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Amauri: “Palermo vero amore, Brunori top. Io pronto a tornare, ma Sagramola…”

Palermo

Ventuno mesi fa Amauri era pronto a tornare a vestire la maglia rosanero: la verità raccontata dall'ex attaccante del Palermo

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Sembrava ad un passo dal ritorno in Sicilia, poi il nulla di fatto. "Ecco la verità. Chiamai Sagramola ma non lo vidi convinto. Non mi rispose né sì, né no, ma solo: 'Qui hai una grande storia, le cose potrebbero cambiare...'. A me quel discorso non interessava. Il passato è passato, avrei voluto scrivere un’altra favola, ero disposto a scommettere sul mio futuro, ad accettare qualsiasi conseguenza positiva o negativa. E lui: 'Sì, ma i soldi...'. Non me ne frega un cavolo dei soldi, tagliai corto. 'Sì, va bene, ti faccio sapere'. Non mi ha più chiamato". E' la verità di Amauri che, intervistato ai microfoni de "La Repubblica" edizione Palermo, ha svelato un curioso retroscena di mercato. "Forse aspettava un’altra mia telefonata? Ancora? Il fatto di aver preso l’iniziativa mettendomi a disposizione era già il massimo. Se lui pensava che toccasse a me farmi risentire, si è sbagliato. Magari ci sarà un’altra occasione. Un incarico da dirigente? Ad avere quattrini, il Palermo lo comprerei io! Per rifarlo come ai vecchi tempi. A volte la vita non lo permette. Però, non si sa mai", le sue parole.

AMAURI OGGI - Oggi Amauri vive negli Stati Uniti. "Chiuso con il Torino, mi recai in vacanza a Miami trovando, quasi per caso, un contratto con il Fort Lauderdale di Ronaldo, il 'fenomeno'. Poi sono stato nei Cosmos. La mia famiglia era rimasta lontana e ho preferito smettere per dedicarmi ai figli. Mia moglie si chiama Cinzia, i ragazzi Cindy, Hugo Leonardo e Miley. Il maschio ha seguito il mio stesso sogno e si è trasferito a Evian in Francia. A 15 anni, studia e gioca nelle giovanili. Attaccante come il padre, mi rivedo in lui da piccolo. Il pallone? Mi diverto con gli amici. A 41 anni, bisogna pensare all’avvenire. Perché proprio Miami? Si sta bene, c’è caldo sempre, penso sia come una piccola Mondello o come un Brasile che funziona. Ringraziando Dio, ho fatto una bellissima carriera che mi permette di vivere agiatamente. Sicuramente sarò l’agente di mio figlio, non lo darò in pasto agli squali del mondo del calcio".

DA BOMBER AI VINI -"Da bomber ai vini, una scelta. Hanno prodotto una Malvasia nera, con la mia firma, molto apprezzata. Di recente abbiamo avuto una manifestazione a Dubai per presentarla nella rassegna: 'The Wine of the Champions'. Assieme ad un socio sarò l’esportatore esclusivo del mio marchio per gli Usa. Ronaldinho, Seba Frey,

Materazzi, Roberto Carlos, Cafù, Wesley Sneijder... Un bel team di vini? Nel quale mi trovo a mio agio. Un lavoro molto interessante. Si gira tanto, si conoscono nuove persone. Vivendo in Italia, non mi sarei mai staccato dal calcio".

IN SICILIA -"Prima a Messina con Francesco Oddo, padre di Massimo. Mi svegliai dopo le feste natalizie. Al Sud c’è un calore speciale, mi sono trovato bene anche a Napoli. Il Palermo è stato il vero amore e mi ha fatto diventare campione. Se lo seguo anche in C? Certo, è quinto e ha ripreso a vincere. Brunori è italo-brasiliano come me. È primo nella classifica dei marcatori e non vuole fermarsi. Ma i problemi non sono i calciatori quanto i progetti e le possibilità economiche. Mi auguro che gli attuali dirigenti, o quelli che verranno, riescano a riportarlo in A e che torni lo squadrone che metteva paura alle grandi e che ha fatto sognare una intera città. Alla gente ho consegnato due stagioni memorabili. Ho abitato a Mondello, poi sono andato via perché non riuscivo a fare neppure un bagno. Mi fermavano per strada a ogni passo, così uscivo solo la sera per passeggiare. Per questo, mi sono spostato in via Notarbartolo dove c’è l’albero di Falcone. La mattina, dal bar sotto casa arrivava la prima colazione. Fantastico", ha proseguito.

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