serie a

Aleesami: “In Italia ignoranti, ecco perché. Sarri e De Zerbi fanno calcio vero. Haaland? Rispondo così”

L'ex terzino del Palermo, Haitam Aleesami, ha parlato della differenza tra Serie A e Ligue 1, del problema del razzismo e del talento di Haaland

Mediagol52

A tutto Haitam Aleesami,

Durante una lunga intervista concessa ai microfoni di Get French Football News, l'ex terzino del Palermo, adesso in forza all'Amiens, ha parlato delle differenza tra la Serie A e la Ligue 1: "In Italia il calcio è più lento e un po' più tattico, è stato più difficile giocare in Serie A. Devi essere intelligente, devi avere pazienza, giochi sempre per la squadra. Sento che in Francia, specialmente come ala o attaccante, sei più libero di provare a sfidare in uno contro uno il tuo avversario quasi ogni volta che hai la palla. E se ti viene tolta 10 volte su 10, non c'è nessun problema. Se invece lo fai in Italia, la partita successiva non giochi. Adesso capisco gli italiani. Guarda l'Italia del 2006, forse non erano la squadra con più talento, ma hanno comunque vinto la Coppa del Mondo, solo grazie alla tattica. In Italia la fase di costruzione dura molto di più. Le squadre che giocano meglio? Ho seguito molto Sarri al Napoli in passato, adesso è alla Juventus, e Roberto De Zerbi, che è stato il mio allenatore per 3-4 mesi a Palermo. Loro vogliono giocare con il portiere, se sono molto pressati non c'è problema, continuano a giocare e per me è questo è il vero calcio. Muovono la palla con uno, due tocchi, trovano lo spazio, e con loro vedi il calcio in modo diverso. Il classico gioco 'all'italiana', fatto solo di tattica, difesa e contropiede, ormai sta svanendo. Sono innamorato di questo stile di gioco, alla Guardiola. Cosa ho imparato in Italia? Quello che ricordo meglio è la postura del corpo, in modo che tu possa vedere il campo nella sua interezza. Prima di giocare in Italia non ero molto attento ai tagli degli avversari, solo allenandomi ogni giorno ho appreso tutti questi dettagli".

Sul problema del razzismo: "Onestamente mai successo, non ho mai provato qualcosa del genere sulla mia pelle. Avevamo un giocatore di colore, ma non hai giocato tanto in quel periodo. Quindi non abbiamo mai vissuto una situazione del genere. Sì, in Italia hanno avuto un grossi problema nel corso degli anni, molti giocatori sono impazziti. E' un grosso problema che continua ad andare avanti. Alcuni in Italia dicono che è semplicemente ignoranza e non si tratta di razzismo. Se un tifosi inizia ad urlare, allora molti lo seguiranno. Penso che siano più ignoranti che razzisti. Tuttavia, una volta è già troppo".

Infine un commento su Erling Haaland, suo connazionale e star internazionale del momento: "È un ragazzo giovane, è un ragazzo tranquillo che ama giocare a calcio. E' un ragazzo giovane e sicuro di sé. È fott*******e umile, ma alla fine della giornata è sempre affamato. Segue la corrente, tutto sembra andare alla perfezione per lui, fa goal spesso e quando è in campo si vede la fame che ha in faccia. Quindi non importa il successo, ed è lo stesso con Berge e Odegaard, loro sono affamati e al contempo umili, anche se stanno andando molto bene e stanno facendo un sacco di goal. Subito dopo la partita si spengono e continuano ad andare avanti, con la stessa intensità e concentrazione. Una mentalità davvero ottima. Haaland per ora è solo un ragazzo giovane che si diverte e lavora molto duramente. Lo si vede anche sul suo volto, durante gli allenamenti e durante le partite con la nazionale. E ovviamente è un ragazzo di talento, grande rifinitore, forte, veloce. Ha un po' di tutto, alcuni giocatori forse hanno la velocità, ma non quel bel tocco. Ma per ora ha tutto e penso che con gli anni a venire ci darà ancora di più".