Il Palermo era sulle tracce di Mauro Icardi. L'attuale bomber dell'Inter era seguito anche dai rosanero, ma parliamo di quasi sei anni fa.
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“Icardi? Lo seguiva anche il Palermo, ma poi…”: il retroscena dello scopritore di Maurito
Il Palermo seguiva Mauro Icardi, ora attaccante dell'Inter: il retroscena rivelato dallo scopritore dell'argentino.
Era il 2011 e l'argentino militava ancora nel vivaio del Barcellona. A un certo punto l'opportunità di fare il salto di qualità in Italia, una volta aver compreso che la Prima Squadra dei blaugrana non lo avrebbe inserito sin da subito nei possibili candidati a ottenere la promozione nel "Més que un Club". A raccontare il retroscena colui che di fatto portò Mauro Icardi nel nostro campionato, vale a dire Nunzio Marchione.
In un'intervista rilasciata a World Soccer Scouting, Marchione ha raccontato: "Ho iniziato a lavorare nei campi di periferia a Barcellona: lì si incontrano tanti giocatori forti e si lavora molto sulla tecnica. Ho iniziato frequentando il Badalona, oggi in C1: ho fatto i primi passi seguendo Icardi e Keita - ha premesso -. Com'è andata la trattativa che ha portato Icardi in Italia? All’inizio del suo terzo anno al Barcellona giocava meno perché Rafinha era schierato falso nueve. Io gli avevo parlato molto dell’Italia: il suo idolo era Batistuta e Mauro è sempre stato interista, da piccolo aveva il poster di Zanetti in camera. Il capo osservatore della Sampdoria, Riccardo Pecini, venne a vederlo un paio di volte e lo portò successivamente in Italia: in quel caso i blucerchiati vinsero la concorrenza del Palermo, del Napoli e della Roma". Pochi mesi dopo i rosa di Zamparini si gettarono a capofitto su un altro argentino, Paulo Dybala, esborsando ben 12 milioni di euro.
"Qual è il segreto della Masìa? Prima di tutto la grande disciplina e il fatto che il singolo viene sempre messo dopo il collettivo - ha proseguito il racconto Marchione, che al grande pubblico è noto per essere lo 'scopritore' di Mauro Icardi -. Un altro segreto che viene insegnato ai bambini è il fatto che se si tiene la palla ci si diverte e si vince, se si perde si è scontenti e si deve rincorrere l’avversario. Il Barça ha un’identità ben precisa, una filosofia che hanno ripreso dall’Olanda grazie a Cruyff”.
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