Nel pezzo del Corriere dello Sport emerge un ritratto complesso di Aljosa Vasic, che diventa quasi un simbolo delle difficoltà di un giovane nel riuscire ad affermarsi in una piazza esigente come Palermo. L’articolo ricorda come il centrocampista serbo-bosniaco, cresciuto calcisticamente in Italia, sia arrivato tre stagioni fa come un profilo perfettamente aderente alla filosofia del City Group: giovane, talentuoso, proveniente dalla C e con margini di crescita.
Rassegna Stampa
Corriere dello Sport: “Palermo, è tempo di lottare, e Vasic può diventare letale”
Il giornale sottolinea che il salto di categoria è stato «più duro del previsto», anche perché le occasioni reali per mettersi in mostra non sono state molte. In due anni e mezzo infatti Vasic ha collezionato solo sette presenze da titolare in campionato, nonostante tre allenatori — Corini, Dionisi e oggi Pippo Inzaghi — abbiano sempre parlato bene del suo potenziale. Il quotidiano ricorda come gli ultimi due tecnici descrivessero un ragazzo che «si allenava benissimo» e avrebbe meritato più spazio, salvo poi essere frenato da concorrenza e questioni tattiche.
Secondo l’articolo, il giudizio dell’opinione pubblica è stato spesso severo, mentre internamente le valutazioni sono molto diverse: si parla di un talento che va coltivato, che deve imparare a reggere la pressione, ma che possiede qualità importanti come accelerazione, inventiva e tiro dalla distanza.
Il match di Castellammare ha rappresentato un primo segnale incoraggiante: per il quotidiano Vasic è stato «uno dei pochi a salvarsi» e la sua prestazione potrebbe aprirgli la strada verso una partenza da titolare nella prossima gara di Chiavari, complice anche l’assenza di Ranocchia e Gomes.
Il finale dell’articolo è un invito alla maturità e alla protezione: giocare nel Palermo richiede carattere, ma allo stesso tempo — scrive il giornale — bisognerebbe evitare che «alla prima sbavatura scattino subito i fucili della critica». Vasic, conclude il pezzo, può dare molto ed è un patrimonio tecnico che va sostenuto — ma che deve anche imparare a sostenersi da solo.
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