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BENEVENTO-PALERMO

Benevento-Palermo 0-1: boccata d’ossigeno firmata Brunori! Rosa accorti e vincenti

Palermo
Palermo che capitalizza una gara accorta e sagace tatticamente: decide Brunori

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In aggiornamento...

Missione compiuta. Boccata d'ossigeno pura, alla vigilia di un ciclo di gare delicate ed irte di insidie. In un momento oggettivamente complesso, sotto vari punti di vista. La firma prestigiosa di Brunori capitalizza una prestazione accorta, pragmatica ed operaia. Intrisa di abnegazione tattica, gagliardia e vis agonistica, spirito di sacrificio e cura maniacale della fase di non possesso. Il Palermo ha lottato, corso molto e stretto i denti. Corroborando col trascorrere dei minuti una condotta strategica chiaramente prudente e conservativa. Prodigandosi per restare corto, denso e compatto, senza perdere mai coesione e distanze tra i reparti, rischiando relativamente poco e proponendo ancor meno in fase offensiva. Rannicchiati in quello che di fatto era un tangibile 3-5-2 sul rettangolo verde, serrando le direttrici di passaggio, abrogando i concetti di interspazio e profondità alla compagine sannita, sporcando le giocate avversarie in costruzione, difendendosi con ordine e vigore anche all'interno della propria area di rigore.

Primo non prenderle, sperando nel break e nella ripartenza giusta. Una giocata essenziale e fulminea che cogliesse lungo e disarticolato il Benevento. Circostanza che si è puntualmente verificata in apertura di ripresa, dopo un primo tempo scadente e soporifero. Claudio Gomes ha sradicato la sfera in pressing all'avversario all'altezza della mediana, innescando la corsa di Brunori che ha trafitto Paleari con una staffilata secca ma centrale.

L'unico, o comunque tra i pochi, ad emergere da una dilagante mediocrità in termini di cifra tecnica e contenuti calcistici tra i protagonisti della sfida. L'italobrasiliano ha ulteriormente certificato il suo lignaggio balistico una manciata di minuti dopo l'acuto che ha stappato il match. Da circa cinquanta metri, il bomber di Corini ha calibrato un lob di pregevolissima fattura, con Paleari fin troppo fuori dai pali, che ha centrato proprio il montante alla sinistra del portiere giallorosso. Sarebbe stata la rete del raddoppio rosa, impreziosita da un'esecuzione tecnicamente d'alta scuola.

Corini non ha sorpreso particolarmente per quanto concerne la stesura dell'undici iniziale. Significative, comunque, le mosse Bettella e Damiani, entrambi schierati dal primo minuto. L'ex Monza ha confermato di avere numeri e personalità per ben figurare. Fisicità, esplosività, tempi giusti in uscita e buona capacità di lettura. Se trova continuità di rendimento, Bettella può certamente elevare tenuta, consistenza e livello dell'intera retroguardia.

L'ex Empoli ha dato un buon contributo per più di un'ora, conferendo fosforo, limpidezza e fluidità nel palleggio, nonostante il Palermo alimentasse poco la propria proposta offensiva. Elegante e lucido in sede di costruzione, ma al contempo intenso e disciplinato tatticamente in fase di non possesso.

Sui primi quarantacinque minuti c'è davvero poco da filosofeggiare, ancor meno da raccontare. Il Benevento, da copione, provava a fare la partita, detenendo una sterile supremazia territoriale. Il Palermo esasperava virtuosamente i concetti di densità, coesione tra i reparti e copertura maniacale degli spazi. Provando scolasticamente a riproporsi in ripartenza, senza mai smarrire le distanze tra le linee o lasciare priva di schermatura la propria retroguardia. Raddoppi, marcature preventive, vigoria e tackle in abbondanza in zona nevralgica, centrali difensivi bravi a fagocitare ogni traiettoria, aerea o rasente l'erba, quando il Benevento trovava l'ampiezza. Se si eccettua un mancino velenoso di Acampora in chiusura di frazione, la sfera non è mai transitata  dalle parti dei due portieri con i crismi reali della pericolosità, almeno fino all'intervallo.

Poi, dopo un avvio di ripresa con le medesime modalità, il guizzo ferale del binomio Gomes-Brunori. Pressing e riconquista feroce dell'interno scuola citizens, accelerazione e destro secco, con Paleari non esente da responsabilità, del nove di Corini. Elisir di serenità ed autostima per la squadra ospite, zavorra psicologica fortemente condizionante per gli uomini di Cannavaro.  Dopo la quasi magia di Brunori che poteva chiudere i conti, o quasi, anzitempo, il Palermo ha continuato a cementarsi progressivamente tra le proprie linee. Chiudendo ogni spiffero, ringhiando ferocemente su sfera e avversario, non calando un minimo sul piano di concentrazione e vigoria. Corini ha implementato il tasso di gagliardia, fisicità e freschezza della sua formazione. Broh per Damiani, Crivello per l'infortunato Sala, Vido per Valente, Soleri per Brunori, Marconi per Di Mariano. Il forcing sannita produceva una serie di cross sventati da Pigliacelli, un'incornata a lato del subentrato Simy, una bella giocata volante di Improta che ha lambito il palo alla destra del portiere di Corini.

Soleri si è anche divorato la chance del raddoppio, facendosi deviare la conclusione da Paleari dopo un ottimo assist di Vido. Con umiltà, spirito di sacrificio e pragmatismo, forse consapevole degli attuali limiti strutturali della rosa, Corini riesce a ripristinare solidità ed equilibri, facendo bottino pieno al Vigorito. Tre punti pesantissimi per edificare un prezioso margine dalla zona playout, guardando con maggiore fiducia e ritrovata serenità al match casalingo di giovedì prossimo contro il Como.

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