In Sicilia ha vissuto gli anni d'oro della sua carriera.
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La Grotteria-Mediagol: “Io, il Palermo di Mutti e quel gol al Catania. Un mio ritorno? Rispondo così”
Le dichiarazioni rilasciate dall'ex calciatore del Palermo, intervistato in esclusiva dalla redazione di Mediagol.it
Stiamo parlando di Cristian La Grotteria. Tra i protagonisti indiscussi della promozione in Serie B conquistata ben diciannove anni fa, l'ex calciatore argentino è stato un vero e proprio idolo incontrastato della "Favorita", prima ancora che lo stadio venisse intitolato a Renzo Barbera. In cadetteria, con la maglia del Palermo, il classe 1974 ha disputato una stagione strepitosa con l'amico ed ex compagno di squadra Davide Bombardini. E con Bortolo Mutti in panchina ha siglato gol di pregevolissima fattura: ben tredici in stagione, indimenticabile quello messo a segno in occasione del derby contro il Catania. Momenti intensi, scolpiti nella mente e nel cuore di chi ama i colori rosanero, che ancora oggi l'attuale responsabile del settore giovanile del Cittadella, ricorda con grande orgoglio.
"A Palermo ho fatto tre anni importanti e indimenticabili, abbiamo vinto il campionato all'ultimo respiro: sono cose che ti restano nella mente e nel cuore per sempre. La mia Serie C? Quel torneo era molto più difficile di quello attuale, le società costruivano squadre di grande livello con tanti giocatori forti. Ora, con la crisi economica e le nuove regole sui giovani e sugli stipendi, qualcosa è cambiato. Il livello tecnico si è inevitabilmente impoverito. Questo resta però un torneo molto complicato. La ricetta per vincere la Serie C? Un gruppo compatto: quando si deve portare a casa un risultato lo si deve fare in qualsiasi modo sportivamente lecito. Non sempre conta giocare un bel calcio, talvolta devi mettere sul campo altre caratteristiche. Durante gli allenamenti litigavamo spesso, ma la domenica erano guai se qualcuno toccava un compagno. Questo crea un'alchimia tra i giocatori che ti porta lontano. La tradizione illustre di calciatori argentini nella storia del Palermo? Dybala è magia pura e può inventare qualsiasi cosa, a volte sparisce dalla partita ma dimostra di poter risolverla in un istante in virtù del bagaglio tecnico straordinario di cui dispone. Non dimentichiamoci di Javier Pastore, dello stesso Franco Vazquez, da Palermo sono passati dei giocatori davvero forti e per questo i tifosi si aspettano sempre tanto dalla squadra. Bisogna però capire i momenti e le categorie, bisogna venir fuori al più presto possibile dalla Serie C facendo squadra tutti insieme", ha dichiarato La Grotteria, intervistato in esclusiva dalla redazione di Mediagol.it.
IL PALERMO DI MUTTI -"Quel Palermo in Serie B fu una lieta sorpresa ha fatto da subito molto bene, poi all'ultimo abbiamo un po' mollato. La cosa importante era raggiungere la salvezza, ma credo che avevamo cifra tecnica e qualità complessiva per ottenere anche qualcosa di più. All'inizio il mister non mi faceva giocare, il campo Mutti non me lo faceva vedere proprio! Poi entrai ad Empoli e feci molto bene e da lì trovai maggiore spazio. In quell'occasione misi a segno due reti. Ho realizzato reti anche molto belle dal punto di vista tecnico ed estetico, ma il gol che mi rimasto impresso è quello contro il Catania in un 'Barbera' pienissimo. Tutti vorrebbero segnare in un derby e farlo a Palermo è stato davvero emozionante. Ricordo che eravamo tutti sul pezzo e concentrati quella settimana, c'era silenzio, applicazione e la giusta tensione. Non volevamo sbagliare l'appuntamento più importante per la nostra gente. Questo contro il Catania è il gol del cuore. Se dovessi invece ricordare due realizzazioni di notevole caratura dal punto di vista tecnico sceglierei quelle contro Siena ed Empoli".
EX COMPAGNI - "Zauli e Di Donato? Mi aspettavo che sarebbero diventati allenatori. Lamberto è un palato fine e ama il bel gioco. Ha faticato all'inizio però adesso è in una grande società e sta facendo bene. Daniele spero possa trovare un'altra sistemazione dopo l'esperienza non felice di Trapani perché è davvero un ragazzo serio e competente, ha sempre dimostrato di avere le idee e di metterci il cuore in ogni cosa. Se sento ancora i miei ex compagni? Direi che è più facile incontrarsi nei vari campi in giro per l'Italia, alla fine trovi sempre qualcuno che conosci in nuove vesti professionali".
IL RITORNO -"Ritorno al Palermo come dirigente? Sono affezionato alla società, ma non c'è mai stata la possibilità. Il Palermo ha dei dirigenti all'altezza e non ho mai avuto dei contatti, mi godo il presente. Mi auguro che il Palermo faccia bene e stesso discorso vale per il Cittadella, sto facendo una gavetta importante. Qui bisogna fare il meglio con il minimo, non è facile trovare ragazzi giovani di talento visto che ci sono diverse società importanti qui intorno. Ho avuto la fortuna di conoscere Stefano Marchetti qualche anno fa. Prima di farmi lavorare con lui mi ha studiato e mi ha voluto conoscere a 360 gradi. Dopo due anni mi ha avanzato la proposta di andare a lavorare insieme a lui. Lavorare con lui è come andare all'università, dal punto di vista calcistico e manageriale impari sempre qualcosa. Lo cercano e l'hanno sempre corteggiato club di prestigio che militano anche in Serie A, ma lui è troppo riconoscente verso la società e non vuole andare via dal Cittadella", sono state le sue parole.
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