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Asta: “Palermo, il mio ricordo più bello. Ho scoperto Pessina, vi racconto”

Asta: “Palermo, il mio ricordo più bello. Ho scoperto Pessina, vi racconto”

Le dichiarazioni rilasciate da Antonino Asta, ex calciatore del Palermo: a Monza ha lanciato un giovanissimo Matteo Pessina

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"Sono nato ad Alcamo nel 1970, ma un anno dopo i miei genitori sono stati costretti a trasferirsi a Milano. Siamo tornati ad Alcamo quando avevo 6 anni e in Sicilia ho iniziato a giocare a calcio. Ricordo che vicino casa c’era una stradina in salita in cemento. Lì ho fatto le prime partitelle, un tempo lo giocavo in discesa, un altro in salita. È un po’ la metafora della vita". Lo ha raccontato Antonino Asta che, intervistato ai microfoni de "La Repubblica-Palermo", ha ripercorso le tappe della sua carriera.

"Dopo qualche anno siamo tornati a Milano. In Lombardia ho fatto il primo provino in una società milanese, la Aldini, prendevo ogni giorno 3 autobus per andare ad allenarmi. Poi sono stato ceduto alla Seguro. Ho esordito in Prima Categoria e poi andai in Promozione al Corbetta, altre 3 stagioni tra i campi polverosi. E il mio presidente sapete chi era? Ezio Greggio, che poi al mio esordio in Nazionale mi fece gli auguri su Striscia la Notizia. Poi Abbiategrasso e Saronno, fino alla D. Sai qual era il mio sogno? Giocare almeno una partita tra i professionisti. Iniziai a lavorare nel bar di famiglia e restai oltre 5 anni. Ogni mattina mi alzavo prima dell’alba, lavoravo tutto il giorno e la sera andavo ad allenarmi. Fino a quando col Saronno andammo in C2 e poi in C1. A quel punto mi sono chiesto: e adesso? Così lasciai il mio lavoro al bar puntando solo sul calcio. Con il compianto mister Mondonico abbiamo conquistato la promozione in A. Ho giocato 5 anni a Torino, poi 6 mesi a Napoli", le sue parole.

Nel 2002, l'esordio in Nazionale contro gli Stati Uniti. "Trapattoni mi convocò pochi mesi prima dei Mondiali in Corea. Il mio unico rimpianto? In un derby contro la Juventus mi sono infortunato alla caviglia. Rientrai troppo tardi per sperare in un posto tra i convocati". Poi, l'avventura al Palermo e la carriera da allenatore: "Era la giusta chiusura di un cerchio. Non avevo mai giocato in Sicilia. Il ricordo più bello? Il gol nel derby contro il Catania. Poi un brutto infortunio mi ha costretto al ritiro. Il passaggio in panchina? Iniziai nel settore giovanile del Toro. La prima esperienza tra i grandi alla guida del Monza in C2".

E a Monza Asta lanciò un giovanissimo Matteo Pessina, che si appresta a giocare la finale di Euro 2020 contro l'Inghilterra. "Aveva 16 anni quando lo aggregai alla prima squadra. Di lui mi colpirono l’educazione e il rispetto. E la sua grande intelligenza. Ancora oggi lo sento e gli ricordo di quando lo definivo affettuosamente un giovane vecchio, era un ragazzino ma in campo sembrava un veterano. Dopo 2 anni andai a Lecce, sempre in C. L’ho voluto fortemente con me. Io al Torino come collaboratore di Longo? Ho avuto la fortuna di conoscere Sirigu e Belotti, ex rosanero. Con loro sono rimasto in ottimi rapporti. A Torino ho vissuto gli anni d’oro della mia carriera e ho conosciuto mia moglie. Ma in Sicilia ci sono nato, ho ricordi bellissimi e porto nel cuore la mia terra, le mie radici, i profumi e le tradizioni che racconto e tramando alle mie figlie", ha concluso.

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