni scippati agli avversari. Solito attacco degli spazi a fari spenti,  proverbiali inserimenti offensivi a spaventare la compagine di Dionigi. Ranocchia, interno pensante, ci ha messo garra, voglia e ritmo per affrancarsi dal limbo di mediocrità delle prestazioni precedenti. Fin troppo ordinarie e scolastiche in proporzione al suo talento.  L'ex Empoli ha sensibilmente incrementato l'asticella di coraggio ed intensità. Presente nel vivo della manovra, intraprendente e continuo nella distribuzione della sfera, brillante in un paio di strappi, con lodevoli conclusioni annesse scoccate dalla media distanza. Le corsie laterali hanno fatto la differenza. Stratosferica la partita di Pierozzi. Gol a parte. Dardeggiante in sede propulsiva sul binario destro, esplosivo sul breve e poderoso in progressione. Ha sfornato folate ed assist al bacio, come in occasione della zuccata dell'implacabile Pohjanpalo che ha stappato il match. Già poco prima, sombrero e cross perfetto per la rete annullata a Brunori, l'ex Reggina si era reso protagonista di una giocata pregevole, seppur partito in leggero offside. Augello è semplicemente un totem del ruolo di passaggio in cadetteria. Frequenza di corsa, lucidità e tempi nella scelta della giocata,  mancino fatato dal quale partono cross arcuati e chirurgici. Calibrati con traiettoria e giri della sfera che rasentano la perfezione. Ogni palla inattiva calciata dall'ex Cagliari è il preludio ad una potenziale occasione da gol. Brunorivolteggia, leggero e felice, tra le linee. Elastico e terminale di manovra, tesse e lega con tecnica e sapienza le trame offensive. Deputato a rifinire o concludere dai venti metri, pronto ad attaccare l'area quando Pohjanpalo scollina a giocar di sponda per stanare i centrali avversari. Gyasi, in attesa che Palumbo ritrovi smalto e condizione ideale, appare un po'sacrificato nel ruolo di secondo trequartista. Fisicità e statura gli consentono comunque di interpretare in modo ordinato il ruolo. Fungendo da riferimento spalle alla porta, divorando centralmente i varchi schiusi dai movimenti dei compagni di reparto. La Reggiana era contendente non particolarmente probante. Tuttavia, non era agevole trovare spazi, opzioni e tempi di giocata con dieci uomini costantemente sotto la linea della palla. Quattordici tiri nello specchio della porta, venticinque totali, hanno esaltato le doti dell'ottimo Motta, interessante prospetto, classe 2005, tra i pali della compagine di Dionigi. Genesi e modalità delle occasioni create da Brunori e soci evidenziano un aspetto confortante in ottica futura. Ampiezza, cross dal fondo e sovrapposizioni interne, conclusioni dalla media distanza, incornate su palla inattiva, verticalizzazioni alla ricerca della profondità, imbucate tra le linee, inserimento a rimorchio dei centrocampisti. Proposta offensiva variegata, organica ed efficace: Palermo che è riuscito spesso a rifinire e concludere, sviluppando trame di diversa matrice ed esplorando numerose zone di campo. Circostanza che rivela idee, scorrevolezza e rapidità nella circolazione della sfera, unitamente a sincronia e dinamismo collettivo nei movimenti senza palla.  Presupposti imprescindibili per scardinare qualsiasi bunker difensivo. Lucidità e cinismo in sede di finalizzazione devono essere notevolmente implementate. Non puoi correre il rischio di scivolare sull'episodio. Tenendo in bilico una gara dominata per manifesta superiorità. Blin e Le Douaron subentrati nell'ultimo scorcio di match. Scampoli nel finale anche per Giacomo Corona.

INZAGHI MANIA - L'aria è radicalmente cambiata. Fresca, frizzante, foriera di promettenti e radiosi presagi. Brezza intrisa di entusiasmo e fiducia. Primi step di una simbiosi che può costituire la chiave per il perseguimento dell'obiettivo. Tumulto di passione, voci, colori. Show da brividi al Barbera,  rispondenza di amorosi sensi tra tifosi e SuperPippo. Euforia contagiosa, di cui Pippo Inzaghi è artefice, fulcro e catalizzatore. Magnetico, carismatico, straripante nelle vesti di alchimista e condottiero. Culto sacrale del lavoro, ossessione del dettaglio. Ostinazione cieca. Esigenza, perenne e indomita, di valicare i propri limiti. Tagliare per primi il traguardo. Voglia, spasmodica ed irriducibile, di alzare l'asticella. Plus dirimente nella sua pluridecorata parabola di bomber nell'olimpo del calcio mondiale. Mantra centrale nel suo percorso professionale in panchina. Bussola da non smarrire lungo la via per il gruppo squadra. Palermo che ha le carte in regola per dare corpo ai propri sogni. A patto di restare umile, intenso, concentrato e famelico. Proprio come il suo allenatore.