Vent'anni con il Venezia: una seconda famiglia, per lui.
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Storico magazziniere del Venezia va in pensione: “Non dimenticherò mai come ci trattava Zamparini”
Il racconto di Roberto Pinton, storico magazziniere del Venezia, che nei prossimi giorni andrà in pensione: "Da Zamparini-Marotta a Tacopina-Perinetti".
Parliamo di Roberto Pinton, storico magazziniere degli arancioneverdi, che nei prossimi giorni andrà in “pensione”: saluterà il Venezia e lascerà le chiavi dei campi del Taliercio ai suoi successori, Alessandro Fiorotto e Christian De Rossi. Un periodo indimenticabile, a cominciare dal 1996: sabato, prima della partita con il Teramo, Pinton sarà premiato per la sua fedeltà ai colori dei veneti.
Da Zamparini a Tacopina: qual è stato il rapporto con i presidenti? "Zamparini aveva una linea comune con tutti, trattava tutti allo stesso modo, nel bene e nel male, da amministratori delegati, direttori sportivi o allenatori a me, che ero l'ultimo della catena - ha raccontato Pinton all'edizione odierna de 'La Nuova Venezia' -. A Moena, in ritiro, mi prendeva da parte e mi diceva: 'Pinton, trovami il miglior ristorante, che devo portare fuori gli amici'. Un grande personaggio, con un gran fiuto nella scelta degli allenatori: Novellino, Spalletti, Prandelli nel mio periodo. Ricordo con nostalgia Enrico Rigoni, Korablin si è visto poco, difficile anche parlarci per la lingua, Tacopina ha riportato grande entusiasmo e creato una società di categoria superiore".
Dai presidenti ai direttori sportivi: da Beppe Marotta all'ultimo in ordine di tempo, Giorgio Perinetti. "Il primo era quasi agli inizi della carriera, una persona eccezionale, non si poteva prevedere allora che arrivasse alla a Juve, ma sapevo che sarebbe arrivato molto in alto - ha spiegato lo storico magazziniere del Venezia -. Perinetti è straordinario, custodisco la maglia, autografata da tecnici e giocatori, che ha fatto realizzare lo scorso aprile per festeggiare il mio compleanno. Per un anno ha continuato a ripetermi 'Pinton sei la nostra colonna' e io gli rispondevo 'Ne servono tre-quattro'".
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