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Franco Vazquez: “Io, Gattuso e il Palermo. Volevo andare via per un motivo. Futuro? Ecco cosa cerco”

Franco Vazquez: “Io, Gattuso e il Palermo. Volevo andare via per un motivo. Futuro? Ecco cosa cerco”

Le dichiarazioni rilasciate dall'ex trequartista del Palermo

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"É lì che cresciamo noi giocatori sudamericani, per questo siamo così ricercati in tutto il mondo".

Lo ha detto Franco Vazquez, intervistato ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. Dopo cinque lunghe stagioni, El Mudo ha lasciato Siviglia ed il Siviglia in cerca di una nuova avventura. L'ex trequartista del Palermo, che ha vestito la maglia rosanero dal 2012 al 2016, è tornato a parlare della sua esperienza in Sicilia. Ma non solo...

"Io escluso in Serie B da Gattuso? Mi prese molto di sorpresa, sono sincero. Lì mi dissero che c’era la possibilità di andare a Cipro e, beh, io risposi di no perché non mi sembrava una buona opzione per me. Saper aspettare è parte del lavoro e della crescita, anche se forse io avuto la vita più difficile rispetto ad altri giocatori. Ma sono cose che possono succedere e che ti rendono più forte. Io cercavo di continuare ad allenarmi anche se poi non avrei giocato, di farlo per me, perché sapevo che quella non fosse la fine. Quando Iachini mi disse che mi avrebbe reintegrato lo ringraziai, ma risposi di no, che volevo andare via perché pensavo che non si fossero comportati bene con me. Alla fine, ebbi l’opportunità di andarmene, ma Iachini fece tutto il possibile per farmi rimanere e lì iniziò tutta la mia storia con il Palermo", le sue parole.

SIVIGLIA -"È stata la squadra dove più sono rimasto, dopo cinque anni era parte di me. Poi da un momento all’altro ti rendi conto che finisce tutto. Ed è difficile, ma sapevo che sarebbe arrivato. Mi sento molto fortunato di aver vissuto questa esperienza qui, in una grande squadra che ogni volta lotta per obiettivi più grandi. Poi la gente mi vuole bene e per questo sono molto riconoscente. È stato un anno difficile, perché quando non giochi ti intristisci e diventa tutto più complicato. Però ho cercato di viverlo al massimo, allenandomi come sempre e cercando di dare il meglio nei minuti che mi toccavano. Quel gol fu un gran ultimo atto. Estetico, improvvisato: sono contento che a Siviglia mi ricorderanno con quella immagine. L'Europa League? L’aver vinto un trofeo così importante è stata la ciliegina sulla torta, bellissimo. Ma ci sono stati anche altri momenti speciali, notti fantastiche come quando passammo ai quarti di finale di Champions per la prima volta nella storia del club, battendo lo United all’Old Trafford. Quel momento fu incredibile".

IL MUDISMO -"Beh, è un nomignolo che hanno dato alla mia maniera di giocare, di essere. Che dire, io gioco così da quando ho l’uso della ragione. Io mi sono divertito e mi diverto a giocare così, se anche le persone si divertono non posso fare altro che ringraziarle. Io cercherò sempre di fare il mio gioco. A qualcuno piacerà, ad altri no. Il calcio è così: tutti possono dare la propria opinione. Ed è perfetto così, altrimenti sarebbe così noioso! Non è che mi alzi il giorno della partita e penso che farò un tunnel. Quando hai la palla lo provi, semplicemente. A volte viene, altre no. Non è una giocata che puoi pensare, viene dall’immaginazione. È un istinto. Non mi ha portato problemi con avversari, ma con qualche allenatore sì. Perché a volte vuoi fare un tunnel al limite dell’area e magari la perdi e loro ti gridano di andarlo a fare dall’altro lato del campo. Ma questo è il mio modo di giocare, è quello che faccio da quando ho l’uso della ragione. È un gioco, bisogna divertirsi".

FUTURO -"Ritirarmi nel Belgrano è un gran desiderio che ho, ma la mia prossima squadra, ad essere sincero, non so ancora quale sia. Certo, qualche offerta l’ho già avuta, però ora ho qualche giorno di vacanza e voglio rifletterci con calma. È una decisione importante per la mia carriera. Se cerco un club prestigioso o semplicemente una squadra che mi renda l’asse del proprio gioco? Se sono entrambe le cose, è perfetto! In primis, voglio sentirmi di nuovo importante. Mi sento bene fisicamente per poter rendere ad un buon livello. Poi, ovviamente, il posto te lo devi guadagnare in campo, ma voglio sentire la fiducia del club e della squadra. Non fa differenza il campionato. Sia quello spagnolo che quello italiano mi divertono e sono adatti a me", ha concluso.

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