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Processo

Droga, neomelodici e mafia: 28 condanne, assolto Jhonny Giordano storico capo ultras di Palermo

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L’avvocato: “L’assoluzione di Jhonny Giordano ha consacrato a livello giudiziario l’estraneità dell’ex leader del tifo organizzato rosanero rispetto a qualsivoglia cointeressenza e contiguità con Cosa Nostra”

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Nell'ambito delle inchieste "Resilienza" e "Resilienza 2", sono ventotto le condanne e cinque le assoluzioni decise dal gup Donata Di Sarno per 33 imputati che ha processato con il rito abbreviato e che hanno colpito il clan di Borgo Vecchio di Palermo. Le accuse erano di estorsione, spaccio di droga e associazione mafiosa.

L’indagine fu condotta dai carabinieri del comando provinciale di Palermo tra ottobre del 2020 e marzo 2021. Secondo la ricostruzione dei sostituti procuratori Luisa Bettiol e Gaspare Spedale, sarebbe stato imposto il pizzo a tappeto alle attività del quartiere con i boss che avrebbero inoltre gestito lo smercio di droga, arrivando persino ad occuparsi delle feste di piazza e dei concerti neomelodici - stabilendo chi avrebbe potuto cantare e chi no -  e intervenendo inoltre nelle contese tra i tifosi del Palermo calcio.

Tra gli assolti anche il fondatore delle Brigate Rosanero, lo storico capo ultras del Palermo Johnny Giordano, la cui richiesta di arresto era stata respinta sia dal gip che dal tribunale del Riesame, in accoglimento delle tesi dei suoi avvocati, Giovanni Castronovo e Silvana Tortorici, per il quale l'accusa aveva chiesto ben 10 anni di carcere.

Dopo l’assoluzione con formula piena ottenuta da Giordano, Mediagol ha contattato l’avvocato Castronovo che ha espresso grande soddisfazione per il risultato ottenuto. “L’assoluzione di Jhonny Giordano - dichiara l’avvocato penalista - ha consacrato a livello giudiziario l’estraneità dell’ex leader del tifo organizzato rosanero rispetto a qualsivoglia cointeressenza e contiguità con Cosa Nostra. Già il Gip, a seguito della richiesta di applicazione della misura cautelare in carcere avanzata dall’Ufficio di Procura, ebbe a rilevare l’assenza di quel rapporto sinallagmatico con l’organizzazione mafiosa, che caratterizza l’accusa di concorso esterno. Successivamente, a seguito dell’appello proposto dal Pm avverso il rigetto della misura coercitiva invocata, dinnanzi il Tribunale per il riesame, la difesa ha prodotto un’impotente attività di indagini difensive, attraverso le quali si è dimostrata la liceità della condotta del Giordano, tanto con riferimento alle vicenda dei biglietti (per i quali è stata prodotta certificazione rilasciata ad hoc dalla Siae, dalla quale sono emersi il numero dei biglietti restituiti dall’imputato alla Palermo calcio, in quanto non utilizzati), che riguardo alla lite scoppiata tra diverse frange del tifo organizzato ed alla presunta richiesta di riassunzione avanzata alla nuova società presieduta da Dario Mirri. Ci auguriamo che, avendo avendo ampiamente fornito tutti i chiarimenti necessari per poter meglio delineare i fatti che ci occupano, la sentenza possa diventare presto irrevocabile, in modo da restituire al mio assistito quella serenità che, a seguito della vicenda de qua, aveva smarrito”.

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