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LE DICHIARAZIONI

Graves: “Sorpreso dall’interesse del Palermo, ho accettato subito. Tifosi pazzeschi”

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Il difensore danese è approdato nel capoluogo siciliano a gennaio dal Randers FC

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"Non mi aspettavo che un club italiano potesse essere interessato a me, dunque sono rimasto sorpreso. Ma è stato incredibilmente bello". Lo ha detto Simon Graves, intervistato ai microfoni di "Bold.dk". Diversi i temi trattati dal difensore classe 1999, approdato alla corte di Eugenio Corini nel corso della sessione invernale di calciomercato a titolo definitivo dal Randers FC: dalla trattativa che ha portato al trasferimento dello stesso nel capoluogo siciliano, all'esordio con la maglia rosanero contro la Reggina. Ma non solo...

"All'inizio l'ho considerata solo come 'una pacca sulla spalla'. Non mi aspettavo che l'interesse diventasse così concreto da dover salire su un aereo per svolgere le visite mediche. Ma non ho mai avuto dubbi, volevo andare. Ero felice al Randers, ma è stata una buona opportunità per me. Un grande club, in una bella città, in un bel paese. Se non avessi colto l'occasione me ne sarei pentito", le sue parole.

L'ESORDIO -"Esordio con la Reggina? E' successo tutto così velocemente. Mi allenavo solo da qualche giorno, non mi aspettavo di esordire già alla prima occasione. E' stato pazzesco entrare in campo. L'atmosfera è intensa, soprattutto a Palermo con 27.000 tifosi sugli spalti. La cultura li rende follemente appassionati del loro calcio. Il calore dei tifosi? Lo sento quando cammino per la città. Ci sono già diverse persone che mi riconoscono e vogliono fare delle foto quando vado a fare una passeggiata. Mi salutano e mi parlano un po' in italiano, che ancora non capisco. E poi i miei social sono cresciuti, ricevo parecchi commenti, più like... (ride, ndr)".

L'AMBIENTAMENTO -"Com'è per un ragazzo calmo come me sperimentare questo genere di cose? È una specie di sconvolgimento. È una sensazione strana, bella. Le persone sembrano un po' più stravaganti e vogliono fare foto con me quando sono solo fuori a fare una passeggiata. Probabilmente è una questione culturale, perché anche in Danimarca le persone ti riconoscono, ma non vanno a chiedere un autografo. Gli italiani non sono riservati come in Danimarca", ha proseguito il numero 2 del Palermo.

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