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Delio Rossi-Mediagol: “La differenza tra Tuttolomondo e Zamparini. Fiducia in Mirri, la Serie D un incubo. Il mio ritorno in Serie B? Vi racconto tutto…”

L'ex tecnico del Palermo ha parlato in esclusiva ai microfoni di Mediagol.it

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Un ricordo rimasto indelebile nel cuore dei tifosi.

Nei suoi anni d'oro in Serie A, il Palermo è stato guidato da una figura marmorea, dallo sguardo gelido e profondamente analitico, che con un gioco offensivo spumeggiante e una fase difensiva accurata e ben organizzata, era riuscito a portare i rosanero verso una storica qualificazione in Europa League e una finale di Coppa Italia, poi persa contro quella storica Inter del Triplete. Delio Rossi è entrato così nel cuore dei tifosi palermitani, e dopo otto anni aveva preso la coraggiosa decisione di ritornare sulla panchina del Palermo per cercare di ottenere una promozione diretta nella massima categoria che a quattro giornate dalla fine sembra quasi impossibile da raggiungere: con tre pareggi e una vittoria infatti, il club siciliano non era riuscito a strappare il secondo posto al Lecce, ma era riuscito comunque a qualificarsi ai playoff che però non verranno mai disputati a causa della mancata iscrizione al campionato cadetto.

Adesso i rosanero sono ripartiti dalla Serie D grazie alla volontà di Dario Mirri e Tony Di Piazza e all'ottimo lavoro svolto da Rinaldo Sagramola e Renzo Castagnini, che in tempi molto brevi hanno costruito una squadra adeguata e competitiva da affidare al tecnico Rosario Pergolizzi per vincere il campionato e ritornare nel calcio professionistico il prima possibile. Le aspettative attualmente sembrano essere rispettate, con il Palermo che si ritrova al primo posto in classifica con sette punti di distanza dal Savoia. Un periodo molto positivo che Delio Rossi ha analizzato durante un'intervista esclusiva ai microfoni di Mediagol.it, parlando anche della sua attuale situazione lavorativa e della differenza tra Maurizio Zamparini e Salvatore Tuttolomondo: "Ci sono stati dei contatti con alcune squadre, soprattutto all'estero, ma non è capitata l’occasione giusta. Staremo a vedere, il calcio è l'unico ambito in cui sono bravo. Palermo? Ci sono squadre, tra cui i rosanero, in cui andrei indipendentemente dalla categoria e dalle situazioni contingenti. Quando ho accettato l'offerta del Palermo in Serie B sapevo che il club si trovava in una situazione difficile. Sono stato chiamato quando la squadra non è riuscita a conquistare direttamente la promozione, con l'obiettivo di salire in A tramite i play off, ma poi la situazione è degenerata. Non mi pento di avere accettato. Ho sempre ringraziato Zamparini per avermi dato la possibilità di allenare una squadra importante come il Palermo, anche se in alcune occasioni non eravamo d’accordo. Tuttolomondo non l’ho conosciuto, ci siamo soltanto presentati. Non posso fare paragoni tra i due. La società che ha acquisito il club da Zamparini non si è rivelata seria. Non mi aspettavo che il Palermo potesse fare questa fine e fosse costretto a ripartire dalla Serie D. Ritengo che le retrocessioni debbano essere sportive, poi succede che ci siano delle situazioni extra-campo. Mi auguro che il Palermo possa tornare presto dove merita, anche se nei casi in cui ci sono società poco serie o altalenanti è normale vivere nelle apprensioni. Spero che il club del duo Mirri-Di Piazza sia all’altezza della situazione. Pergolizzi ha una squadra idonea alla categoria. Il problema è riuscire ad uscire dalla Serie D, che è un incubo. Non è facile e non bisogna dare nulla per scontato. Non è possibile recuperare tre anni in uno, ci vogliono tempo e pazienza. Il Napoli ci ha messo cinque anni a tornare tra le grandi. Futuro al Palermo? Non ci sono mai stati contatti con la nuova società. Il fatto che la società sia composta da palermitani è incoraggiante, perché sono coinvolti sia personalmente che professionalmente. La società ha tante motivazioni, questo può essere una garanzia. Tuttavia, alcune volte bisogna essere meno passionali e più razionali e viceversa". 

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