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Kanoute si racconta: “Io, la corte di Koeman e il mito Okocha. Roma e Fiorentina mi volevano”

Le dichiarazioni rilasciate dal numero 20 del Palermo

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"Ronald Koeman era venuto in Senegal insieme al suo agente Ger Lagendijk. Mi portarono in Olanda: prima al Feyenord, poi allo Sparta Rotterdam e all'Utrecht. Tutti volevano che restassi lì, ma ero minorenne e non potevo restare in Europa".

Lo ha raccontato Mamadou Kanoute. Diversi sono stati i temi trattati dall'esterno offensivo del Palermo, intervistato ai microfoni di Gianlucadimarzio.com: dal rapporto con l'attuale tecnico del Barcellona, Ronald Koeman, che in passato aveva apprezzato doti e caratteristiche del calciatore, all'esordio in Serie A con la maglia del Benevento. In grado di ricoprire più ruoli nel reparto offensivo, nel corso della sua carriera il numero 20 rosanero ha vissuto dal 2011 al 2018 in Campania, dove ha vestito le maglie di Juve Stabia e Benevento. Poi, le esperienze a Vercelli e in quel di Catanzaro prima di approdare alla corte di Roberto Boscaglia in estate.

"Koeman e il suo agente mi volevano bene. Lagendijk, prima di sapere che fossi in Italia, era tornato in Senegal a cercarmi. Quando hanno saputo che ero in Italia, mi hanno raggiunto per provare a convincermi di nuovo ad andare in Olanda. La mia scelta era quella di andare in Olanda visto l'interesse di Koeman, ma mio padre voleva che restassi vicino a lui, per la mia crescita. Mi volevano tante squadre. Oltre al Benevento c'erano anche Roma, Parma e Fiorentina. Potevo andare a giocare nella primavera della Roma, ma ho scelto Benevento insieme a mio padre e il mio procuratore", sono state le sue parole.

I SETTE ANNI IN CAMPANIA - "A livello calcistico mi sono trovato meglio a Castellammare di Stabia. Abbiamo fatto un gran campionato, ho maturato tanta esperienza. Ricordo ancora quel campionato perché lì sono stato bene. L'esordio in Serie A con il Benevento? Sognavo quel momento da bambino, è stata un emozione indescrivibile. Poi chiesi io di andare a Vercelli per giocare con continuità, ma mi sono rifatto male. Quella fu una stagione particolare, ma allo stesso tempo bella per il debutto in Serie A e in Serie B".

MITO E FAMIGLIA -"Jay-Jay Okocha mi ha fatto innamorare. In Senegal guardiamo spesso il campionato francese. Seguendolo mi sono innamorato del modo in cui giocava. Ronaldinho? I due si assomigliavano nei dribbling e nei movimenti. Sono diventato tifoso del Barcellona seguendo le gesta di Ronaldinho. Famiglia e fede per me sono tutto. Una persona non può essere felice se non ha la fede dentro. Mio figlio ha cambiato la mia vita, ancora non riesco a credere che sono padre. Guardandolo mi emoziono sempre di più", ha concluso Kanoute.

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