FROSINONE-PALERMO

Frosinone-Palermo 1-0: rosa tenue allo Stirpe, sterilità ed imprecisione. Decide Moro

Disattenzione difensiva punita da Moro, Palermo che spreca le chances per il pari

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Il processo di acquisizione e consolidamento di identità, sincronismi e condizione del nuovo Palermo di Eugenio Corini prosegue lentamente e con fisiologiche criticità. Lavoro, tempo e pazienza costituiscono elementi imprescindibili quando bisogna plasmare ed assemblare una squadra profondamente rivisitata, concettualmente e nei singoli interpreti, pur nella consapevolezza di avere in dote un organico dalla buona cifra tecnica complessiva, in relazione ad obiettivo prefissato e standard medi della categoria. Tuttavia, il riscontro numerico, in questo avvio singhiozzante di stagione, è certamente deficitario. Contro il Frosinone arriva per la compagine rosanero la terza sconfitta nelle ultime quattro gare. Certamente diversa, di matrice più episodica, rispetto alle altre uscite infruttuose sul piano del risultato, ma comunque deleteria sotto il profilo psicologico per un gruppo ancora alla ricerca di certezze ed autostima.

Un gol sporco di Moro, complice una sfortunata deviazione di Buttaro, è valso i tre punti ad un Frosinone cinico, gladiatorio e smaliziato nella gestione del vantaggio. La squadra di Grosso non ha sfoderato una prestazione particolarmente spumeggiante e trascendentale in termini di gioco e qualità, ma si è comunque mostrata più concreta e calcisticamente cattiva rispetto agli uomini di Corini. Il Palermo ha denotato qualche progresso in termini di coesione, densità ed equilibri in fase di non possesso, ma ha avuto il torto di non sfruttare a dovere le cinque palle gol, due nella prima frazione, tre nella ripresa, che è stato in grado di costruire nel corso del match. Qualcosina di meglio si è intravisto, ma i rosanero hanno peccato di lucidità e precisione nei momenti decisivi, non riuscendo a portare punti a casa contro un avversario solio ma comunque non proibitivo.

Corini ha inizialmente disposto con il 4-3-3 quella che lui ritiene essere ad oggi la sua formazione tipo, o quasi, con Buttaro e Mateju esterni bassi, la coppia Nedelcearu-Marconi al centro della retroguardia, Stulac in cabina di regia con Segre e Saric intermedi in zona nevralgica, Di Mariano ed Elia larghi a sostegno di bomber Brunori nel tridente avanzato. Baricentro leggermente più basso, maggiore accortezza ed applicazione nel mantenere compattezza e distanze tra le linee, per limitare la concessione di interspazi e profondità alle ripartenze ciociare.

Un primo tempo piuttosto equilibrato, caratterizzato da grande vis agonistica ed acume tattico su entrambi i versanti. Due ribaltamenti ficcanti con Brunori protagonista, prima stoppato da un'uscita bassa con il tempo giusto da Turati, poi in ritardo di un'inezia sul tirocross radente di Elia. Lo stesso attaccante italobrasiliano si trasformava in provvidenziale difendente, come contro il Genoa, salvando sulla linea l'incornata di Lucioni su palla inattiva. Vigoria in mezzo al campo e ritmo progressivamente calato, in un primo tempo in cui la fase difensiva rappresentava un chiaro must per entrambe le formazioni. Poi un calo di tensione letale, a fil di cronometro, con la squadra rosa disarticolata e dormiente su una fulminea transizione ciociara, Caso ad ispirare il rimorchio di Moro, la sorte a farsi beffa degli ospiti con la deviazione di Buttaro che rendeva vincente la conclusione a salve dell'ex Catania.

Sotto nel punteggio e nell'inerzia psicologica della sfida, Corini ha cercato soluzioni dalla panchina. I cambi saggi nel pacchetto arretrato, Bettella e Sala per gli ammoniti Marconi e Mateju, l'infusione massiccia di freschezza, esperienza e fisicità con Damiani, Floriano e Soleri  per Stulac, Elia e Saric. Prima delle interazioni in corso d'opera dei due allenatori, Grosso opterà per Lulic e Ciervo per Garritano e Mazzitelli, una chance significativa per parte. Di Mariano, tra i più vivaci e continui tra i suoi ma impreciso in sede di finalizzazione, alzava troppo con il destro al volo un cross di Buttaro, Caso scagliava un velenoso destro a giro che timbrava il palo, sfiorando il raddoppio.

I nuovi innesti regalavano un plus di intensità ed incisività a Brunori e compagni: Floriano confezionava un'imbucata perfetta per il taglio di Di Mariano che si faceva ipnotizzare da Turati in uscita, Segre sceglieva magnificamente il tempo per l'inserimento centrale, ma sballava la mira di testa, su ottimo suggerimento ancora di Di Mariano. Una torsione aerea di Soleri a lato su cross di Floriano, prima del nulla, con il Palermo a ruminare un forcing scolastico, piuttosto caotico e banale in termini di contenuti e spunti calcistici, il Frosinone a gestire con malizia, vigoria e mestiere il corposo recupero.

Meccanismi corali e brillantezza dei singoli vanno chiaramente ancora rodati. Stulac non si discute, ma lo sloveno appare un po' sotto ritmo e fin troppo ordinario nell'interpretazione attuale del ruolo in rapporto alle sue eccellenti qualità, balistiche e di pensiero. Idem Saric, le cui notevoli potenzialità si intravedono nitidamente, ma sono evidentemente zavorrate da uno stato di forma non ideale e da una conoscenza ancora embrionale di automatismi collettivi e attitudini dei compagni.  In avanti Brunori non può sempre tirare fuori il coniglio dal cilindro. Urge lavorare per fornire opzioni alternative e variegate alla fase offensive, leggasi compartecipazione, pragmatismo e risolutezza, in sede di rifinitura e finalizzazione, anche da parte di aculei del tridente e centrocampisti. Flebili progressi affiorano, ma serve un deciso salto di qualità per tradurre i miglioramenti in risultati concreti. La full immersione di Manchester potrà essere molto utile per affinare e cementare sinergie e conoscenze in seno alla rosa. L'auspicio è che il blitz a casa citizens sia foriero di una più salda ed organica identità, tattica e mentale, che contribuisca ad esaltare le indubbie qualità dei singoli e porti in dote punti preziosi ad implementare morale e classifica alla ripresa del campionato.

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