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Un copione abbastanza standard. Canovaccio che ha caratterizzato il cammino del Palermo dalla metà del girone di ritorno. Buon approccio al match sotto il profilo dell'intensità, della personalità e dell'audacia. Un Palermo inizialmente tonico, propositivo, discretamente lineare e fluido nella tessitura delle sue trame di gioco. Gamba e spinta propulsiva sulle corsie con Sala e Buttaro, la chance gigantesca confezionata proprio dai due esterni, con annessa grande parata di Gomis sull'incornata del jolly difensivo scuola Roma. Proprio Buttaro che trova la prima gioia in Serie B, lesto a scagliare in rete con il destro, dopo una rasoiata di Brunori che aveva timbrato il palo. Rosa apparentemente padroni, in grado di creare altre due chances nitide per tramortire avversario e partita, Gomis che si supera su perla balistica di Verre dai trentacinque metri. Poi l'episodio che rianima il Como, un calcio di rigore a dir poco discutibile concesso dal direttore di gara per un presunto tocco di sala su Vignali in un classico incrocio dopo un cambio di fronte. L'esterno rosanero si fa prendere il tempo e scivola, ma non sembra tocchi intenzionalmente ed in modo significativo il calciatore di Longo. Dopo la trasformazione di Cerri, il Palermo si dissolve, perde elettricità, distanze e convinzione. Si rimette in sesto dopo una decina di minuti, sfiora il raddoppio con medesimo tema, cross di Sala per la chiusura di Buttaro sul secondo palo, ma stavolta il goleador di giornata non centra la porta. La ripresa vede il Palermo di Corini ruminare un calcio piuttosto piatto ed ordinario, privo di verticalità, estro, acuti e sostanziale concretezza dalle parti di Gomis. Rosa che marcano una supremazia sterile, ma non riescono a trovare più interspazi, ampiezza o profondità nella densità lariana. Una seconda frazione sonnolenta, all'insegna di un paio di tentativi sballati dalla media distanza, una serie di corner non adeguatamente sfruttati, un baricentro alto con la linea difensiva attenta a spegnere sul nascere i velleitari tentativi di ripartenza di un Como apparso stanco e comunque pago del pari raggiunto dopo il complicato avvio di match. Poco o nulla hanno aggiunto alla sfida i cambi di Corini. prima Broh e Soleri per Verre e Tutino, quindi Valente per l'ottimo Buttaro, infine Damiani e Vido per Gomes e Brunori. La compagine di Corini non è parsa mai in grado nella ripresa, per energie, qualità ed impianto di gioco di mettere seriamente alle corde ed impensierire un avversario oggi oggettivamente non irresistibile. Anzi, proprio il Como ha avuto sulla testa del subentrato Gabrielloni la palla del sorpasso, ma l'attaccante di Longo, dimenticato nella circostanza dalla retroguardia rosa, ha graziato Pigliacelli mancano lo specchio della porta da pochi metri. Nedelcearu, una girata alta sopra la traversa ed un colpo di testa fuori bersaglio, sempre su corner calciati da Valente, è stato l'uomo più pericoloso del Palermo nella ripresa. Dato che la dice lunga sull'indice di pericolosità del reparto avanzato di Corini nell'arco di una seconda frazione piuttosto opaca sotto ogni punto di vista. Il punto muove la classifica e consolida il must del consolidamento della categoria. Un brodino che mette a riparo da brutte sorprese ma non conferisce alcuno slancio al campionato rosanero in ottica playoff. Prolungando il digiuno di vittorie a ben dodici giornate. Appuntamento con il successo rimandato al prossimo turno interno contro la Spal. In attesa dei risultati odierni di Pisa e Reggina, impegnate nelle difficili trasferte di Ascoli e Frosinone, per comprendere se sussistano ancora flebili margini per agganciare ancora la zona playoff. Prestazioni e risultato ottenuto al Sinigaglia non hanno fornito risposte particolarmente incisive e confortanti in tal senso.
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